Ghirelli: "Ripescaggi? La Reggina ha una grande storia, ma..."

ghirellidi Paolo Ficara - Ritorno in sella. Dalla sera alla mattina, Francesco Ghirelli era stato rimosso dall'incarico di direttore generale della Lega Pro, qualche mese addietro. L'improvvisa decisione del presidente Mario Macalli ha fatto scaturire una guerra, non solo di nervi, di cui a breve si svolgerà la battaglia finale. A febbraio avverrà la nomina di Gabriele Gravina, ex proprietario del Castel di Sangro, proprio al posto di Macalli.

Per Ghirelli è pronta la carica di amministratore delegato, ed il Dispaccio lo ha rintracciato telefonicamente in attesa che si superi l'impasse ai vertici della Lega Pro, con tanto di bilancio da approvare. È stata l'occasione per ottenere una prima risposta alle considerazioni recentemente esternate da Lillo Foti, presidente della Reggina, circa un ripescaggio che metterebbe al riparo gli amaranto dall'eventuale retrocessione in Serie D.

Per i club è periodo di calciomercato, ma anche al vertice della Lega Pro sono previsti acquisti e cessioni...
"La metafora è calzante. Mi auguro che prevalgano le idee, c'è da affrontare un passaggio cruciale. I presidenti devono alzare la schiena, tenerla dritta e prendere coscienza di essere i veri proprietari della Lega. Dovranno prevalere le loro idee, e non quelle dei mercanti del tempio".

Una Lega presentatasi quest'anno con un profondo rinnovamento: tre gironi, 60 squadre, e la brillante idea della partnership con Sportube. Come si è arrivati a questa situazione?
"Le cose sono più semplici di come vengono descritte. Tre anni fa siamo partiti col progetto degli highlights, con professionalità di alto profilo. Il percorso dei rapporti con le tv, con le radio e col web, ci ha fatto prendere coscienza delle nostre capacità di produzione. L'idea è partita da Popi Bonnici, il regista che ha inventato la Champions League come grande evento. Si è rimesso in discussione, ed ha lavorato su un prodotto molto complesso come quello di una Lega strutturata sul territorio, con tanti club. Sulla base di ciò, e della nostra fortissima iniziativa contro la contraffazione delle scommesse con Sportradar, si è pensato allo streaming. Un'idea capace di fornire nuove risorse finanziarie, e pensata per quei giovani che girano per la città e vogliono avere emozioni, in modo flessibile. Si è impegnata una grande professionalità da Parigi, come Andrea Silva. Dal 2012 si progetta l'idea. L'esplosione di Sportube è la prima esperienza al mondo in tal senso".

Lei è stato licenziato dal presidente Macalli dopo aver presentato un dossier. È da quel documento che intende far ripartire la Lega Pro?
"Le due cose viaggiano su linee parallele. Avevo individuato criticità serie, era inevitabile la presentazione di un dossier per affrontarle e sanarle. È stato come se avessi toccato la corrente elettrica, per risposta ho ricevuto il licenziamento. Il 18 febbraio vi è la causa a Firenze. Quel documento è stato presentato il 5 settembre, ed undici giorni dopo è stato preso un provvedimento senza discuterne. Spero, tramite il mio reintegro, di ripartire col processo di rinnovamento. Ma ripeto, sono due strade distinte. Da un lato c'è una scelta politica molto forte, nata col voto negativo sul bilancio e la richiesta di nuove elezioni. Questo elemento è talmente importante, che la governance attuale sfugge dal convocare un'assemblea. Dall'altro c'è la vicenda giuslavorista, per la quale non sono trattabile: chiedo il reintegro, non c'è altra forma di compensazione".

Il presidente Foti, di recente, ha accennato ad una riduzione del numero dei club professionistici, tra Serie A, B e Lega Pro. Le risulta?
"Partiamo da un elemento. L'unica ad aver già tagliato è la Lega Pro, da 90 a 60 squadre. Sarebbe opportuno che la A e la B procedessero in questa direzione. Abbiamo operato concretamente, non a chiacchiere. Il secondo elemento, e mi rivolgo all'amico Lillo Foti, è che il percorso non può essere deciso da un solo uomo. Che si chiami Lotito, o chi per lui. Va deciso democraticamente dai presidenti in Lega. Su questa base si potrà procedere ad una riforma, non certo dall'alto".

E la Reggina, anche se dovesse retrocedere tra i dilettanti, ostenta fiducia per un ripescaggio in virtù di presunte criticità economiche di altri club...
"La Reggina è un grande club, ha una grande storia ed una grande tifoseria. Sulle difficoltà economiche non mi pronuncio, forse Foti le conosce meglio di me. Mi auguro che la Reggina non ne abbia. Se la Reggina non ne ha, allora potrebbe giocarsela anche da quel punto di vista. Questo problema, Foti lo conosce meglio di me".