Iacopino a Radio Reggio Più: "Granillo era un ricercatore di risorse per la Reggina"

iacopino500"Chi fici a Reggina?". Era la frase ricorrente di ogni domenica pomeriggio, ai tempi del presidente Oreste Granillo. A sostenerlo è Franco Iacopino, diventato dirigente proprio col protagonista della prima promozione degli amaranto in Serie B. Lo storico direttore generale è intervenuto telefonicamente a Radio Reggio Più, in attesa di tornare in riva allo Stretto in occasione del primo premio sportivo intitolato ad Oreste Granillo, che verrà consegnato il 12 dicembre a Michele Uva, vicepresidente Uefa.

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"Il risultato della Reggina condizionava l'umore del netturbino così come del medico. Tutti erano contenti di poter parlare con Bumbaca o Persico. Oggi è assurdo vedere una curva inesistente, era il fulcro della vita sportiva. È colpa della comunicazione e dei tempi che sono cambiati – ha osservato Iacopino a Radioreggiopiu.com - Ma conoscendo bene i reggini, è un rapporto che si può ricostruire. Il giovedì si portava a cena l'allenatore con un paio di giornalisti: quello era il momento del confronto, se ne usciva contenti dal dialogo con la parte avversa".

Nel lungo intervento presso l'emittente web, Franco Iacopino ha parlato anche della sofferta cessione, da Granillo a Matacena, della Reggina: "Granillo non era un mecenate, ma un ricercatore di fondi. Aveva tantissime amicizie a livello locale e nazionale, era sempre col piattino in mano per portare risorse alla Reggina. Non ha mai pensato a sé stesso, merce rara. Quando arrivò il grande imprenditore con disponibilità economiche, la città si schierò in favore del nuovo. Saverio Pedullà, storico cronista dell'epoca e capo redattore di Gazzetta del Sud, era il compare d'anello di Granillo. Eppure, attraverso il giornale, agevolò questo passaggio di consegne. Granillo la vide come una mezza offesa, ma l'obiettivo era uguale. La situazione finanziaria era deficitaria: a Reggio Calabria si presentava una fonte che metteva a disposizione di capitali".