Reggina, Zeman: "C'è chi ha corso per sè e per gli altri. Senza di me, chissà se staremmo festeggiando"

zemankarel500di Paolo Ficara - Passerella finale. La Reggina ospita la Paganese per l'ultimo turno del campionato di Lega Pro, con fischio d'inizio domenica alle 17:30. I ragazzini della scuola calcio ed il cantante e compositore Raffaello Di Pietro daranno il benvenuto alle squadre sul rettangolo verde del 'Granillo', con tanto di inno intonato dal vivo. Sarà soprattutto l'ultima occasione, a salvezza acquisita, di trovare spazio per alcuni giovani in organico.

Nel corso della rifinitura svolta in mattinata, Karel Zeman ha provato due formazioni contrapposte su campo ridotto. Da un lato, col 5-3-2, sono stati schierati Licastro in porta; Cane, Gianola, Lo, Kosnic e Porcino in difesa; Knudsen, Mazzone e Romanò in mediana; Lancia e Tommasone di punta. Dall'altro, 4-3-1-2 con Sala, Maesano, Cucinotti, De Vito, Carpentieri, Bangu, Botta, De Francesco, Tripicchio, Coralli, Bianchimano.

Dunque c'è curiosità per vedere quale dei due schieramenti ricalcherà la formazione che affronterà la Paganese, vogliosa di consolidare l'ottavo posto in classifica. Prima delle rifinitura, Zeman ha letto a microfono acceso una lettera in conferenza stampa, bacchettando per l'ennesima volta alcuni calciatori.

Il tecnico ripercorre l'inizio della propria avventura in amaranto, scivolando in una excusatio non petita: "A fine giugno mi è squillato il cellulare ed era Gabriele Martino, cui ho dato assoluta priorità per approdare alla Reggina. Fare una buona impressione al direttore non era facile, ma non avrei perso questa panchina per gli stessi motivi per cui me ne sono state rubate altre. La Reggina cercava un allenatore estraneo al giro, non gradisce allenatori procuratori di calciatori da portare in rosa, offre uno stipendio all'allenatore non uniformandosi ad un sistema, in cui molto spesso un allenatore paga o porta sponsor in società".

La squadra sarà ricevuta nel pomeriggio dal primo cittadino: "Tornare dal sindaco Falcomatà per festeggiare la salvezza è una favola. Il fatto di resistere una stagione intera in una società gloriosa, pur non avendo tutte le risorse a tutti i livelli che farebbero comodo all'ottenimento dei risultati che merita la città, mi rende felice ed orgoglioso del lavoro svolto. Sono stato scelto per inculcare una filosofia di lavoro diversa, ottenendo risultati con il bel gioco. Non va mai rinnegato chi siamo. L'allenatore ha bisogno principalmente di due fattori: massima cura dei campi da gioco e di allenamento e massima professionalità da parte dei calciatori".

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Zeman individua la chiave del successo: "Questa salvezza, ottenuta in anticipo, è assolutamente miracolosa. La partenza è stata ad handicap, alcune scelte sono state nocive per gruppo e squadra. Proprio per questo,va messa in rilievo l'abnegazione e la bravura dei calciatori che non hanno mai saltato un allenamento, correndo per sé e per gli altri. Se si fossero adagiati, domani non potremmo festeggiare".

Il tecnico ne ha per i giornalisti: "Della stampa ovviamente parlo male. L'allenatore non può mai essere il responsabile di un risultato negativo o positivo. Tutte le critiche, quando si ha di fronte un professionista, devono essere date con rispetto. In questa società, ci sono persone abituate a convivere con allenatori da Serie A. Possono sapere meglio di voi se il tecnico è da terza categoria o da Serie A, vi suggerisco di chiederglielo".

Il legame col dg Martino emerge in conclusione: "Ringrazio i miei superiori. La figura dell'integerrimo presidente Praticò è un vanto per questa città. Al direttore Martino, un grazie infinito per avermi scelto e confermato la fiducia, specie nel momento in cui i risultati non ci sorridevano. Ha avuto la forza di dirmi che i successi erano figli miei, e gli insuccessi figli di chi non mi seguiva. Senza questo input oggi non sarei qui, e chi lo sa se oggi staremmo festeggiando. Grazie Reggio Calabria, grazie curva sud, insieme ce l'abbiamo fatta. Forza Reggina, facci innamorare ancora".