La Reggina affonda nello Stretto: 4-1 per il Messina

curvasanfilippodi Paolo Ficara - "Noi siamo Reggio Calabria". È il coro issato dalla tifoseria amaranto intorno al 90' di Messina-Reggina, col risultato fissato sul 4-1 finale. Bortoli sblocca il derby dello Stretto prima dell'intervallo, poi va a segno tutto il tridente di Grassadonia nella ripresa: Orlando, Corona e Ciciretti cancellano i ragazzi di Alberti, ed il gol di Insigne nel finale non contribuisce ad addolcire la pillola. Adesso solo chi ha dimostrato attaccamento ai colori, sbarcando in Sicilia per sostenere la squadra, può dare una mano al tecnico per evitare pesanti ripercussioni psicologiche.

C'è Emanuele Belardi a difendere la porta della Reggina. Questa la sorpresa principale di mister Alberti, che in difesa rinuncia ad Ungaro per dare spazio ad Aronica come nelle previsioni, ed a metà campo si affida sia a Mazzone che a Condemi con Maimone inizialmente in panchina. Il collega Grassadonia all'andata aveva presentato un Messina abbottonato col 5-3-2; adesso va anche lui di 4-3-3, ma lo schema penalizza Orlando costretto a partire da sinistra, lui che a settembre fu letale in posizione centrale.

Dopo qualche minuto si capisce quale sia la squadra più organizzata e con una notevole brillantezza atletica. È la Reggina ad impadronirsi del centrocampo, settore in cui i tre mediani si muovono ottimamente presidiando ogni metro in fase difensiva, e proponendo l'azione con la lucidità di Mazzone ed il coraggio di Condemi. Manca però l'essenza di questo sport: la fase di finalizzazione.

Gli amaranto non trovano la via del tiro in porta, nonostante due ottime occasioni. Quando Insigne approfitta di uno scivolone di Benvenga per involarsi in area, il suo cross per Louzada viene intercettato per un soffio da Altobello. Più avanti è lo stesso Insigne, dopo aver sottratto la sfera a Bortoli, a scoccare un bel sinistro: Iuliano si protende in volo ma non ci arriva, il pallone sibila a lato di pochissimo.

Per Belardi solo ordinaria amministrazione fino al 40', minuto in cui il Messina passa inaspettatamente in vantaggio: Izzillo innesca Cane a destra, la sfera giunge a Ciciretti non contenuto a dovere in area, ed il suo invito col sinistro viene raccolto e sbattuto in rete da Bortoli, altro mancino, dal lato opposto. La difesa protesta e reclama il fuorigioco: purtroppo Aronica è un passo indietro rispetto ai compagni al momento dell'assist, e se il marcatore è in posizione regolare è questione di millimetri.

La punizione diventa severissima per la Reggina ad inizio ripresa. È il 48' quando Altobello anticipa tutti su corner di Ciciretti, e la sua sponda è preda di Orlando che non ci pensa due volte a sparare nel sacco da pochi passi. L'ex attaccante della Paganese diventa definitivamente l'idolo della tifoseria peloritana, bissando la prodezza dell'andata e tagliando le gambe ai giovani amaranto, fin lì autori di una gara encomiabile.

Alberti attinge dalla panchina per rivitalizzare i suoi, scossi dai due schiaffi. Fuori Louzada, cui il ruolo di prima punta proprio non si addice, e dentro Viola. Poi tocca all'ultimo acquisto Gallozzi, rifiata Condemi. L'accenno di reazione c'è: Masini, Armellino e Viola confezionano un'azione e riescono ad entrare in area, ma manca lo spunto per evitare il contrasto regolare dei centrali biancoscudati in area.

Poco dopo è Corona a chiudere la contesa: il 40enne viene pescato in profondità, troppo molle Di Lorenzo nell'affrontarlo, ed il sinistro al 64' non lascia scampo a Belardi. 3-0, anche se è Lega Pro. "Lillo Foti portaci in Europa", canta il settore ospiti.

La Reggina non si dà per vinta. Punizione di Viola, a lato non di molto. Il primo tiro in porta arriva grazie ad Insigne, ci sono i guanti di Iuliano sul suo sinistro dal limite. Ci prova anche Armellino, ma gli ospiti sono tutti protesi in avanti e beccano il quarto gol al 76': Ciciretti salta praticamente tutti partendo da destra, ed il suo sinistro scoccato da posizione centrale sorprende Belardi sul palo più vicino. Il talento di scuola romanista esulta come il suo idolo Totti, scattandosi un selfie dopo la rete della definitiva batosta.

Insigne salva la faccia propria e quella dei compagni, comunque autori, lo ribadiamo, di una prestazione dal livello superiore rispetto allo scempio visto tra novembre e dicembre: all'86' una sua punizione si infila in rete, dopo aver scavalcato la barriera e toccato il palo interno.

Senza una torre in avanti, senza un regista d'esperienza, senza esterni di ruolo e con un fantasista che va ad estrarre il coniglio dal cilindro a partita chiusa e dopo tre mesi di letargo, Alberti non può fare miracoli. Esattamente come all'andata, è arrivata la sconfitta con i dirimpettai ad interrompere una miniserie utile, spezzando le ali dell'entusiasmo ed infliggendo una pesante mazzata sul piano mentale. Non ci interessano e non ci interesseranno i soliti piagnistei e mea culpa a fine stagione, con assunzioni di responsabilità senza aver preso cognizione degli errori: servivano e continuano a servire rinforzi di spessore, la sconfitta di oggi è figlia solo della presunzione di chi si è cullato sul buon momento di forma.

MESSINA – REGGINA 4-1

Reti: 40' Bortoli, 48' Orlando, 64' Corona, 76' Ciciretti, 86' Insigne

MESSINA (4-3-3): Iuliano; Cane, Altobello, Stefani, Benvenga; Damonte, Izzillo, Bortoli; Ciciretti (85' Donnarumma), Corona (92' Sciliberto), Orlando (79' Bonanno). A disposizione: Berardi, Sciotto, Bellamacina, Giove. Allenatore: Grassadonia.
REGGINA (4-3-3): Belardi; Di Lorenzo, Camilleri, Aronica, Karagounis; Condemi (61' Gallozzi), Mazzone (79' Maimone), Armellino; Insigne, Louzada (58' Viola), Masini. A disposizione: Kovacsik, Cirillo, Ungaro, Lancia. Allenatore: Alberti Mazzaferro.

Arbitro: Cifelli di Campobasso.
Ammoniti: Altobello, Aronica