‘Ndrangheta in Liguria, pacchetti di voti in cambio di appalti: coinvolti altri politici

Polizianuova500bisTra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Dda di Genova contro il traffico illecito di rifiuti gestito da presunti appartenenti alla 'ndrangheta anche il vicesindaco di Lavagna Luigi Barbieri, con delega su Ambiente, Edilizia Privata, Urbanistica e Rosario Lobascio, dimessosi in aprile dall'incarico di assessore alla Viabilità.

Indagato anche l'ex consigliere regionale Giovanni Boitano, ex assessore ai lavori pubblici della giunta di Claudio Burlando. I tre sono indagati per abuso d'ufficio.

Secondo l'accusa i politici si sarebbero sdebitati del appoggio elettorale ricevuto attraverso una serie di abusi d'ufficio.

Tra le otto persone arrestate a Lavagna, le cinque condotte in carcere sono i componenti di due famiglie. Si tratta dei fratelli Paolo, Antonio e Francesco Nucera, e dei fratelli Francesco Antonio e Antonio Rodà.

Le tre persone ai domiciliari sono politici: Gabriella Mondello, Giuseppe Sanguineti e Massimo Talerico. Due persone hanno l'obbligo di residenza: Giovanni Nucera di Antonio e Massimiliano Arco.

Gli indagati sono in tutto 23. Secondo gli investigatori, i capi della 'locale' sarebbero Paolo Nucera e Francesco Antonio Rodà. Ai politici viene mossa l' accusa di abuso di ufficio in concorso legato al trasporto e allo stoccaggio di rifiuti nel sito temporaneo di via Madonna della Neve, che le famiglie dei calabresi indagati avrebbero ottenuto, secondo l'accusa, con pacchetti di voti in cambio di appalti. Secondo l'accusa, l'appalto, che era scaduto, sarebbe stato rinnovato in modo irregolare con forti pressioni sui politici.

L'appalto per la gestione dei rifiuti del Comune di Lavagna, al centro dell'inchiesta della Dda di Genova, era stato assegnato ad una impresa di Udine che avrebbe ricevuto pressioni dal sindaco Giuseppe Sanguineti per subappaltare il servizio alla società EcoCentro dei Nucera. Secondo l'accusa i rifiuti urbani solidi raccolti nel comune di Lavagna destinati alla discarica di Scarpino a Genova, all'epoca ancora funzionate, venivano mescolati con rifiuti speciali che invece sarebbero dovuto andare in un'altra discarica. In alcuni casi venivano smaltiti in modo irregolare rottami di motori marini e barche, che venivano inglobati per fare peso e guadagnare di più.

I politici coinvolti nell'inchiesta sulle infiltrazione della 'ndrangheta nella raccolta dei rifiuti a Lavagna temevano le reazioni delle famiglie malavitose nel caso in cui non avessero fornito i servizi richiesti. In una intercettazione contenuta nell'ordinanza il sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti dice ad un altro consigliere comunale che occorre fare come dicono loro, "altrimenti saltiamo in aria come vent'anni fa". Il riferimento è l'attentato ad un auto nella zona, mai chiarito.