Reggina, Foti sembra sicuro: "Vendo il 51% agli australiani, a 2 milioni e mezzo"

foticentenariodi Paolo Ficara – Il tempo stringe. Lillo Foti non vede l'ora di avere e dare novità in merito al futuro della Reggina Calcio, ed annuncia urbi et orbi l'esistenza di un accordo (o pre-accordo?) con i famigerati australiani cui non dà ancora un nome. Le disgrazie sportive, nonché quelle amministrative, non vanno però trascurate.

Il presidente amaranto esordisce così, nella conferenza tenuta stamane al Sant'Agata: "Dopo i giorni trascorsi in Australia, sono qui per rendere conto delle operazioni. Già a luglio, la situazione di questa società era difficile e ho cercato delle soluzioni. Chiedendo le disponibilità di soggetti istituzionali, non si è mai creato un confronto. Dopo febbraio c'è stata un'accelerata con questi imprenditori di origine calabrese. Da qui, la mia partenza per Sydney. Ho avuto modo di relazionarmi con alcuni di loro, parlando poi di statuto e bilanci. Il confronto è avvenuto presso uno studio commerciale abbastanza importante. I conti della Reggina sono stati valutati da professionisti del posto, dopodiché è avvenuto un incontro con un gruppo a mio avviso importante che dimostra interesse".

Da qui in poi, inizia una lunga esposizione di dettagli di natura economica e/o patrimoniale: "Il terreno di Catona è all'interno del patrimonio Reggina Calcio. La dichiarazione d'interesse è per rilevare il 51% del pacchetto azionario, per un consiglio d'amministrazione in cui la mia figura non fosse più presente. Il tutto va all'interno di un progetto di rilancio del marchio Reggina. L'accordo per l'acquisto delle azioni è definito: mi riferisco al versamento della cifra che consente di ottemperare agli impegni per l'attuale stagione agonistica".

Il futuro della Reggina sarebbe in buone mani: "Come mi è stato specificato in una mail, è previsto un investimento di 10 milioni nei prossimi tre anni, con l'impegno di portare la squadra almeno in Serie B. Questi soggetti si propongono per riportare la Reggina a certi fasti. Parliamo di gente credibile, mi assumo la responsabilità di quel che dico. Nel territorio ci sono dei loro parenti, o comunque soggetti che li guardano con grande simpatia. In una cena al Marconi Club, erano presenti 30 imprenditori calabresi. Mi sono relazionato con ognuno di loro. Ho concluso dicendo che l'Australia li dovrebbe ringraziare per il loro impegno. Vantano società quotate in borsa, hanno sedi anche ad Abu Dhabi e Dubai. Devono sentirsi desiderabili e desiderati, anziché essere guardati con poca attenzione. L'Australia è una nazione straordinaria in cui tutto è in regola. A Sydney ognuno di noi ci andrebbe a vivere, qualora se lo potesse permettere".

Dopo aver parlato di denaro in entrata, qualcuno ricorda al massimo dirigente che ce ne dovrebbe essere un po' anche in uscita: "Ho sempre operato nell'interesse esclusivo di questa azienda. I debiti della Reggina sono già definiti, con l'agenzia delle entrate dobbiamo corrispondere 510 mila euro all'anno per 15 anni. A giugno avrei potuto chiudere baracca, invece bisogna lanciare il cuore oltre l'ostacolo. Il marchio della Reggina è importante in Australia, polemica e chiacchiere fanno del male. Mi auguro che tutto si risolva in tempi brevissimi. Nelle ultime ore abbiamo risposto alle osservazioni sul business plan, col costo di un organico che possa competere a certi livelli. Il patrimonio calciatori è oggetto di attenzione. Mi sono operato per ridare forza e sostanza ad una azienda in difficoltà".

Foti affronterà così la prossima istanza di fallimento: "Il 6 maggio ci sarà una richiesta in tribunale, per un credito dell'Unicredit. Oggi tutte le banche pensano di soffocare le aziende. Unicredit non ha accettato il piano di ristrutturazione presentato al tribunale. A gennaio, la Reggina Calcio ha fatto pervenire un acconto di 50 mila euro. L'Unicredit ha assunto un atteggiamento rigido, e la Reggina ha affidato la pratica ad uno studio professionale di Roma. Nel 2009, la Reggina ha dato ad Unicredit 1 milione di commissioni. Con quei soldi, qualcuno ha detto, sono stati pagati tutti i dipendenti della Calabria. Porteremo in tribunale dei documenti, tra cui l'impegno degli australiani per acquisire il 51% della società".

