"L'Ora della Calabria" non esce in edicola: il direttore Regolo denuncia censura

loradellacalabria direttoreregoloHa convocato una conferenza stampa per denunciare quello che, a suo dire, sarebbe una palese violazione delle regole di democrazia, nonché un attentato alla libertà di stampa. Il neodirettore de "L'Ora della Calabria", Luciano Regolo, subentrato alcune settimane fa a Piero Sansonetti, spiega i motivi per i quali il quotidiano non è stato oggi presente nelle edicole. Stando a quanto raccontato da Regolo, l'editore de "L'Ora della Calabria", avrebbe chiesto di ritirare dalla pubblicazione l'articolo relativo all'indagine in corso sul figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, al quale sono contestati i reati di abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell'ambito del caso Asp di Cosenza. A questo punto il direttore si sarebbe opposto, minacciando addirittura le dimissioni: "Mentre discutevamo di questo, in mia presenza e in viva voce, l'editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore Umberto De Rose, il quale, ponendosi come "mediatore" della famiglia Gentile, faceva ulteriori pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia, ricordandogli che «il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti»".

La resistenza del direttore, comunque, sembra aver vinto: "Sono andato a casa convinto che il giornale uscisse ma poi non è stato stampato" dice in conferenza stampa Regolo. Alle due di notte la tipografia che stampa "L'Ora della Calabria" avrebbe fatto sapere che il giornale non poteva andare in stampa per un guasto alle rotative.

Una motivazione che Regolo attribuisce a una chiara volontà di non far andare in edicola la copia contenente le notizie scottanti sul figlio del senatore Gentile. Un fatto grave, qualora fosse confermata la versione fornita in conferenza stampa da Regolo.

Ancora una volta, dunque, "L'Ora della Calabria" finisce al centro di vicende torbide: dopo la perquisizione nella sede reggina, in seguito a una palese violazione del segreto d'indagine e, diversi mesi dopo, il sequestro di beni all'editore Piero Citrigno, ecco l'ennesima tappa nella storia del giornale.

Un vero e proprio giallo, come i colori ufficiali della testata.