Reggina: l'iscrizione non basta, se non si ricomincia a fare calcio

fotipresidentedi Paolo Ficara - Patema d'animo. Entro fine giugno, si saprà se la Reggina è in regola per iscriversi al prossimo campionato di Lega Pro. Diverse le mosse attuate dal patron Lillo Foti per evitare la sciagura: cessione di Pawel Bochniewicz all'Udinese per circa un milione (diventerà effettiva però il 1° luglio), rescissione contrattuale o rinuncia agli stipendi dell'ultima stagione per quasi tutti gli elementi in rosa, nonché il piano di ristrutturazione del debito presentato tempo fa in tribunale, ed in attesa di approvazione in settimana.

L'ostacolo più grosso sembra essere il pagamento che deve avvenire cash (si parla di circa mezzo milione), nei confronti dei calciatori mandati via tramite risoluzione consensuale ed incentivo all'esodo ormai due anni fa. Il riferimento è ad Emiliano Bonazzoli, Riccardo Colombo, Antonio Marino e Francesco Zizzari. la soluzione potrebbe arrivare dalle comproprietà, dato che entro il 20 giugno la Reggina saprà quanto avrà incassato per Andrea Arrighini, Manuel Fischnaller e Giuseppe Rizzo rispettivamente da Pontedera, Sud Tirol e Pescara.

Parlare soltanto di soldi, di conti, o di scenari ipotizzabili solo di fronte a fatti compiuti, rischia di distogliere l'attenzione dai problemi che stanno alla base, e che hanno portato la Reggina a ridursi in questo stato nel breve volgere di pochi anni. La programmazione societaria, che deve sempre basarsi sugli aspetti tecnici di pari passo a quelli economici, è stata un autentico scempio dal luglio 2007 in poi.

La gravità relativa alle pendenze dei quattro calciatori sopra citati, si acuisce se ci fermiamo a pensare che sono stati pagati non per giocare, bensì per andarsene dalla Reggina. Specie nel caso di Bonazzoli e Colombo, si tratta di elementi non sostituiti con gente più forte. Tanto valeva farli rimanere, chiedendo di contribuire al raggiungimento del risultato sportivo, piuttosto che condurli ad una guerra contrattuale da cui Foti ne sta uscendo clamorosamente sconfitto.

Una vicenda, questa delle risoluzioni con incentivo all'esodo, che rischia di diventare un cul de sac. C'è il forte rischio che Matteo D'Alessandro o qualcun altro con rescissione datata un anno fa, tra qualche mese batta cassa. E che dire dei calciatori venuti incontro alla società negli ultimi giorni? Possibile siano tutti così ingenui da rinunciare agli stipendi, senza qualche buonuscita con tanto di impegno scritto? Una società che, nonostante gli introiti della Serie B, non è riuscita a pagare Bonazzoli, Colombo, Marino e Zizzari, come potrà far fronte a queste problematiche tra uno o due anni, con gli introiti della Serie C?

Tornando all'aspetto legato alla programmazione tecnica, è un paradosso rinunciare ad un calciatore come Daniel Adejo: allevato per circa 10 anni al Sant'Agata, trattenuto per ulteriore valorizzazione nonostante qualche buona offerta arrivata dalla Serie A, forzato a rinnovare il contratto nel luglio scorso, fatto sparire a fine stagione con la scusa di dare spazio ai giovani ed infine messo alla porta con forte buonuscita. Il caso del nigeriano è l'esempio lampante di una società incapace di prendere decisioni logiche, e di farlo col necessario tempismo. Un potenziale patrimonio tecnico, al di là del reale valore del difensore, gestito malissimo ed infine gettato nella pattumiera.

Il can-can legato all'iscrizione fa sì che venga buttato via quel lasso di tempo, intercorso tra il finale di stagione con retrocessione ormai acquisita e l'attuale mese di giugno, sfruttabile per porre le basi in vista della prossima stagione. Posto che Foti non faccia scherzi, iscrivendo regolarmente la squadra, per il momento siamo senza allenatore e con una campagna acquisti tutta da impostare.

Se Foti andrà avanti con la stessa testa, e con gli stessi dannosissimi personaggi di cui si è circondato negli ultimi tempi, forse potrà anche iscrivere la Reggina ma avrà soltanto rimandato la propria fine. Se non comincia a mettere le persone giuste al posto giusto, la baracca non reggerà a lungo. Cedere Bochniewicz e probabilmente anche Coppolaro, ed ottenere la rinuncia agli stipendi da parte dell'intero organico, significa mungere la vacca fino all'ultima goccia di latte. Se ci si ricorda come va gestita una società sportiva, a distanza di 28 anni, vanno poste immediatamente nuove basi. Altrimenti, arrivederci e grazie.