Reggina: Falcomatà si schiera contro una squadra che non c'è

falcomatadi Paolo Ficara - L'impossibile diventerebbe possibile, ma resta impossibile per il bene... Comune. Nel leggere la nota diramata dalla Urbs Reggina circa il recente incontro congiunto con Falcomatà e Girella, più di una volta siamo balzati dalla sedia, forzandoci a tornare indietro per rileggere ogni rigo. E non di certo per la rinuncia al Sant'Agata. Esistono i ristoranti e le paninerie: il centro sportivo di via delle Industrie non è una panineria.

Innanzitutto, fa strano apprendere da una srl privata che il primo cittadino si è prodigato presso la Federcalcio, allo scopo di tutelarne la titolarità della storia calcistica cittadina. Non comprendiamo, infatti, come mai tale passaggio non sia stato reso di pubblico dominio dal diretto interessato, nella di lui nota diramata giovedì. Magari sarà avvenuto tra ieri sera e stamani, chissà.

Posando per un attimo l'indicazione partita dal potentissimo Falcomatà verso i modesti uffici di via Allegri in Roma, di cui ci immaginiamo avvocati o alti dirigenti a capo chino nell'atto di recepire senza proferir parola, andiamo a soffermarci sul seguente passaggio: " La garanzia offerta al Sindaco dal Sig. Girella – su precisa richiesta dello stesso Primo cittadino – a non interferire in alcun modo a proposito del nome e del marchio con le attività del Club e a non creare momenti di divisione e fratture".

Il fatto che nel 2018, a Reggio Calabria, Italia, Europa, chi paga non debba dar fastidio a chi non paga, è materia che lascio volentieri al mio Direttore. Fa specie però l'implicita ammissione che era, è e sarà assolutamente possibile, da parte di Girella, utilizzare nome e marchio. Anche presso la Figc. Se abbiamo capito male, allora in futuro ci attenderemo altre preziose indicazioni da parte di Falcomatà alla cittadinanza, come ad esempio: "Evitate di fare l'impennata con la macchina", oppure "Non recatevi a Messina a piedi".

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Ma torniamo all'"intervento del Sindaco stesso in Figc attraverso l'indicazione del Club quale unico riferimento identitario della storia calcistica reggina". Se quel povero allocco di Aurelio De Laurentiis avesse chiesto a Rosa Russo Jervolino, dopo il fallimento del Napoli di Corbelli e Ferlaino, di presentarsi in Figc come prima cittadina ad indicare a quale club (scusate, Club) assegnare una storia composta, tra l'altro, da due scudetti, si sarebbe risparmiato fior di quattrini nel ricomprare marchio e trofei. Cosa volete che gliene importi alla Federcalcio di Codice Civile o tribunali? È sufficiente che un sindaco si autoattribuisca potere legislativo, giudiziario ed esecutivo. Ed il gioco è fatto.

In questo schierarsi in favore di un privato, Falcomatà forse non si è reso conto di essersi automaticamente schierato contro una squadra che non c'è. Vi risparmiamo l'ennesimo pippone su eredità, storia, beni immateriali etc, ognuno ormai si sarà creato la propria idea. Ma perdinci bacco, in Figc al momento non esiste nessuna Reggina Calcio. O comunque, nessuna squadra che aspiri a rilevarne quel che resta. Nessuna che si era già presentata a mettere in dubbio il riferimento identitario della storia calcistica reggina. Nes-su-na. Forse, la telefonata, era meglio farla ai Ghostbusters.

A meno che Falcomatà non disponga di informazioni diverse dalle nostre. In quel caso, schierarsi arbitrariamente senza prima renderne edotta la tifoseria, sarebbe stato squallido.

Ora, con una tifoseria finalmente tranquillizzata da questa presa di posizione del sindaco (appresa dalla nota della Urbs Reggina), è lecito domandarsi con quale piede si alzerà al mattino il successore di Falcomatà. Se il prossimo inquilino di Palazzo San Giorgio avrà una corsia preferenziale col futuro Presidente della Figc, sentendosi libero di indicare la Reggio Mediterranea o il Bocale come riferimento della storia calcistica reggina, come la metteremo?

O forse, il fumo di Londra si è spostato a Reggio Calabria.

Come testata giornalistica siamo ben lieti di aver sollevato una questione che è stata presa in considerazione a tutti i livelli, dopo le prime imbarazzanti minimizzazioni. Riteniamo di fermarci nell'esposizione, arrendendoci di fronte alla pochezza delle mani in cui siamo finiti, come città. Per la stagione sportiva 2018/19, nel Quadrante Amaranto troverete notizie e commenti circa l'unica squadra professionistica di Reggio Calabria. Inoltre, non mancheranno aggiornamenti saltuari circa le attività di chi si è degnato di mettere sul tavolo l'astronomica cifra di 16.000 euro, per non disperdere, anche per un solo anno, un marchio che a livello affettivo rappresenta tanto ed a livello civilistico tantissimo. L'augurio è che entro luglio 2019 si possano di nuovo intersecare i beni immateriali della sola ed unica Reggina, con un titolo sportivo che quest'anno rappresenta corpo ma non anima. Doveroso un pensierino finale, per tutti gli sfortunati protagonisti della vicenda marchio: ci avete rotto le scatole.