L'accordo con gli imprenditori oceanici, probabilmente, dipende dalla categoria di partenza: "Ieri sera è partita la documentazione richiesta dagli australiani, sanno benissimo quali sono i tempi. Dopo che avranno valutato tutto, potremo chiudere l'accordo. Da quale categoria si riparte? Dalla Lega Pro. Sto per andare a Roma, a tutelare le nostre ragioni. Il campionato finisce tra 15 giorni. Già martedì, la situazione potrebbe essere diversa. La situazione della Reggina è particolare, mi sto battendo nel mio ruolo di presidente della commissione riforme. Prevenire le situazioni è più facile, ed è ciò che dovrebbe fare la Lega. Oltre al tetto delle rose, bisogna verificare le situazioni poco chiare in fase d'iscrizione. Quella della Reggina è tra le più chiare, a differenza di tante altre. Siamo una società leale, pur avendo qualche difficoltà per alcuni pagamenti. Il sistema dimostra falle, la Reggina è da difendere".

Ad ascoltare il presidente Lillo Foti, sembra che la questione stadio sia stata da lui suggerita agli australiani: "Gli interessi della comunicazione nascondono l'argomento calcio. Se non c'è il coraggio di cambiare, ci saranno altri casi come la Reggina. Mi sono permesso 25 anni fa di parlare di azienda. Oltre ai bilanci della Reggina, ho mostrato progetti futuribili. Sabato ero a Foggia. Al 'Granillo', in curva, c'è uno striscione in cui reclamano una nuova società. A Foggia ce n'è un altro in cui cercano cinesi, e sono sesti in classifica. Questa è un'azienda che deve promuovere iniziative, affinché venga azzerato il disavanzo. Fuori da questo territorio, tutti riconoscono alla Reggina le intuizioni, le energie e le capacità di questa società. Gli australiani parlano di fatti tecnici, è Lillo Foti che si è preoccupato di andare oltre. Lo stadio rappresenta qualcosa di importante, in termini di sostegno e supporto. Senza voler fare polemica con nessuno, ritengo sia utile alla mia città. Per come l'ho ideato io, rientra in un villaggio della domenica dove io posso accompagnare mia nipote, e poi alle 14:30 accomodarmi allo stadio per la partita. Ho avuto un grande padre, che mi accompagnava allo stadio. Oggi alcuni padri non avvertono questo bisogno, si devono creare i presupposti affinché avvenga".

Foti ribadisce poi lo stato attuale della trattativa con gli australiani: "L'accordo per la cessione della Reggina c'è, ma di mezzo c'è un gruppo di imprenditori. La cosa da apprezzare è un programma di tre anni, di cui gli investitori parlano con tanto di cifre per rilanciare la squadra. Io non sarò in società, intendono affidare la gestione a dei manager: un direttore generale, un direttore amministrativo ed un direttore tecnico. Per quelle che possono essere le iniziative in cui è richiesta la mia esperienza, io ci sono. 6 o 7 persone hanno espresso interesse verso la Reggina. Lo fanno per passione, e per dare un contributo ad un territorio in cui sono nati. Infatti, parlano quasi tutti il calabrese".

Si insiste sul tema dell'impianto di gioco: "Oltre un anno fa, mi sono relazionato con un fondo immobiliare internazionale sull'argomento stadio. Ho ascoltato, è un'operazione che la Reggina ha sempre sognato di portare avanti. Hanno valutato l'area di Catona e mi hanno fatto un prospetto. Mi sono confrontato coi commissari prefettizi, facendo presente l'intenzione di questo fondo. Sono venuti quattro volte, giungendo ad una fase in cui i commissari avevano affidato l'operazione ad un burocrate prefettizio. Si trattava di un investimento per 100 milioni di euro, con posti di lavoro per tre anni. La fase del confronto era avanzata. Il fondo si chiama Collins. Senza nessun costo per le casse comunali, si poteva realizzare la struttura di cui parlavo. Dal punto di vista imprenditoriale, vedevo l'operazione con grande interesse per un rilancio di questa città. Lo stadio nuovo è realizzabile in un terreno di proprietà della Reggina".

Infine, ecco quanto viene valutato un club attualmente ultimo in Lega Pro: "Il 51% della Reggina costa 2 milioni e mezzo. Erano in 6 ad essere presenti, non so se ci sarà un settimo ingresso".