Giosa al Dispaccio: "Quando alla Reggina i vecchietti ti sapevano mettere in riga..."

Giosa-Gilardinodi Paolo Ficara - Ormai è diventato grande. Antonello Giosa non va più considerato come un ragazzino senza esperienza: lo era in Serie A, ma già in cadetteria era tornato sulla sponda calabrese dello Stretto in seguito alle annate di Messina e Vicenza. La Reggina lo ha ripreso nel 2010, ma nelle ultime tre stagioni lo ha sballottato in prestito tra Lumezzane, Avellino e Como, sempre in Lega Pro.

Di difensori nettamente più forti di lui non ne abbiamo visti, con la maglia amaranto, specie quest'anno. Adesso Giosa può essere considerato come valido elemento almeno in Lega Pro, categoria che ormai conosce come le proprie tasche. Il difensore parla al Dispaccio di ciò che lo potrebbe attendere, di ritorno dalla parentesi al Como.

Un anno fa, di questi tempi, ottenevi la promozione in B con l'Avellino, prossimo avversario della Reggina.
"Una realtà che quest'anno ha fatto veramente molto bene. L'anno scorso sono stato protagonista del campionato vinto in Lega Pro. Poi hanno cavalcato l'onda, e sono stati bravi a ritoccare la rosa coi giocatori più funzionali. Le basi per fare bene c'erano, la buona partenza ha inciso. L'attuale situazione di classifica gli impone di sperare ancora nei playoff".

Mentre la Reggina ha solo da salvare la faccia, ammesso che non l'abbia già abbondantemente persa.
"Questa è stata una stagione sciagurata. A maggior ragione nell'anno del centenario, nessuno si sarebbe atteso così tante difficoltà. Credo sia stato salvando il salvabile dal punto di vista dell'orgoglio. Giusto mettere in mostra qualche ragazzo funzionale al progetto, di giovani bravi ce ne sono sempre stati".

Adesso è opportuno che Foti dia spazio a quei giocatori girati negli ultimi anni in Lega Pro?
"Sono valutazioni che il presidente farà al momento opportuno. Ci sono altre due partite utili per valutare il materiale a disposizione, poi si penserà alla prossima stagione. La Lega Pro è un campionato molto diverso dalla Serie B, conosco bene le dinamiche. A maggio ragione, il girone meridionale sarà molto stimolante. Torneranno i derby e le sfide d'altri tempi. Il rovescio della medaglia è che ogni domenica sarà una battaglia. Può essere uno stimolo per riportare entusiasmo in una piazza depressa".

Quali sono le principali differenze tra le due categorie?
"La B come qualità individuale è nettamente superiore. La Lega Pro, specie nel girone meridionale, ha nell'agonismo e nell'intensità le prerogative. Poi le qualità, come in tutte le categorie, alla lunga fanno la differenza. Ma come base non può mancare la cattiveria agonistica".

Ti sei dato una risposta sul motivo che ha indotto la Reggina a mandarti sempre in prestito, per tre anni di fila?
"Sono state fatte delle valutazioni da parte della società, a torto o a ragione. Ne ho preso atto, cercando di trovare i contesti giusti per le gratificazioni personali. Dispiace non essere rimasto in una realtà che mi ha fatto crescere. Avrei voluto dare un contributo, in quella che per me è la realtà calcistica più importante da sempre. Il rapporto col presidente non è stato deteriorato, c'è grande stima".

Come mai Foti ha additato i ragazzi cresciuti al Sant'Agata, colpevolizzandoli per un atteggiamento sbagliato?
"Ho letto le sue dichiarazioni. Da parte sia mia che degli altri ragazzi che ha tirato su lui al Sant'Agata, un pizzico di amarezza c'è sicuramente stato. Non conosco le cause che lo hanno portato a queste esternazioni. Adesso ho qualche annetto in più, qualche dinamica è cambiata. Non per fare di tutta un'erba un fascio, ma i giovani di adesso non hanno lo stesso atteggiamento rispetto a qualche anno fa. Parlo del modo di porsi, a tutti i livelli lavorativi. Fino a qualche anno fa, se ti azzardavi a dire una parola fuori posto, i vecchietti dello spogliatoio ti mettevano in riga. Oggi non succede più in maniera costante, gli atteggiamenti non sono indirizzati nella maniera giusta. Conosco perfettamente i ragazzi cresciuti con me al Sant'Agata, non so a chi si riferisse e non m'interessa. Ognuno di noi ha la propria idea ed una propria personalità. Detto questo, non mi sento assolutamente responsabile di danno, come ha detto lui. Avrà avuto i suoi motivi per dirlo".

Com'è stata la tua stagione a Como?
"Bellissima fino a marzo. Ho avuto la fortuna di giocare sempre, in una squadra ben costruita e che giocava a calcio. La differenza tra girone settentrionale e meridionale si vede, il Como provava sempre a giocare a calcio. Purtroppo a marzo ho avuto un infortunio assurdo che a momenti mi costa un rene, il classico scontro di gioco contro un attaccante. Volevo recuperare per i playoff, se avessimo passato il primo turno avrei giocato, ma abbiamo perso a Bolzano ai rigori. Un vero peccato, saremmo potuti arrivare in fondo".

L'anno prossimo rimani alla Reggina?
"Domanda da un milione di dollari. Ad oggi, inutile fare valutazioni. Come faccio da 10 anni a questa parte, dovrò sedermi a quattr'occhi col presidente. Sono un tesserato della Reggina, vedremo la soluzione migliore per tutti. La mia volontà? Fosse dipeso da me, negli ultimi anni non avrei girato l'Italia. Tutti sanno il mio rapporto con la Reggina in termini di professionalità".