Verso Reggina-Vibonese, Campilongo: "Chi perderà, ne uscirà ridimensionato"

campilongodi Paolo Ficara - Dieci anni dopo, all'incirca. Salvatore Campilongo si siederà in panchina al 'Granillo', stadio sognato nell'estate del 2007. Lillo Foti lo aveva inserito nel novero dei possibili eredi di Walter Mazzarri, preferendo poi Massimo Ficcadenti per allenare la Reggina reduce dal miracolo del -11 in Serie A. Il tecnico napoletano guida una Vibonese ultima ma in corsa per la salvezza, che domenica giungerà in riva allo Stretto con l'intenzione di vendere carissima la pelle. Ed al Dispaccio rivela i motivi del suo mancato approdo in amaranto, quando la categoria era ben altra rispetto alla Lega Pro.

Cosa c'è di diverso nell'attuale Vibonese, rispetto al momento del suo insediamento al posto di Costantino?
"Adesso c'è più consapevolezza dei propri mezzi, più lavoro alle spalle. All'inizio non avevamo questo organico, c'erano tante incognite. Oggi abbiamo una buona squadra, che ha lavorato bene negli ultimi mesi. Cambiando 8 o 9 giocatori, non era facile. C'è voglia di trovare continuità, sappiamo di potercela fare".

Reggina-Vibonese sarà una sorta di spareggio salvezza?
"Non saprei, mancano ancora 9 partite. Non sono poche. È normale che chi dovesse perdere, ne uscirà ridimensionato. Sia Reggina che Vibonese dovranno fare di tutto per non perdere la partita di domenica. È fondamentale sotto tutti i punti di vista, specie a livello morale".

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È stato tirato fuori questo coniglio dal cilindro, ossia l'argentino Bubas. Può coesistere col rientrante Saraniti?
"Bubas è un giocatore che ha avuto le sue difficoltà. Per il modo di giocare, per la lingua, perché era fermo da due mesi. Ancora parla poco italiano. Credo siano queste le problematiche maggiori per uno straniero, ecco perché a gennaio sono restio a prendere giocatori dall'estero. Ci vuole tempo per farli ambientare. Lui è straordinario negli ultimi 20 o 10 metri, ma queste situazioni lo hanno un po' penalizzato. Discorso ancora più accentuato per Piroska, che non parla affatto l'italiano. Bisogna rivolgersi a lui in inglese".

Come è maturata la decisione di cambiare modulo?
"La Vibonese ha disputato 5 o 6 partite di altissimo livello con il 4-3-1-2 o 4-3-3. A Caserta abbiamo giocato benissimo, a Lecce li abbiamo messi sotto, in casa stesso discorso contro Cosenza e Juve Stabia. Ma alla fine, si prendeva sempre gol e si perdeva. E quindi dopo il match di Siracusa, mi sono deciso - sottolinea Campilongo al Dispaccio - Lì siamo andati con la difesa inventata, c'erano solo Manzo e Franchino come titolari. O per palla inattiva, o per disattenzioni o perché non c'era copertura dal centrocampo, il gol arrivava sempre. Da lì, la decisione di passare al 3-5-2 ci ha dato grandi risposte".

La Vibonese oggi è ultima. Firmereste per disputare i playout, oppure...?
"Non metto mai limiti agli obiettivi. Però bisogna guardare in faccia la realtà ed essere umili. Ad oggi, la Vibonese deve raggiungere i playout. Poi è chiaro che vinciamo 9 partite di fila, ci salviamo direttamente. Ma i piedi vanno tenuti per terra".

Entrando al 'Granillo', ripenserà a tutti gli articoli giornalistici che la accostavano alla panchina della Reggina ai tempi della Serie A?
"Dico la verità, ci ho pensato tante volte in passato. Ho perso l'occasione, purtroppo non avevo il patentino. Il presidente Foti non poteva rischiare di prendermi per allenare in Serie A. Poi ho preso l'abilitazione, sono andato in Serie B ad Avellino e ad Empoli. Di tempo ne è passato, adesso penso solo alla Vibonese".

Ha nominato Empoli: ritroverà Coralli.
"Ho avuto Ciccio alle mie dipendenze assieme ad Eder, coppia stratosferica. Eder segnò 27 gol, Claudio credo 16, si integrarono bene. In area è pericolosissimo, fastidioso da marcare. Ad Ischia ho avuto De Francesco, quando abbiamo vinto il campionato di Interregionale. Ha fatto fatica all'inizio, poi le qualità di questo giocatore si vedevano. Se matura ancora di più, può giocare tranquillamente ad altri livelli".