Reggina, è l'ora dei silenzi e dei tranelli. Ma il progetto c'è

praticodi Paolo Ficara - Per assistere ad un'alba, è prima necessario un tramonto. Un nuovo sole dovrebbe illuminare la Reggina nella prossima stagione sportiva, quando è ormai trascorso un mese dalla chiusura di quella vecchia. Il presidente Praticó non è rimasto con le mani in mano, andando ad incontrare sia direttori sportivi che allenatori. Tutto nel massimo riserbo. È ancora l'ora del silenzio per la proprietà, è naturale che sia così, ma presto ritroveranno la parola.

CAPITOLO ALLENATORE - I lettori abituali del Dispaccio non saranno sorpresi dalla mancata riconferma di Zeman, di cui abbiamo da tempo inquadrato la situazione. Quello sfogo del tecnico prima di Reggina-Paganese, lo abbiamo subito bollato come l'estremo tentativo di farsi rinnovare il contratto. Riconoscendo a Praticó la volontà di non cedere più agli ammiccamenti. Non è necessario un comunicato ufficiale circa l'interruzione del rapporto, dato che il contratto è in scadenza. È normalissimo che sia la proprietà ad interloquire direttamente con l'allenatore. Non è normale, invece, quando un direttore rintraccia un tecnico e ci si accorda, tenendo all'oscuro la proprietà come accaduto un anno fa. Sulla questione "chi ha lasciato chi", ognuno è libero di credere che sia stato Joe Di Maggio a chiedere il divorzio a Marylin Monroe.

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CAPITOLO DIRETTORE – Chi sente vacillare la propria poltrona, sta scatenando tutta l'artiglieria mediatica di cui dispone (per carità, alquanto leggera), dopo aver realizzato di essere in discussione. Si tratta del consueto tranello per mettere pressione al presidente Praticó, inducendolo ad esprimersi su argomenti che adesso, e solo adesso, impongono un saggio silenzio. Non è la proprietà a trasudare insicurezza in questi giorni. La Reggina non può assolutamente permettersi di ripetere, fra un anno, il disavanzo relativo al campionato appena terminato. Ciò implica scelte dolorose, di certo non verrà assecondata la mania di grandezza di chicchessia per andare incontro al fallimento. I soldi, nelle società di calcio, non li mette Pantalone. I tifosi comprendano quel che una parte del giornalismo sportivo reggino non riesce a mandar giù: la poltrona del compare è molto meno importante rispetto alla salute economica del club. Se domattina, allo specchio, ci si rende conto di possedere quel valore chiamato dignità, ci starebbe un bel foglio di dimissioni.

LA REGGINA CHE VERRÀ – Quando la famiglia Praticó decise di ripartire dai dilettanti col Reggio Calabria, il progetto prevedeva il coinvolgimento in ambito tecnico di alcune bandiere del passato. Stiamo tampinando Massimo Mariotto da settimane, ha negato i contatti con la Reggina molte più volte di quanto fece San Pietro con Gesù: se esiste qualcosa, da persona seria non verrà a farsi pubblicità né a compromettere i discorsi con dichiarazioni fuori luogo, a prescindere se vengano espresse in prima persona o più vigliaccamente messe in bocca al marchettaro di turno. Di sicuro sussistono anche altre soluzioni per la Reggina, che nel prossimo campionato di Serie C dovrà porsi un obiettivo su tutti: quello di non cappottarsi economicamente, dopo gli scialaqui della gestione Martino.