Pagliuso al Dispaccio: "La Reggina non può stare in C, Foti si riorganizzerà"

Luca Pagliusodi Paolo Ficara - Il matrimonio forse non s'ha da fare, ma mai dire mai. Luca Pagliuso, figlio oltre che stretto collaboratore dell'ex presidente del Cosenza, Paolo Fabiano Pagliuso, conferma i continui contatti con Lillo Foti ma nega l'esistenza di una trattativa per rilevare almeno una parte di azioni della Reggina. Di sicuro resta il legittimo dubbio: se non parlano di affari societari, quali argomenti affrontano i due massimi esperti calcistici calabresi?

In questa breve intervista rilasciata al Dispaccio, Luca Pagliuso (immagine tratta da Cosenzacalcio.eu) coglie almeno la possibilità di esprimersi sulle sorti della Reggina, per la quale ci sarebbe solo una simpatia. Chissà se un giorno gli amaranto torneranno col Cosenza ad affrontarsi in Serie B oppure a scambiarsi i giocatori (come successo tra Oshadogan e Savoldi), nel frattempo c'è bisogno di risposte per l'immediato futuro.

Il mondo del calcio manca alla famiglia Pagliuso?
"Poco. È un calcio molto problematico, e più si va avanti, più diminuisce lo spettacolo e più aumentano i problemi per chi sta a capo di un'azienda".

Sarà orgoglioso della promozione del Cosenza, avendoci lavorato in passato.
"Non c'è dubbio. Rimane sempre l'affetto per la squadra della propria città, dopo aver legato le nostre esistenze per quindici anni all'ambiente del calcio. Vedere il Cosenza vincere e tornare in alto, non può che farci piacere".

Anche se lì non mancano polemiche e difficoltà, nonostante l'annata positiva.
"Cosenza è una piazza come tutte le altre. Quando la squadra vince, va tutto bene. Quando si perde, magari ci sono le contestazioni dei tifosi. Ritengo che tutte le piazze siano simili. Sostenere che una sia più calda dell'altra è una sciocchezza. Soprattutto le piazze del sud ti stanno vicine se i risultati arrivano, altrimenti subire critiche è un fatto automatico".

A Reggio Calabria forse non ci sono tutte quelle critiche che ci si aspetterebbe, per una retrocessione in C.
"Il presidente Foti ha dato così tanto alla Reggina, raccogliendo tante e tali soddisfazioni, che poi nessuno si aspettava di tornare prima in B e poi, anche se la matematica ancora non condanna, in C. La persona che sta al timone è di assoluto spessore, ma anche i grandi sbagliano. Nella vita o nel calcio, non ci sono infallibili".

Deduco stia seguendo la Reggina.
"La seguo molto, mi sento molto vicino al presidente. Siamo in ottimi rapporti, anche con la sua famiglia. Oltre che una persona qualificata nella vita di tutti i giorni, lo ritengo un grande dirigente. È stato l'unico uomo in grado di fare così tanto bene con una squadra calabrese come la Reggina. Non dimentichiamoci il passato. È altrettanto vero che in questo momento le cose non vanno bene, ed ha sbagliato ad organizzare gli ultimi anni di campionato. Se le cose vanno male, la colpa è anche sua. Ma ripeto: ha fatto talmente tanto bene prima, da meritare una prova d'appello. Bisogna lasciarlo sereno, per riorganizzare un nuovo progetto per la Reggina".

La vicinanza tra le famiglie Pagliuso e Foti può diventare imprenditoriale?
"È molto difficile. Non guardiamo più al calcio come ad uno sbocco. Lo abbiamo fatto nella nostra città, per altri motivi, negli anni addietro. Seguo molto la Reggina per l'amicizia che mi lega a Lillo, a volte vengo anche a vedere le partite a Reggio. Ma è solo un passatempo. Nient'altro. Non ci sono prospettive per un legame con la Reggina".

Nemmeno se ci fossero rischi per l'iscrizione?
"Intanto, questo non me lo auguro e non lo penso. Lillo può riorganizzare la Reggina senza problemi. Noi, imprenditorialmente, non abbiamo interesse nel venire a fare calcio a Reggio. Nemmeno nella nostra città, è un capitolo chiuso. Mi auguro che Lillo riesca a riorganizzare da solo, o assieme all'imprenditoria reggina, quel che la Reggina ha rappresentato nel panorama nazionale. Nove anni di Serie A non si dimenticano, sono state fronteggiate a testa alta Inter, Juventus e Milan. Foti ha raggiunto un altissimo livello, ed abbandonare la nave in un momento di difficoltà sarebbe sbagliato. Se ha bisogno di aiuto, è giusto che gli venga dato".

Che lei sappia, questo aiuto lui lo sta chiedendo?
"Da tempo chiede sostegno. La B è andata subito stretta ai tifosi, il progetto non piaceva. Il campionato non è andato bene, e la gente si è allontanata essendo abituata ad altri spettacoli. Quest'uomo si è ritrovato da solo a fronteggiare errori che lui riconosce, sa fare il mea culpa. Detto questo, la sua unica alternativa è di ripartire cercando di sbagliare di meno. La Reggina in C non ci può stare, mi auguro sia solo di passaggio con un campionato transitorio che la riporti subito nella categoria di competenza".

È anche vero che di imprenditori, a Reggio, non ce ne sono tantissimi.
"Ce ne sono pochi anche a Cosenza e a Catanzaro. Se si vuole riportare in alto la Reggina, è arrivato il momento di fare unione e gruppo attorno a Lillo Foti. Lo sento molto abbattuto. È necessario che ritorni ad essere entusiasta di sé. Quando si opera con intraprendenza, si ottengono risultati migliori rispetto a quando si agisce con affanno o difficoltà".