Colucci al Dispaccio: "Reggina, programmazione disastrosa: qualcuno si faccia da parte"

coluccigdi Paolo Ficara - Strano definirlo ex. Giuseppe Colucci è stato protagonista di questa "indimenticabile" stagione per la Reggina, e dopo aver rescisso il contratto a gennaio non si è accasato altrove. A retrocessione ormai avvenuta, l'ex centrocampista amaranto ha accettato di intervenire al Dispaccio per esporre il proprio pensiero su ciò che non ha funzionato.

Dinamiche di spogliatoio conosciute da dentro, nel girone d'andata, ma osservate anche da fuori negli ultimi mesi. In più, costruzione dell'organico e false aspettative della piazza. Queste alcune delle tematiche toccate da Colucci in un'intervista tutta da leggere, e che può tornare utile più per riflettere che per soffiare sul fuoco delle polemiche.

Iniziamo da Lanciano-Reggina: un pareggio in inferiorità numerica, forse accompagnato da troppe polemiche.
"Eravamo stati criticati dopo quel pareggio. Adesso vediamo il campionato del Lanciano e quello della Reggina. A fine gara, dissi subito che poche squadre avrebbero raccolto un risultato positivo su quel campo, e non mi sono sbagliato. Ci si era fatta un'idea troppo ampia, di quel che poteva essere il nostro torneo. La Reggina poteva solo mirare ad una buona programmazione con altrettanto buona salvezza: invece, c'è stata una disastrosa programmazione ed una disastrosa annata".

In tanti abbiamo sbagliato nel giudicare le potenzialità di questo organico, ma nessuno poteva immaginare di finire davanti solo alla Juve Stabia.
"Appunto. Succede quando non si riesce ad avere la capacità di analizzare, con tranquillità, una partita. Poi, dopo il fischio finale, ci si mette un attimo a compiere il giro di umori. Al termine di Lanciano-Reggina, partita brutta come ce ne sono normalmente tante in Serie B, porti a casa un punto e si pensava già ad un disastro. Il tutto andava analizzato con calma e tranquillità. A Reggio c'è tanta gente competente, serviva più serenità".

Come si è arrivati alla rescissione consensuale avvenuta a gennaio?
"Diciamo che è stato trovato un accordo pacifico, tra me ed il presidente. Mi ha chiesto di dargli una mano economicamente. Sapevo che avrei avuto poco spazio, avrebbero agevolato i giovani. Già avevo giocato poco nel girone d'andata, anche per via di un problema fisico che mi ha tenuto fuori un mese e mezzo. Ognuno fa le proprie scelte, ho voluto rescindere per come lui mi ha chiesto".

Hai una vasta esperienza da calciatore: quali elementi hanno portato a commettere i gravi errori di questa stagione?
"Innanzitutto, in un campionato difficile come la B serve un'ossatura di giocatori esperti, attorno alla quale far girare i giovani o i meno anziani. Non c'è stata la volontà di costruire questo tipo di ossatura, e si è cercato del protagonismo. Con questo atteggiamento, nel mondo del calcio si prendono sberle facilmente. Bisogna farsi un bagno d'umiltà, tornando a far rispettare la Reggina in Italia e nel mondo. A giugno, quando finivano i campionati, la Reggina veniva invitata in tournèe in America o in Giappone. Era sinonimo di rispetto per la realtà, al di là dell'importanza di giocatori come Nakamura. Adesso siamo al punto zero, si deve ripartire. Il presidente deve avere la forza di avvicinare persone positive, che possano fare solo il bene della Reggina. Sono certo che lui abbia questa volontà, deve circondarsi di persone competenti e positive".

Quest'anno qualcuno ha provato ad aprire gli occhi a tutti?
"Nel calcio si dice in faccia la A e poi viene riportata la Z. Non so se ci sono stati fattori che hanno potuto far in modo di interferire nella gestione. Sicuramente, troppe cose che c'erano in quello spogliatoio venivano estrapolate. Troppa gente interferiva in quello spogliatoio, ed è stato un grandissimo danno per la Reggina Calcio".

Hai seguito il girone di ritorno della Reggina?
"Non ho mai abbandonato il campionato della Reggina, certo che sì".

Dopo l'avvio positivo di Gagliardi e Zanin, hai pensato che si potesse compiere l'impresa?
"Assolutamente mai. Non ho mai pensato che la Reggina si potesse salvare. Sapevo che i primi risultati sarebbero stati frutto dell'entusiasmo, ma poi, avendo vissuto il girone d'andata, alle prime sconfitte si sarebbe sgretolato qualcosa. Era già successo ed era inevitabile. Bisognava solo affidarsi a persone che potevano avere un certo tipo di esperienza del campionato. Senza nulla togliere a Zanin e Gagliardi, in pratica non mi sono mai allenato con loro. Conosco l'ambiente, sapevo che i risultati negativi avrebbero portato problemi interni, circa la gestione e le scelte".

Hai detto di essere andato incontro a Foti, sul piano economico: ti aspettavi la penalizzazione?
"Posso solo dire di aver fatto sacrifici per la Reggina, come altri. Sono sicuro che Foti vuole bene alla Reggina, è una persona positiva e lo stimo. Ha la forza per tirarsi su. Ad ogni retrocessione, la Reggina riparte più forte. Lo insegna la storia. Essermi fatto da parte è stato un gesto di rispetto".

Persone competenti e positive da mettere accanto a Foti: avverrà già a giugno?
"Spero di sì. Avevo un ricordo della Reggina con persone competenti attorno al presidente, si ottenevano grandi risultati. Non so cosa abbia in mente, ma penso che in una società o azienda con dei deficit sia sportivi che economici, c'è sempre qualcuno che paga. È giusto che qualcuno si faccia da parte per il bene della Reggina, e credo che Foti abbia già individuato chi".

La tua carriera da dove ricomincerà?
"Mi sono messo da parte per un discorso mio personale. A giugno riprenderò a giocare, farò un'esperienza all'estero. Ci sono varie possibilità, vediamo cosa verrà fuori"