Premio "Ceravolo", Ancelotti: "Il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti"

ancelotticeravolo 500di Paolo Ficara - "Ricordare papà dopo 27 anni mi commuove ancora moltissimo. Spero di rivedere presto il Catanzaro in Serie A. Chi dirige la squadra, segua i consigli dati stasera dal mister Ancelotti". Le parole della signora Mariella sono state la degna chiosa della settima edizione del premio intitolato a Nicola Ceravolo, formidabile presidente dei giallorossi all'epoca della massima serie nel capoluogo calabrese.

L'evento organizzato dal giornalista Maurizio Insardá, coordinato dall'ex direttore del Corriere dello Sport, Italo Cucci, e condotto da Sabrina Gandolfi della Rai, è andato al plurititolato allenatore Carlo Ancelotti. La serata, svolta al teatro Politeama di Catanzaro, ha dato ampio spazio alla verve dell'ex tecnico di Real Madrid, Juventus e Milan, prossimo a sedersi sulla panchina del Bayern Monaco.

Dopo una clip sulla storia del Catanzaro di Ceravolo, Cucci ha subito sollecitato Ancelotti sui suoi trascorsi da allenatore: "Nella vita, il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti. L'ironia di Nils Liedholm era disarmante, qualche volta ho preso spunto per rispondere alle critiche dei miei presidenti: nel calcio si vince, si pareggia o si perde... Nulla di peggio".

Il mister è ormai un giramondo, avendo vinto in Francia, Inghilterra e Spagna: "Credevo che un'esperienza all'estero sarebbe stata interessante, ma temevo la lingua. In Italia gli allenatori sono triturati dalle domande. Qui non ci sono semplici conferenze stampa, ma vari passaggi in tv pubbliche e private. Poi il presidente ti interroga per mezz'ora, non hai un attimo di relax dopo la partita. Poi torni a casa e picchi la moglie. In Inghilterra c'è una passione meno soffocante rispetto a Spagna e Italia, da noi c'è maggiore pressione".

Ancelotti si è soffermato anche sull'attualità del calcio nostrano: "Per un allenatore, la chiave è la relazione con la squadra. Il calcio si evolve rapidamente. Quando ho iniziato ad allenare, avevo al massimo 20 calciatori più un paio di preparatori, un dottore ed un massaggiatore. Oggi devo gestire minimo 25 giocatori, avendo accanto uno stuolo di assistenti. Spiego loro di non essere calciatori, allo stesso modo io non sono un allenatore: siamo due persone, da lí si inizia il rapporto. Le alchimie vincenti in Italia? Non solo la Juventus, anche Empoli e Sassuolo. Le società diventano importanti nel tenere l'equilibrio tra allenatore e squadra".

Riconoscimenti per il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Nino Cosentino; Fabrizio Taverna, dodicenne capitano delle giovanili del Taverna, investito in strada qualche tempo fa. Presenti in sala personalità come l'ex allenatore della Reggina, Franco Gagliardi; il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo; il presidente del Coni Calabria, Maurizio Condipodero.