Reggina, Foti presenta gli ultimi acquisti: "Il reintegro di Insigne? Dipende da lui"

fotipresidentedi Paolo Ficara – Presentazioni ed analisi. Al termine di una frenetica sessione di calciomercato, il presidente Lillo Foti trova il tempo per portare in sala stampa gli ultimi tre colpi della Reggina, approfittando per rispondere poi alle domande più variegate: "Siamo su un percorso con tanti ostacoli, abbiamo bisogno di grande determinazione ed impegno da parte di tutti. C'è chi ha già esordito, mostrando le proprie capacità. Per gli ultimi due arrivati, mi auguro ci sia l'opportunità nelle prossime partite".

IL primo a prendere la parola è il terzino sinistro Amedeo Benedetti: "Sono qua per dare un contributo importante alla Reggina e raggiungere la salvezza, è l'obiettivo che possiamo raggiungere".

Kevin Magri, difensore centrale, ricorda una precedente esperienza: "Quando mi è arrivata la proposta della Reggina ho accettato subito. Ero stato qui qualche anno fa, vedendo che l'ambiente era buono. Questa squadra ha un grande passato. Nel giugno scorso ho vinto il campionato Primavera con il Chievo".

Di pochissime parole il centrocampista sloveno Zibert: "Sono molto contento di aver firmato con questo club dalla grande storia. Spero possa tornare presto in Serie B o Serie A".

Successivamente, il presidente Foti manifesta il proprio pensiero sull'annullamento del -4, rispondendo a distanza a Pietro Lo Monaco, proprietario del Messina, che ha storto il muso circa la sentenza delle Corte Federale: "È stata una settimana importante per la Reggina. Nella partita col Lecce, ma anche nelle precedenti, abbiamo espresso determinazione. Esclusa la parentesi di Messina, il gruppo si sta solidificando. Da parte di tutti c'è voglia di dare il contributo utile e necessario. Da Roma è arrivato un responso che non mi sembra eclatante. Ci sono stati riconosciuti i punti conquistati sul campo. Qualcuno non conosce bene le norme, e si è permesso di esprimere delle considerazioni molto superficiali. I quattro punti per me erano certi, non ho mai messo in dubbio una risposta favorevole da parte della giustizia. Non è un alibi, ma credo che dalla mancanza di quei quattro punti, la Reggina abbia avuto un disagio psicologico. Il giudizio è giunto da magistrati che conoscono appieno la legge. Abbiamo apprezzato, è stato riconosciuto grande merito all'avvocato Giuseppe Panuccio che ci ha difeso. La Reggina ha avuto la forza e la capacità di affrontare questa situazione. Adesso il percorso riguarda il campo, domenica giocheremo in un orario un po' strano. Invece di andare in chiesa, saremo costretti ad andare allo stadio. Speriamo in una benedizione spirituale. Sappiamo che il percorso è pieno di ostacoli. In questi giorni sono stato fuori, ma il tecnico mi dice che il gruppo è abbastanza compatto. Mi auguro, a Barletta, di continuare a far sorridere squadra e tifosi. Con l'iniezione di questi quattro punti, il traguardo è più raggiungibile. Il prossimo deferimento? Credo verremo assolti".

L'aspetto sportivo adesso dev'essere in cima ai pensieri: "All'andata, il Barletta ha dimostrato di essere una squadra abbastanza organizzata. C'è rispetto dell'avversario, giochiamo in casa loro e da parte nostra ci deve essere maggiore impegno. Andiamo in campo con qualche certezza in più. C'è meno timore, in classifica gli avversari sono raggiungibili. Puntiamo al Savoia".

Foti prova a chiarire la posizione della società nei confronti di quei calciatori messi ai margini già da dicembre: "Crescenzi ha risolto il contratto che lo legava alla Reggina fino al 30 giugno 2016, il calciatore è stato tesserato dall'Arezzo. Rizzo è andato a Perugia in prestito oneroso con riscatto già fissato. Lui ha rispettato tutto ciò che la Reggina gli ha chiesto, avevo assunto l'impegno che nessun calciatore sarebbe uscito se non con un ritorno economico. Sono rimasti in casa il signor Dall'Oglio, tesserato con la Reggina fino al 30 giugno 2017; il signor Maita, sotto contratto non ricordo se fino al 2016 o 2017; per quanto riguarda il signor Di Michele, c'è già un accordo sulla parola risalente a dicembre, per una risoluzione del contratto. Il suo agente mi aveva chiesto di aspettare la fine del mercato, per valutare un trasferimento diretto ad altra società. La Reggina ha rispettato questo impegno, nei prossimi giorni sarà definita la risoluzione del rapporto tra il signor Di Michele e la Reggina Calcio. Per quanto riguarda il signor Roberto Insigne, credo che la Reggina abbia manifestato il proprio pensiero e sia stata coerente fino alla fine. Il ragazzo ha chiesto la possibilità di incontrarmi, l'ho ricevuto in sede. Abbiamo dialogato in maniera molto cortese e tranquilla, siamo dinanzi ad un ragazzo di 20 anni indirizzato in maniera sbagliata. Nella vita ci si assume delle responsabilità. Il ragazzo mi ha chiesto la possibilità di potersi allenare al Sant'Agata, e come la Reggina ha sempre fatto, gliel'ha concessa. Si allena a parte. Il reintegro? Può dipendere dal tempo, o da lui. Al momento non ci sono risposte affermative, né punti di domanda".

