Reggina: tra una Figc pilatesca ed il rischio di un -7

foticozzadi Paolo Ficara - Indovina chi. È il nome di un gioco da tavola, in voga tra gli anni '80 e '90. Bisognava azzeccare il personaggio selezionato dall'avversario, procedendo per indizi: se ha i capelli, se ha la barba, se è biondo. Somiglia tanto al discorso del ripescaggio in Serie B. Quale sarà la ventiduesima? Non deve aver commesso illeciti recenti, deve essere arrivata almeno ai playoff di Lega Pro, deve aver portato parecchia gente allo stadio negli ultimi anni.

Ora, in base ai criteri indicati dal Consiglio Federale (limitatosi a confermare quelli già esistenti), una squadra che supera le altre sicuramente c'è. Dovrebbe trattarsi del Pisa. Ma ancora non è stato ripescato. Qualora si fosse proceduto in maniera meno complicata, andando a guardare semplicemente l'ultima classifica di B, sarebbe toccato al Novara. Così come è successo di recente al Vicenza in B, o al Messina nell'anno di Calciopoli in A, si sarebbe premiata la prima delle retrocesse. Ma non è accaduto.

C'è la storia del coinvolgimento nel filone del calcioscommesse a penalizzare il Novara. Ed anche la Reggina. E allora si poteva procedere per eliminazione, con la Juve Stabia pronta a beneficiare delle colpe altrui. E invece no. I criteri, già noti da un anno, premierebbero appunto il Pisa. Ma perché bisogna attendere fino a lunedì, quando mancheranno solo quattro giorni all'inizio del torneo cadetto? Cosa può succedere da qui al 25 agosto?

Se la Reggina ha sperato in un'ammissione d'ufficio in Serie B, è perché conosce le dinamiche del palazzo. Le regole esistono, ma esiste anche una politica del pallone capace di girarle e voltarle a piacimento. Forse è incapace di prendere una decisione, vincendo il timore di scontentare qualcuno. Anche per difendersi da azioni legali, o da maxi richieste di risarcimento. Una riflessione però è d'obbligo: se i padroni del calcio avessero voluto ripescare il Novara, o la Juve Stabia, o il Pisa, il tempo ed il modo per farlo lo avrebbero già avuto.

Un aspetto è evidente: la Figc vuole agire come Ponzio Pilato, demandando tutto al Coni che guarda caso si pronuncerà proprio il 25 agosto. C'è il ricorso della Reggina, ma se viene annullata la discriminante dell'illecito sportivo sanzionato nel 2012 (e commesso nel 2011), vale anche per il Novara. Forse l'unica maniera per accedere alla B sarebbe l'allargamento a 24 squadre (ripescando le tre retrocesse), ottenuto a forza 11 anni fa dal Catania di Luciano Gaucci. All'epoca fu il Tar del Lazio ad imporre la decisione. Da quel momento, venne emanata la diffida verso le società che si sarebbero rivolte alla giustizia ordinaria, bypassando quella sportiva.

La speranza, l'illusione, la possibilità, è comunque molto flebile. Ma qualora dovesse avverarsi, la Reggina si ritroverebbe in B totalmente impreparata. Sia come squadra, sia soprattutto come società. L'organico attuale non corrisponde all'idea di calcio di Ciccio Cozza. Da sottoscrivere le sue richieste di rinforzi, nonché la ferma volontà di esprimere calcio anziché limitarsi al palla avanti e pedalare. In Serie A giocavamo, nell'ultima disgraziata stagione, con Cirillo, Valdez e Santos: difficile adesso attendersi in Lega Pro un nuovo Vargas, capace di impostare l'azione da dietro, da un patron che ha persino regalato Giosa.

La realtà dei fatti comprende uno stuolo di ragazzi cresciuti con la cultura del 5-3-2, del lancio alla sperindio e dell'aggressività fine a sé stessa. Questo è il lavoro lasciato in eredità dal principino del Sant'Agata, che da qualche settimana ha liberato la scrivania ma spera sempre di rientrare dalla finestra, dopo essere uscito dalla porta. Tranne l'unico anno di vero lavoro per Nicola Amoruso, con la presenza dell'offensivista Roberto Cevoli sulla panchina della Primavera, l'intero settore giovanile è stato impostato da Giacchetta con l'idea dell'anti-calcio, dal 2007 in poi.

Oltre ai tentativi di conversione calcistica della squadra, Cozza dovrà presto fare i conti con una penalizzazione in classifica. Il deferimento per le mensilità di gennaio e febbraio è già pendente, prima o poi arriverà anche quello relativo a marzo ed aprile. Difficile evitare le condanne, che dovrebbero essere emesse nella misura di un punto per la prima sanzione, e due, causa recidiva, per la seconda. A meno che, per la recidiva, il calcolo non comprenda l'handicap già applicato nella passata stagione sportiva.

E non finisce qui. C'era tempo fino a ferragosto (o forse fino a lunedì 18, per la concomitanza del weekend in seguito al giorno festivo) per mettere a posto il discorso emolumenti relativo a maggio e giugno. Documenti ufficiali ancora non ce ne sono, ma da parte di chi attendeva l'incentivo all'esodo ci sarebbe già una nuova vertenza pronta a partire. Se così fosse, la seconda recidiva sarebbe molto pesante nella misura di quattro punti. Più i tre di cui sopra, per un totale di sette.

Serie B o Serie C che sia, la Reggina deve riprendere a lavorare dalle basi. Ma la Reggina attuale non sembra esserne capace. Riunirsi nello spogliatoio con l'allenatore tre minuti dopo la prima partita di Coppa Italia, per fare in fretta e furia il punto sul modulo e sul calciomercato, non è programmazione: è l'ennesimo sintomo di nevrosi. Ribadiamo un pensiero, espresso a più riprese da mesi. Serve un direttore sportivo serio, capace di riportare equilibrio sia dentro che fuori dal campo.