Carbone (pres. Palmese): "Un mio ingresso nel Reggio Calabria? No, vi spiego perchè..."

asddi Paolo Ficara - "Ho letto qualche giorno fa circa la nascita della srl a Reggio Calabria. Penso sia stata una mossa giusta per il futuro, su questo non ho dubbi. Per il resto non posso dire nulla, dato che non ero informato e non posso discutere di altri aspetti". Inizia così l'intervista concessa da Giuseppe Carbone, presidente della Palmese, interpellato dal Dispaccio circa le possibilità di rinnovare il suo interesse a fare calcio direttamente nella città capoluogo, dopo gli abboccamenti dello scorso autunno.

C'è curiosità per capire se esistono già degli imprenditori pronti a dare man forte alla famiglia Praticò, ormai in maggioranza al Reggio Calabria dopo la creazione della srl. Il vertice societario di una Palmese capace di stupire nella passata stagione, saltando dall'Eccellenza alla Serie D, non usa però mezzi termini circa i suoi attuali rapporti col collega reggino: "Al momento non ci sono le condizioni per un mio subentro. Ne avevamo parlato a novembre, mi era stato detto che entro 20 giorni si sarebbe proceduto con la srl. Dopodiché non ho più saputo nulla. Non che qualcuno fosse tenuto ad aggiornarmi, ma se ci fosse stato l'interesse sarei stato interpellato."

L'imprenditore Carbone entra nel dettaglio dei motivi di un fermo no ad un ingresso nel Reggio Calabria: "Sto lottando per far terminare il campionato alla Palmese. Forse il mondo del calcio qui da noi è diverso da come lo intendo io. Non ho intenzione di intraprendere un cammino del genere. Non so i programmi, non so i progetti – ammonisce il presidente neroverde - Se è stata costituita la srl, si sarà parlato anche di programmazione. Non ho partecipato, non so nulla e non sono stato informato. Ad offrirmi io, non sono abituato. Parlo con sincerità, dico quello che penso".

Intanto a Palmi si lotta per la salvezza: "A novembre avevo detto ai ragazzi che mi sarei assunto la responsabilità fino al mercato invernale. Da qui, la scelta da parte di Foderaro ed altri di andare via. Al di là del mio ruolo, fino alla fine voglio mantenere gli impegni presi. Da dicembre, i miei colleghi in società non hanno fatto granchè. Quindici giorni fa è stato esonerato Salerno con l'unico obiettivo di sollecitare l'ambiente. Vista la presa di posizione dei tifosi, ho chiesto scusa e Salerno è rimasto in panchina. In quella occasione, i ragazzi si sono espressi con me circa i problemi economici. Sono in arretrato di un paio di mesi, ci stiamo avvicinando alla fine del campionato. Ritorno ad assumermi le responsabilità, ma pretendo il massimo impegno per salvare il titolo. Dopodiché, non so cosa farò l'anno prossimo. Se le cose rimangono quelle attuali, la mia esperienza è finita; se dovesse venir fuori un'altra idea, a me piace lavorare per obiettivi. Sono riuscito a portare la squadra in Serie D, ora mi serve un altro progetto. Non sono capace di disputare campionati per salvarsi o da metà classifica".

Infine, chiediamo al presidente Carbone di esprimersi sulla chiusura del Sant'Agata: "Se c'era già un accordo economico in essere tra Reggina e Juventus, è stata fatta una cosa grave. Senza entrare nel merito, stiamo parlando di un'opera che appartiene alla città, al di là di chi la gestisce. L'aiuto di una grande squadra come la Juventus alla Reggina, poteva dare una spinta per far rinascere il calcio a Reggio Calabria".