I casi di Insigne, Dall'Oglio e Maita, in predicato di poter essere riaccolti in gruppo, meritano approfondimenti: "I giovani di oggi sono molto deboli. Gli arrivano tanti messaggi. Insigne è entrato in confusione con chi gli dava informazioni sbagliate, e facendo il proprio tornaconto tentava di essere egoista. L'errore di fondo è mettere le etichette da professionista già a 18 anni: alcuni riescono a sostenerla, altri no. Gli girano attorno la famiglia, gli agenti e gli stessi media. Alla fine si creano danni a loro. Insigne, Dall'Oglio e Maita sono dei ragazzi danneggiati. Queste tre situazioni non sono tutte uguali. Ho chiesto dei calciatori ad altre società, mi è stato risposto che non sarebbero stati ceduti. Insigne è della Reggina, poi qualcuno ha preferito fare la domanda altrove anziché alla società. Non tengo nessuno a bagnomaria. Dall'Oglio e Maita? Insigne mi ha chiesto un appuntamento, gli altri no".

Poi Foti sale per l'ennesima volta sul pulpito quando c'è da parlare del rapporto coi giornalisti: "La tematica è stata sottovalutata, sotto tantissimi aspetti. La Reggina Calcio e Lillo Foti hanno le loro responsabilità, non l'ho mai nascosto. In questi ultimi anni si è creata, nei confronti di questa società ed alla luce di un percorso sportivo gratificante, la sensazione di aver conquistato la Coppa dei Campioni. Si è creato un conflitto, ne sono derivati atteggiamenti come se qua ci fossero chissà quali segreti. Qui si svolge attività sportiva, ed è ciò che al giornalista dovrebbe interessare di più. Poi si svolge attività aziendale in sede, cercando di portare il massimo dei benefici alla Reggina. Gente che aspetta all'angolo per vedere se quello ha raccontato una stupidaggine rispetto all'altra, ragazzini che si sfogano. Capisco che la comunicazione ha bisogno di scoop e di notizie, ma credo che se vogliamo educare la gente bisogna parlare di cose certe. Non di illazioni. L'equilibrio appartiene a pochi, così come il buon senso. Errori ne facciamo tutti. La Reggina è diventata quasi un carcere, invece di problemi non ce ne sono. C'è un cancelletto all'ingresso, entra chiunque. Se andate a visitare gli altri centri sportivi in Italia, trovate un orario determinato. Qua gli atleti lavorano. Nel momento in cui i tecnici desiderano avere un momento di riservatezza, per una questione di formazione di gruppo, credo che da parte della stampa possa essere accettato come una cosa professionale. Qualche volta ho visto qualcuno appollaiato sulla collina a guardare. Non è che stiamo preparando armi atomiche, si svolgono allenamenti normali. Oggi non saper sorridere, e non avere serenità per farlo, è un grande limite. Il giornalista si deve mettere a fare cronaca, non supposizioni senza avere conoscenza. Questa società ha dato sempre risposte in maniera pacata, c'è gente che fa le storie".

Al presidente viene chiesta la verità sui contatti per l'allargamento della base societaria, ma i nomi dei presunti interessati faticano ad uscire: "Nel mese di novembre 2014, la Reggina ha fatto un aumento di capitale preparando gli atti dal notaio. È stato messo a disposizione 1.200.000 euro di azioni che rappresentano il 50% del capitale sottoscritto. In quella che era un'idea da tutti condivisa, anche dalla stampa, di un azionariato popolare. Per una realtà di provincia, è una forma di partecipazione ad un'identità con alla base una matrice popolare. Ho invitato soggetti desiderosi di sottoscrivere azioni della Reggina, per formare una società di maggiore consistenza e forza. Fra le persone che ho incontrato, ho avuto l'opportunità di conoscerne alcune che mi hanno espresso il piacere di poter essere utili alla città ed alla Reggina Calcio. Lì ci sono stati dei confronti, non c'è ancora una parola fine. Nel momento in cui la Reggina viene chiamata, risponde con molta serenità. Sono state sottoscritte azioni per circa 40 o 50 mila euro. Il capitale sociale è stato aumentato da 1.200.000 a 2.400.000. I contatti li ho avuti personalmente a Reggio, mi hanno chiesto del tempo prima di sottoscrivere un numero di azioni che potrebbe essere compreso tra 100 e 300. Per la partita con la Paganese, è stato garantito l'accesso allo stadio per chi sottoscriveva un'azione. Abbiamo rilasciato un centinaio di azioni a persone singole. Come nel 1986, quando il costo di un'azione ammontava a 50.000 lire. Penso di manifestare questo spirito nella maniera più serena. Sarebbe stato corretto che tutti i giornalisti comprassero almeno un'azione della Reggina".

Infine, il massimo dirigente esprime un pensiero sulle questioni della Lega Pro: "La Reggina ha espresso le proprie idee, non è tutto da rottamare. Per costruire, non va buttato a mare il passato. Il bilancio non approvato in Lega? È una fesseria".