La segnalazione della RSU sulle irregolarità del Consiglio regionale della Calabria

consiglioregionaleLa RSU – Rappresentanza sindacale Unitaria del Consiglio regionale della Calabria, nella sua qualità di massima espressione di democrazia e rappresentanza dei lavoratori, porta all'attenzione dei lettori, come denuncia pubblica, la grave situazione in cui versano i dipendenti in conseguenza dell'atteggiamento vessatorio e dittatoriale assunto dall'Amministrazione consiliare.

È di dominio pubblico che gli ispettori del MEF, hanno evidenziato una serie di criticità che attengono tanto al personale del comparto regionale, che a quello dirigenziale. Nel corso del 2014, sia il Consiglio regionale, che la Giunta, hanno prodotto delle controdeduzioni difensive a sostegno della legittimità del loro operato.

Tuttavia, com'è stato possibile desumere dai giornali, nel mese di settembre 2015 è stata costituita una nuova commissione con il compito di rivedere e fornire nuove controdeduzioni.

"È da segnalare che, ad oggi, tali difese non sono state ancora inoltrate sebbene fosse stata indicata la data di dicembre 2015 per la trasmissione delle stesse a Roma al fine poi di sapere, di conseguenza, se le stesse possano essere accolte oppure respinte con il consequenziale passaggio di competenza alla Corte dei Conti per i dovuti riscontri in termini di eventuali responsabilità per danni erariali. Il Consiglio regionale, da parte sua, ha considerato di intervenire, rispetto a tutti gli inviti di regolarizzazione rivolti dal MEF, solo su una di queste criticità, ossia su quella relativa alla errata costituzione del fondo per le risorse decentrate da destinare agli istituti del salario accessorio. Nonostante le contestazioni mosse da questa RSU e dalla CISL FP sull'evidente contrasto delle proposte sottoposte in Delegazione Trattante, la parte pubblica ha proceduto lo stesso con la sottoscrizione di un'illegittima appendice ai CCDI condivisa dalle altre sigle sindacali. Inoltre, non è ammissibile per non dire illegittimo che parte pubblica si sia presentata in sede di contrattazione con due fondi: uno virtuale di importo maggiore ed un altro ammesso come erogabile, ma di importo inferiore. Ciò posto, è evidente che così facendo l'Amministrazione ha finito per svolgere un'opera coercitiva poiché non ha posto la RSU nelle condizioni di conoscere preventivamente l'ammontare del fondo e le risorse disponibili per poter contrattare su quelle destinate agli altri istituti indennitari e di produttività legata al sistema premiante, come imposto dalla Legge Brunetta. Questa RSU ha inoltre chiesto di avere copia del parere redatto dal Collegio dei Revisori dei Conti in merito ai CCDI, ma il Consiglio non ha mai rispostone tanto meno ha pubblicato, ad oggi, com'è obbligo, tale parere sul proprio portale alla voce "Amministrazione Trasparente". Questo modus operandi, oltre a poter dar luogo a delle palesi responsabilità amministrative, costituisce un rischio per il dipendente esposto ad eventuali azioni di recupero senza esserne responsabile, né tanto meno a conoscenza".

Per tali ragioni, la RSU si è recata dal Presidente del Consiglio regionale, On.le Nicola Irto, al fine di denunciare questa paradossale ed illegittima situazione, ma per l'ennesima volta non è stata ricevuta: "Sebbene quest'ultimo abbia sottolineato nel suo programma di insediamento, e ribadito successivamente più volte a mezzo stampa, la particolare attenzione rivolta per il rispetto dei principi di trasparenza e legalità per garantire la lotta alla corruzione, si deve constatare amaramente una mancanza di ascolto e confronto verso chi, addirittura, lavora all'interno dello stesso Consiglio regionale e rappresenta tutti i lavoratori. "Tanto premesso, in caso di mancato riscontro a quanto sopra denunciato, questa RSU si vedrà costretta ad informare gli organismi nazionali e regionali preposti".