Reggina, una mano sulla coscienza e l'altra sul portafogli: senza rinforzi si retrocede

fotiinsultadi Paolo Ficara - Niente funerali, grazie. L'operazione sorpasso nei confronti dell'Aversa Normanna, che resiste al penultimo posto della Lega Pro C, è rimandata. La Reggina non deve disunirsi dopo lo smacco subito a Messina, siamo ancora a gennaio ed il tempo per rimediare va sfruttato mantenendo equilibrio. Esattamente come nel post-partita di Catanzaro, mister Alberti si ritroverà ad allontanare ogni tipo di disfattismo attorno alla squadra. Non siamo retrocessi.

E non retrocederemo, se si affronta tutto a testa alta. I quattro gol buscati al 'San Filippo' non sono gli stessi di Lamezia. Nel primo tempo è stata evidente la superiorità della Reggina, mai concretizzata con tiri nello specchio. L'episodio del gol di Bortoli ci può stare, ma è la dormita sul primo corner della ripresa il vero, pesantissimo errore che andava evitato. Da lì in avanti, è stato fisiologico sbilanciarsi, allungare i reparti e prestare il fianco. La squadra ha reagito sempre: dopo il secondo, dopo il terzo e persino dopo il quarto gol. Passeremo per folli, ma quella di Messina è stata fin qui la miglior prestazione della gestione Alberti.

Chiedere al presidente di mettere mano al portafogli, è un discorso che abbiamo quasi sempre evitato. Da parte di un giornalista, può sembrare demagogia di bassa lega. Si può fare un'eccezione quando è proprio il presidente a provare a rovesciare le parti, chiedendo lui un finanziamento alla città tramite l'azionariato popolare. Ma qui, prima che attingere alle proprie eventuali ricchezze, la mano di Foti dovrebbe posarsi sulla coscienza: dopo due retrocessioni in cinque anni, finire tra i dilettanti sarebbe la sua definitiva umiliazione, ancor prima che per Reggio Calabria.

È nostro dovere calarci, o tentare astrattamente di farlo, nelle dinamiche del calciomercato per una società come la Reggina. L'entità delle risorse disponibili è risaputa, così come la posizione in classifica che non attira nemmeno i signori nessuno, figuriamoci quei giocatori con un po' di talento. Può essere che il 2 febbraio, per fare un esempio, la Juve Stabia possa cedere gratis Francesco Ripa anziché chiedere un fio per il cartellino. Ma la realtà dice che tra una settimana sarà finita anche Reggina-Lecce, e mentre i giorni passano gli amaranto vanno in campo e non ottengono quelle vittorie fondamentali per risalire la china.

La tempistica degli acquisti guarda ancora una volta l'aspetto economico, perdendo di vista quello sportivo. Lo capisce anche un bambino che se si retrocede, le perdite di introiti superano di gran lunga l'eventuale spesa da sostenere adesso per dotare la Reggina di elementi pronti. Per scendere in campo, subito. Se Alberti ha schierato contemporaneamente Aronica e Belardi a Messina, lo ha fatto perché sa di potergli fare acquistare la forma solo così. Ha scelto una partita importante e delicata, e gli è andata male. Ma rimandare alle calende greche l'esordio da titolare di un over 35, equivale di fatto a non averlo con sé per due mesi.

Inoltre si dovrebbe operare con competenza e reale conoscenza di ciò che serve. Gallozzi è l'ennesimo elemento di corsa in mezzo al campo, come Armellino, Maimone e Salandria. Serve qualità. Se una squadra ultima in Lega Pro rinuncia a priori ad ingaggiare un centrocampista come Fabio Caserta, deve avere come minimo un'alternativa di pari spessore tecnico già pronta. Anche perché il melitese verrebbe al minimo salariale. È come se un single squattrinato si rifiutasse di trascorrere un weekend in compagnia di Sabrina Ferilli, pronta anche a dividere la benzina, solo perché la signora è già sulla cinquantina.

Probabilmente la società sperava di monetizzare ad inizio mercato dalle cessioni di Dall'Oglio e Rizzo, non ancora avvenute. Sarebbe un modo per sentirsi al sicuro, in vista della seconda rata da pagare entro il 31 marzo all'Agenzia delle Entrate. L'idea di seppellire l'ascia di guerra con Di Michele e Maita andrebbe valutata, prima che sia troppo tardi.