Reggina: la "doppietta" proposta dalla curatela al potenziale compratore

torinopromozionedi Paolo Ficara - Finché c'è vita, c'è speranza. La Reggina è praticamente attaccata alle macchine, dopo la sentenza di fallimento ed il conseguente esercizio provvisorio decretati dal Tribunale di Reggio Calabria. Un provvedimento che però non ha prodotto il decadimento dell'affiliazione presso la Federcalcio, ai sensi dell'art.16 delle No.i.f.

Il motivo? È l'uovo di Colombo. Come fa il Presidente Federale a sapere dello stato di insolvenza della Reggina, se il Tribunale non glielo comunica? Ed ovviamente il giudice Campagna si è guardato bene dal farlo, volendo "esperire il tentativo di evitare la revoca dell'affiliazione". Sarebbe come chiedere ad un vigile urbano di controllare che non ci rubino la macchina, dopo aver parcheggiato in palese divieto di sosta. Ergo, ufficialmente la Figc non sa che la Reggina ha tirato le cuoia.

In teoria, la curatela fallimentare potrebbe anche garantire la partecipazione ai campionati Allievi e Giovanissimi per i prossimi quattro anni, fin quando o non arriva un compratore oppure i curatori Condemi e Giordano non decidono di chiudere il tutto. È preferibile che accada qualcosa nell'immediato. Un potenziale compratore c'è, ma siamo fermi ad una semplice (seppur seria) manifestazione verbale d'interesse.

Non emergono ulteriori particolari sull'identità dell'interessato. E per il momento, è corretto che non emergano.

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Il guaio è rappresentato dalla mancata partecipazione della Reggina all'ultima stagione sportiva, con una prima squadra. Una situazione che sta scombussolando tutti, soprattutto una curatela oggettivamente impossibilitata a garantire la categoria al potenziale compratore. Nessuna regola consente alla Reggina di ripartire dalla Lega Pro dopo un anno di inattività, ma non c'è nemmeno una regola che glielo vieti.

Il punto è che se ci si attacca troppo alle regole, non se ne viene a capo. Diverso tempo fa, quando i Della Valle iniziarono a fare calcio a Firenze in seguito al fallimento di Cecchi Gori, la Florentia Viola vinse la vecchia C2. Nel giro di poche settimane, avendo acquisito nome, marchio e trofei della Fiorentina, venne catapultata in B dalla Figc, saltando a piè pari la C1, con buona pace del Cosenza. Oggigiorno, può mai esistere in Consiglio Federale qualcuno che preferisca la Caronnese o il Fano alla Reggina per la prossima Lega Pro? Parliamo ovviamente di Reggina vera, con palmares al seguito.

Per ovviare a questo ed altri dubbi, la curatela ha proposto una sorta di "doppietta" al potenziale compratore: rilevare sia la Urbs, sia quel che resta della Reggina. In questa maniera, si avrebbe perlomeno la certezza di un titolo sportivo: quello che la Reggina non ha, ovvero la Serie D ottenuta d'ufficio nell'agosto 2015 grazie alla firma del sindaco, e ad un fondo perduto di 300.000 euro. Da lì, con quella base, si potrebbe chiedere la riammissione in Lega Pro con ampie possibilità di successo.

Le domande adesso sono tre. Praticò lo sa che i curatori fallimentari della Reggina stanno provando a "vendere" la sua società? Può esistere al mondo un compratore che riconosca alla Urbs anche un solo centesimo in più, rispetto a quei 300.000 euro del fondo perduto di un anno fa? Un magnate che non ha nulla a che vedere col territorio reggino, riuscirà a capire bene la situazione e formulare un'offerta quando manca una settimana al 30 giugno?

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