Piani di classifica dei Consorzi di bonifica, la Cisl non ci sta: "Ennesima beffa"

"Invece di discutere le proposte di legge di modifica dell'ordinamento dei Consorzi di Bonifica, la quarta Commissione del Consiglio Regionale della Calabria approva con sospetta e forzata urgenza i piani di classifica degli stessi Consorzi, per imporre ai cittadini calabresi "onesti e normali" una impropria e non dovuta tassa, balzello utilizzato non per salvaguardare il territorio dal dissesto idrogeologico ma per garantire interventi inutili al di fuori dei compiti istituzionali". Lo scrive il segretario Regionale Cisl, Mimmo Cubello.
La discussione sulle proposte di legge regionale di modifica dell'Ordinamento dei Consorzi di Bonifica (PL n°41/10^di iniziativa popolare e PL n°45/10^di iniziativa dei Consigli Comunali di San Pietro in Amantea, Longobardi, Serra Aiello, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio e Lago) che doveva avvenire in tempi brevi e con la modifica del comma 1, lettera b), dell'articolo 23 della LR n°11/2003 (infatti era già all'o.d.g. della Commissione nella seduta del 30/6/2015 ed è stata colpevolmente rinviata) per evitare che i terreni agricoli che non conseguono benefici diretti dall'attività di bonifica continuassero a gravare oneri impropri, viene rinviata alla seduta del 10/2/2016 nel mentre si approvano in quella del 2/2/2016 i piani di classifica con la normativa vigente per prendere per i fondelli, per non dire altro, i calabresi che coltivano le loro terre non a scopo professionale.
E' necessario determinare, a parere della CISL, una sostanziale modifica della platea dei contribuenti e consorziati, piccoli proprietari di appezzamenti di terra, il più delle volte in zone montane, incolti e abbandonati, contribuenti e consorziati, questi si a loro insaputa che si trovano notificate cartelle di pagamento di tributi senza aver mai conosciuto e visto qualsivoglia tipo di intervento sulle loro proprietà che invece sono danneggiate per effetto del dissesto idrogeologico, denunciato di continuo al solo fine dell'utilizzo improprio e "comodo" dei finanziamenti, anche ingenti, all'uopo destinati.
L'unico intervento a salvaguardia del territorio oggi è a carico dei piccoli proprietari che con la coltivazione dei loro piccoli appezzamenti di terreno di fatto suppliscono alle carenze pubbliche sia per la salvaguardia del territorio che per la difesa dagli incendi.
In Calabria cosa si fa? Invece di ringraziarli esentandoli dal pagamento di imposte se ne aggiungono altre, improprie e non dovute.
Non vorremmo, il rischio c'è, che anche in questa legislatura le proposte di legge sull'argomento facessero la fine della precedente: non essere approvate e non produrre nessun effetto per la pluralità dei cittadini calabresi interessati. A chi fa comodo lo "status quo"?
Infatti, nella passata legislatura ben tre proposte di legge, la n°115/9^,la n°314/9^e la n°448/9^ sono state oggetto di approfondita disamina da parte della Quarta Commissione permanente del Consiglio Regionale della Calabria con decine di audizioni (solo come CISL Calabria due audizioni con deposito di relative memorie) e conseguente produzione di ampia documentazione che delinea le posizioni delle parti interessate e che può essere utilmente e proficuamente ripresa ai fini della definizione di tali problematiche per una interpretazione ed applicazione corretta e chiara della LR11/2003.
E' il caso di ricordare che la Regione Calabria è tra le poche, se non l'unica, a imporre il pagamento di tale tributo "a prescindere ed indipendentemente dal beneficio fondiario, dall'incremento di valore conseguito e conseguibile dallo stesso terreno ma solo per supposti benefici potenziali"(!).
Abbiamo, pertanto chiesto, di essere convocati dall'apposita Commissione per esplicitare meglio e compiutamente le ragioni e l'urgenza di tale provvedimento.
Anche in occasione dell'approvazione dei piani di classifica, il 2/2/2016, nonostante la nostra ripetuta richiesta di audizione si sono approvati tali atti con i soli interlocutori interessati, i Consorzi di Bonifica, gli stessi che con le solite connivenze hanno predisposto le linee guida regionali alla definizione degli atti.
Questo si che è un bell'esempio di confronto, partecipazione e democrazia per i calabresi.
Contatteremo i promotori delle due proposte di legge per approfondire insieme a loro le problematiche trattate e individuare una comune strategia idonea all'approvazione della legge ed evitare che continuino a pesare sui calabresi balzelli per effetto delle linee di indirizzo alla base degli attuali piani di classifica definiti, a nostro parere, forzatamente e impropriamente dalla Giunta Regionale alla fine della passata legislatura senza il necessario chiarimento, le esplicitazioni e le necessarie modifiche proposte alla LR11/2003.
In presenza di ulteriori "sordità" della politica regionale non ci resterà altra strada che quella della proposizione di una Class Action o di un Referendum Popolare strumenti che riteniamo a quel punto si debba lavorare con tutte le conseguenze che ne possono derivare per la stessa credibilità della classe politica regionale sempre più chiusa e sorda a difesa di interessi di gruppi e sovrastrutture burocratiche e clientelari.