Reggina: Praticò progetta un "nuovo Crotone", ma serve il coraggio delle proprie idee

praticodemetriodi Paolo Ficara - Tante domande conosceranno a breve le giuste risposte. La Reggina proseguirà ancora per poco la propria fase di riflessione, avendo ormai individuato la strada da percorrere per la stagione 2017/18 in Serie C. Le idee sono molto più chiare, rispetto all'apparente immobilismo degli ultimi giorni. Il coraggio di metterle in atto, forse è l'unico ingrediente ancora assente sulla tavola.

Vari giovani molto interessanti rientreranno per fine prestito a club di Serie A, altri ancora sono pronti a spiccare il volo verso il professionismo dopo aver brillato nel torneo Primavera. La Reggina dovrà accaparrarsi, tra i più validi, quelli che preferiranno la prospettiva di 30 o 40 partite da protagonista in Serie C, piuttosto che una dozzina da comprimari in B. Si tratta di ripetere, una categoria più sotto, la politica adottata dal Crotone negli ultimi cinque anni. È pacifico che non potranno mancare in organico quei due o tre elementi esperti della categoria, in grado di trasmettere lo spirito di squadra.

Se queste linee-guida collimassero con una riconferma di Karel Zeman, riteniamo che il contratto gli sarebbe stato prolungato ancor prima di Reggina-Paganese. Quella entrante sarà l'ultima settimana di tempo per Gabriele Martino, ostinatosi nell'imporre al presidente Praticò l'italo-ceco in panchina. Ci sorprenderemmo se venisse assecondato, la decisione appare bella che presa. L'insistenza fa però specie: o il direttore generale sa di qualche maxi-indagine che comporterà il ritiro del patentino a tutti gli altri allenatori d'Italia, oppure non ne conosce di migliori. La seconda ipotesi sarebbe sconsolante. Piuttosto, riteniamo che il navigato ex dirigente di Barletta e Catanzaro debba benedire il proprio contratto siglato un anno fa, e valido fino al 2019, senza del quale sarebbe anch'egli in forte discussione.

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Credevamo che Karel Zeman avesse raggiunto l'apice dell'ineleganza, con la conferenza di fine campionato. Stucchevoli i messaggi a distanza degli ultimi giorni. Dato che il 4-3-3 non gli è andato bene, sembra passato ad un'altra tattica: in amore, vince chi fugge. L'autoproclamato autore di una salvezza miracolosa, in attesa della canonizzazione, anela all'accensione di qualche cero nella città di Sant'Antonio. Magari fosse così capace come sostiene, meriterebbe molto di più: non di certo di essere la quinta scelta del Padova. Per fingere la fuga e vincere, però, è necessario che l'amore sia ricambiato. Altrimenti, come direbbe Lucio Battisti: "era un gioco, non era un fuoco".

Fioccano gli spot elettorali anche per il dg (nonché ds) Martino. Ricordarsi a maggio di andare a visionare qualche calciatore, quasi diventa una nota di merito. Come se i direttori sportivi delle altre squadre fossero tutti sotto l'ombrellone. Grottesco l'affaire De Francesco, per il quale (secondo la stampa "amica") sarebbe stata intavolata una trattativa con la Ternana: peccato che il presidente degli umbri abbia da poco annunciato ufficialmente il disimpegno, mettendo in vendita la società. Un po' come cercare di appioppare un paio di remi a chi si sta liberando di una barca. Comprendiamo, bisogna far vedere che sta lavorando.

Per totalizzare qualche punto in più rispetto all'attuale stagione, ed inquadrare quel piccolo passo avanti costituito dal raggiungimento dei playoff, la Reggina dovrà correggere gli errori che hanno caratterizzato l'annata. Errori concernenti soprattutto la gestione del gruppo. Ecco perché non ci attendiamo (e non ci risulta che si verifichi) la conferma di Zeman. In caso contrario, significherebbe che la memoria è molto corta. Se anche la prossima settimana scivolerà senza alcuna decisione definitiva, inizieremo ad insospettirci: l'attesa potrebbe essere legata a sviluppi societari che ad oggi non hanno assunto forma.

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