Reggina: la "maniera" di Cozza è l'ultima di una lunga serie

foticozzadi Paolo Ficara - L'ultimo dei colpevoli. Le dimissioni di Ciccio Cozza da allenatore della Reggina, verranno ricordate come un gesto di lealtà e rettitudine professionale. Sedersi su quella panchina era il suo sogno, lo ha fatto nonostante si trattasse di ripartire dalla terza serie, all'interno di una società tutt'altro che florida. Forse già ad agosto, quando in sede gli hanno quantificato l'ipotetica penalizzazione senza però portargli i rinforzi richiesti, l'idea di fare un passo indietro era balenata.

Si è ritrovato senza grosso supporto nel secondo momento critico della stagione. La vittoria sul Cosenza era servita per mettersi alle spalle quel derby dello Stretto che ancora bruciava. Poi il dramma vissuto dal portiere Daniel Leone, quel rigore sbagliato da Insigne al 93' contro la Lupa Roma, e l'handicap che ha catapultato la Reggina al penultimo posto, hanno costituito quegli episodi capaci di sgretolare le poche sicurezze fin lì acquisite.

Anche il tecnico ha le sue responsabilità, ma in misura inferiore rispetto alle altre componenti. In molti si sono soffermati su una frase pronunciata a mezza bocca da Cozza, e probabilmente non completata, nei minuti immediatamente successivi a Reggina-Salernitana: "Non ci sono le condizioni per fare calcio alla mia maniera". No mister, qui non siamo d'accordo. Al Sant'Agata non ci sono proprio le condizioni per fare calcio; né alla maniera di Cozza, né alla maniera degli allenatori che lo hanno preceduto. Da anni.

Se avessimo lanciato il sondaggio "preferireste le dimissioni di Cozza o di Foti?", forse ne sarebbe venuto fuori un plebiscito. Quello del tecnico è un gesto di arresa alle incapacità altrui, e fa spostare ancora di più l'indice sulle manchevolezze societarie nonché sull'indolenza della squadra. L'ultima pecca coinvolge sia il presidente, che la classe giornalistica: nessuno dei due soggetti, fino alla giornata di domenica, è riuscito a capire che Mozart non poteva diventare capo allenatore per motivi regolamentari.

L'Assoallenatori si è limitata ad evidenziare l'irricevibilità di una richiesta di deroga, per un soggetto iscritto al corso per il patentino di terza categoria. E non di seconda. Dunque, Mozart potrebbe allenare soltanto in Serie D, sempre previa deroga. E per il momento, la Reggina non ci è ancora arrivata. Se nel weekend appariva certo l'incarico al brasiliano (rimasto a pienissimo titolo nello staff attuale), è perché risulta fosse già avvenuto in attesa di un'autorizzazione mai arrivata, e che non poteva arrivare. Nell'errore siamo incappati anche noi.

Ora, al di là del fatto che il mister in seconda Padovano risulti affaccendato nelle stesse mansioni svolte fino ad una settimana fa con Cozza, la specifica sulla figura preposta a "coadiuvare" il nuovo allenatore Pierantonio Tortelli può suonare come una excusatio non petita. In questo momento la Reggina fa bene ad allenarsi a porte chiuse, ma l'importante è che ci sia chiarezza all'interno: a rapportarsi con la squadra deve essere una voce sola, e non due o tre.

Oltre alla propria esperienza generale, mister Tortelli può beneficiare della profonda conoscenza dell'organico. Molti dei calciatori presenti li ha allevati lui al Sant'Agata, ne ha seguito il percorso caratteriale oltre che tecnico. C'è da individuare un paio di elementi in grado di occupare le fasce a centrocampo, per una nuova disposizione tattica. Ma soprattutto bisogna lavorare sulla testa.

Di sicuro non andremo a contraddirci all'interno dello stesso articolo: da anni, alla Reggina non si riesce a fare calcio nella giusta maniera. Tortelli ed il resto dello staff hanno però il compito di mantenere la categoria, nonostante ciò. C'è da mettersi alle spalle l'Aversa Normanna (che ha agganciato la Reggina al penultimo posto), l'Ischia e qualche altra compagine forse in maggiore difficoltà tecnica rispetto agli amaranto. Ma c'è da combattere contro una penalizzazione destinata ad aumentare. Sabato pomeriggio, proprio nell'isola di Ischia, la Reggina sarà già ad un bivio sul campo della terzultima.