Reggina: una salvezza targata pubblico e Praticò

pratico600Investimento non perduto. La Reggina si tiene stretta la Lega Pro con un turno d'anticipo, lasciando ad altri l'assillo dei playout. Sospiro di sollievo per la società che si e sobbarcata investimenti importanti, specie quello del ripescaggio, forse andando oltre le proprie possibilità economiche. L'obiettivo è rimasto sempre alla portata anche nei momenti piu critici: nonostante l'ultimo posto al giro di boa e lo scoramento dopo lo 0-0 interno con la Vibonese, la zona salvezza è sempre distata una manciata di punti.

IL PUBBLICO – L'atteggiamento della piazza si è rivelato vincente per tutta la durata del torneo. Zero appunti verso il tifo organizzato, la cui pazienza è stata ammirevole nei (tanti) mesi di magra. Andate in giro per l'Italia a raccontare che una squadra ha lottato per la salvezza in Lega Pro, pur avendo il sesto numero di abbonati fra i tre gironi: questo è il vero successo dell'intera tifoseria, capace di venire al campo, pagare ed evitare troppe pressioni su una squadra giovane e non più amalgamate dopo le prime difficoltà del girone d'andata. Non inganni, infatti, la recente striscia di successi giunta comunque in un contesto non migliorato sul piano tecnico-tattico. I fatti dicono che altrove i calciatori di altre squadre si sono liquefatti al cospetto di un calore "eccessivo".

PRATICÓ – Il massimo dirigente si è svenato, ottenendo il traguardo prefissato ad inizio stagione. Il primo grande (ed inevitabile) passo ha riguardato l'acquisizione di beni materiali ed immateriali della fallita Reggina Calcio. Poi la moneta sonante (ed i buoni rapporti nelle alte sfere) per il ripescaggio. Le scelte tecniche, come noto, non sono dipese da lui. Al netto di errori gravi commessi da figure che hanno avuto carta Bianca per operare, al presidente Praticò c'è poco da rimproverare circa impegno e risultati. Sul rapporto "qualità-prezzo" ci soffermeremo più avanti.

MA IL RAPPORTO PRATICÓ-PUBBLICO... - Diverse volte ci siamo sforzati di non vedere e non sentire, in merito ad alcune frizioni portate in pubblica piazza è che lì per lì non abbiamo ritenuto costituissero argomento giornalistico. Lo spirito di aggregazione non ha accompagnato, per larghi tratti, la Reggina di quest'anno. Per chi gestisce una squadra di calcio, serve parecchia maturità prima di rivolgersi all'esterno. Non è possibile che persino i commenti in libertà dei tifosi su facebook vengano presi come affronto personale. Sarebbe come se un arbitro sospendesse di continuo una partita, ogni volta che dagli spalti muovono dubbi sulla purezza d'animo della consorte. Il tifoso partecipa, in molti casi paga (o al botteghino, oppure acquistando la partita su internet), ed anche degli indiscutibili vincenti come Allegri e Buffon hanno subito qualche critica a Torino. I danni non li fa il pubblico. I danni li crea chi preferisce spostare l'attenzione su altre componenti, per continuare indisturbato con i propri comodi

KAREL ZEMAN – Se in una classe del liceo scientifico quasi tutti gli studenti hanno 4 in matematica, qualche responsabilità del professore dovrà pur esserci. Essere figli di John Nash non equivale ad avere il carisma necessario per l'insegnamento. Prendere in disparte i tre o quattro allievi più attenti e spiegare la lezione solo a questi pochi eletti, non è una bella soluzione. Apprezziamo lo stile e l'estrema compostezza di Karel Zeman, ottimo personaggio con cui disquisire di calcio in maniera civile. Non gli manca assolutamente la preparazione di base, lo si è visto nella prima parte di torneo. È altrettanto evidente come gli manchino le doti gestionali. Per quanto riguarda il 5-3-2 ed i lanci lunghi da lui stesso pubblicamente deplorati, sarebbe come sentire Cristiano De Andrè che canta Despacito. Dopo lo 0-0 con la Vibonese, poteva starci l'esonero. Il mister crescerà, specie quando capirà che il cane lupo è in realtà più cieco di lui.

TRA SOCI DEL FUTURO E PRESIDENTE DEL PASSATO – Nessuno sta facendo mistero di quanto sia fondamentale l'ingresso di nuovi capitali nella Reggina. Servirà intelligenza e disponibilità per non far scappare gli investitori potenzialmente avvicinabili. Altri club hanno speso in due anni ciò che a Reggio è stato dilapidato in un anno solo, "merito" di una fiducia evidentemente mal riposta. Ma lo si doveva sapere dall'inizio, a meno che non si voglia credere che i fallimenti di Catanzaro, Perugia, Barletta nonchè della stessa Reggina siano stati una coincidenza. Al momento non ci sono assolutamente le risorse per un salto di qualità della Reggina nella prossima stagione. Ci ha lasciato attoniti l'improvvisa scomparsa del commendatore Ugo Ascioti, ex presidente amaranto che abbiamo avuto il piacere di intervistare l'estate scorsa e che ricorderemo sempre per l'enorme passione verso la Reggina ed il calcio in generale.