Reggina in fase r.e.m., 0-0 con l'Andria: oggi sarebbe playout contro il Messina

regginacurvadi Paolo Ficara - C'era una volta, non molto tempo fa, una squadra che giocava palla a terra nella metà campo avversaria e rincorreva tutti nella propria. Adesso è quasi l'opposto, ossia prova a rincorrere il pallone dalla metà campo in su, mentre assiste tremolante ai fraseggi altrui. La sfida interna contro la Fidelis Andria porta un punto e poco altro alla Reggina, che aggancia in classifica Messina e Vibonese ma rimane tallonata dal Catanzaro fanalino di coda. Oggi, quando manca un solo turno al termine del girone d'andata, gli amaranto disputerebbero il playout ancora contro i dirimpettai. Conteggi sicuramente più utili dello scialbo 0-0 coi pugliesi, per alimentare entusiasmo ed interesse in una tifoseria che sta perdendo le speranze.

SPAZIO A TOMMASONE – A turno, un ex interista gioca sempre titolare. Con Knudsen in panchina per lasciare il posto a Bangu, mister Zeman presenta per la prima volta dal primo minuto la mezzapunta classe '95, mettendolo a sinistra nel tridente. E Porcino? A destra, reso inoffensivo. Favarin propone un 5-3-2 guardingo, che però gli consente di tenere il pallino del gioco per larghi tratti.

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FASE R.E.M. – Una zanzara sulla testa di un leone recherebbe più fastidio, rispetto agli amaranto nella metà campo ospite durante la prima frazione. Tante iniziative individuali, fermate da semplici raddoppi di marcatura. Bianchimano isolato. A scuotere una partita sonnacchiosa sia in termini di ritmo che di occasioni, ci pensa il brasiliano Cruz: il destro dell'attaccante impensierisce Sala, nell'unico sussulto prima dell'intervallo.

GIOCO SPEZZETTATO - Nella ripresa, Favarin sembra ordinare ai suoi di stare ancora più compatti. Gli esterni Tartaglia e Tito centellinano le discese. Gli amaranto danno il meglio di sé stessi, per usare un eufemismo, ad inizio ripresa. Botta scalda i guanti di Poluzzi con un sinistro angolato ed improvviso, ottenendo solo un corner. Meno pericoloso l'analogo tentativo di Tommasone col destro. Gara caratterizzata da tanti scontri di gioco che sfociano in battibecchi e scaramucce reciproche, roba quasi da far finire l'inchiostro al pennino dell'arbitro.

OCCASIONISSIMA, POI I FISCHI – Un batti e ribatti in area ha costretto Kosnic a rimediare ad una mezza incertezza di Sala, ma è nel recupero che Cruz può sferrare il colpo del ko: il brasiliano era andato al tiro altre due volte nella ripresa col destro, ma allo scadere manda alto di testa per la disperazione dei propri compagni. Al triplice fischio non mancano i fischi e gli inviti a cambiare aria da parte del pubblico, in direzione di calciatori e soprattutto allenatore. La favola Reggina è durata pochi capitoli, ora è un incubo dal quale la società ha il dovere di destarsi prima che sia troppo tardi. Il Catanzaro, prima o poi, il passetto lo farà.

REGGINA - FIDELIS ANDRIA  0-0

REGGINA (4-3-3): Sala; Cane, Gianola, Kosnic, Possenti; Bangu (Romanò), Botta, De Francesco; Porcino, Bianchimano (90' Lancia), Tommasone (69' Tripicchio). A disposizione: Licastro, Carpentieri, Knudsen, Lo, Cucinotti, Silenzi, Mazzone, Isabella. Allenatore: K. Zeman.

FIDELIS ANDRIA (5-3-2): Poluzzi; Tartaglia, Aya, Rada, Colella, Tito; Onescu, Piccinni, Matera (65' Minicucci); Fall (70' Starita), Cruz. A disposizione: Pop, Valotti, Volpicelli, Cianci, Berardino, Curcio, Annoni. Allenatore: Favarin.

Arbitro: Andreini di Forlì

Ammoniti: Porcino, Aya, Bangu, Starita, De Francesco, Tartaglia, Romanò