Reggina, finito con i regali? Difesa da modificare, a prescindere dalle ambizioni

reggina1718ritirodi Paolo Ficara - Un gol è troppo, due sono pochi. La prima rete di Bianchimano a Lecce ha fatto sobbalzare tutti i sostenitori della Reggina, specie i tanti che non si attendevano di fare risultato in casa della capolista. A maggior ragione, dopo quella decina di minuti in cui non si era affatto sofferta la reazione dei giallorossi, nessuno poteva aspettarsi un ribaltamento del risultato dopo il punto dello 0-2, al di là della casualità dell'assist di Solerio. Se ce l'avessero detto prima del fischio d'inizio che sarebbe finita 3-2, forse ci saremmo accontentati di aver fatto soffrire il Lecce; dopo l'andazzo del match, la rabbia è superiore a qualsiasi tipo di mera soddisfazione.

Quanti gol bisogna segnare per stare tranquilli? Se lo sarà chiesto Bianchimano, ed assieme a lui i compagni che più si impegnano dalla cintola in su. Specie i giovani Marino e Tulissi, ancora una volta sostituiti quando forse potevano spendere ulteriori energie. Arrabbiarsi per non essere arrivati all'intervallo nemmeno sul risultato di parità, o gettare le colpe su un improvviso blackout, può servire solo ad evitare analisi più approfondite.

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Innanzitutto è inaccettabile che una squadra reduce da un turno di riposo (aspetto fisico), e con negli occhi ancora la sconfitta interna patita col Siracusa (aspetto mentale), possa registrare un calo di qualsiasi tipo. A Lecce si può perdere, come accaduto a quasi tutte le compagini fin qui presentatesi al 'Via del Mare', se si è inferiori sul piano tecnico. La Reggina di quest'anno inizia a farci storcere il muso proprio in quelle occasioni in cui inferiore non lo è, nei piedi, ma si autoconvince di esserlo, nella testa.

Posto che l'attuale stagione non viaggia su chissà quali ambizioni, a gennaio si dovrà modificare la difesa. Fin quando Cucchietti fa i miracoli, passano in secondo piano i limiti. Che si vada in sofferenza contro i lungagnoni è risaputo, ma a Lecce non è bastato abbassare Mezavilla a libero per arginare l'attacco più forte della categoria. Con Gatti che non trova più continuità d'utilizzo, Pasqualoni che non ha né il passo del terzino e né il fisico del centrale, bisognerà individuare quel paio di elementi in grado di dare maggiore spessore alla linea arretrata.

Dopo i colpi non affondati al cospetto di Casertana e Siracusa, si tratta del terzo regalo consecutivo da parte di una Reggina che ha collezionato un solo punticino, in seguito ai complimenti piovuti per la vittoria sul Catania. C'era la possibilità di fare il salto di qualità e dare slancio ad una piazza che, per un motivo o per un altro, si sta disgregando. Dall'esterno, arriva il "disimpegno" del tifo organizzato in seguito ai recenti provvedimenti della questura. Dall'interno, le dimissioni di un team manager a novembre non rappresentano certo un buon segnale.

Prima di accogliere il Bisceglie al 'Granillo', la Reggina avrà l'opportunità di sfruttare il momento negativo del Matera per andare avanti in Coppa Italia. La squadra è rimasta a Corato, in provincia di Bari, per preparare la gara secca di martedì (ore 14:30) contro i lucani.