Reggina: ogni fede ha i suoi simboli...

regginastickersdi Paolo Ficara - Il sogno è iniziato. Ed in settimana dovremmo vivere il passaggio più significativo, di un'era Gallo molto intensa e caratterizzata dal riavvicinamento alla gente. Tornerà la Reggina a tutti gli effetti, col recupero dei beni immateriali e dunque del palmares connesso all'identità. Una mossa che inorgoglisce, inutile negarlo, soprattutto la nostra testata e tutti coloro che hanno condiviso idealmente le battaglie degli ultimi mesi. La guerra sta per terminare con meno danni del previsto, dato che la nuova proprietà non ha voluto far trascorrere l'intera stagione prima di intervenire.

Può mancare tutto, ma non l'identità.

E se fin qui è mancata per problemi economici o, più probabilmente, per totale ignoranza o profonda mancanza di rispetto verso il passato, ormai non importa più. Un Papa può anche spostare la propria sede ad Avignone, ma San Pietro sta a Roma. C'è chi ha sempre seguito la propria fede, c'è chi ha preferito seguire il governante di turno. Ci sentiamo di ringraziare chi ha tenuto duro: Giuseppe Campagna, presidente della sezione fallimentare presso il Tribunale di Reggio; i curatori Massimo Giordano, Fabrizio Condemi e Cesare Di Cintio; nonché Antonio Girella, che sta per uscirne trionfatore dopo le invettive iniziali, per aver custodito il Sacro Graal amaranto.

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Le scelte successive saranno frutto di gusto, eleganza e soprattutto conoscenza della storia, da parte di un super presidente come Luca Gallo ed un direttore generale che lo ha saputo illuminare circa il mondo amaranto, come Vincenzo Iiriti. Ci riferiamo alla scelta del logo distintivo, nonché della denominazione sociale.

Decisamente bello il refresh disegnato dal reggino Pietro Nucera nel 2016. Innegabile che sia stato realizzato con il cuore. L'intento era di racchiudere i 105 anni di storia, con i simboli che hanno contraddistinto i loghi precedenti. Può darsi che le intenzioni di chi gliel'ha commissionato, fossero meno nobili. Purtroppo, lo stemma utilizzato negli ultimi tre anni è legato al periodo più buio e triste di sempre.

Ben altra storia per la R stilizzata col pallone. In tutti i sensi. Comparsa sulle divise già nel biennio con Nevio Scala in panchina, è l'emblema che ci ha accompagnato nei nove anni di Serie A. Ben visibile sulla maglietta di Shunsuke Nakamura. Quel logo intriso di ricordi, emozioni e passione, è immediatamente associabile alla Reggina in ogni angolo del pianeta. Se alla scelta di cuore dobbiamo unire una valutazione da merchandising, la risposta è una.

Era l'agosto del 2015. Un mese dopo la mancata iscrizione. Dieci mesi prima della sentenza di fallimento. Sottolineavamo l'importanza di quel simbolo. Parlavamo di identità. Bacchettavamo chi voltava le spalle alla storia. Non ci siamo mai spostati. Grazie presidente Gallo.