Commissione Affari costituzionali, Ciarletta in audizione: “Sulla parità di genere Statuto Calabria sia modello nazionale”

La consigliera calabrese di parità, Maria Stella Ciarletta, è stata audita dalla I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) della Camera dei deputati, presieduta da Andrea Mazziotti Di Celso. L'organo parlamentare è impegnato nell'esame delle proposte di legge recanti disposizioni volte a garantire l'equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali.

L'avvocato Ciarletta, nel tratteggiare il quadro complessivo della normativa vigente, ha illustrato lo stato dell'arte dell'attuazione dei principi costituzionali in questa materia, nell'ambito della legislazione di fonte regionale.

Un bilancio, quello dell'esperienza regionalistica, che per la consigliera di parità presenta "troppe ombre", anche perché "nel maggio 2015 si è votato in sette regioni con sette sistemi elettorali diversi e con diverse misure di promozione delle candidature femminili. Un panorama disomogeneo che non soddisfa il dettato costituzionale. E il fallimento è stato confermato dal risultato elettorale, laddove in mancanza di meccanismi come la doppia preferenza, la percentuale di donne elette nelle assemblee regionali si attesta su percentuali irrisorie, con un picco in negativo nelle regioni del Sud: ad esempio il 3,3% in Calabria, dove è risultata eletta una sola donna, mentre nessuna donna è stata eletta in Basilicata".

Ciarletta ha indicato come paradigmatica l'esperienza calabrese: "Nel 2014, in occasione del varo della nuova legge elettorale regionale, la bocciatura della doppia preferenza di genere e delle altre disposizioni in materia di parità di accesso alle cariche elettive segnò un momento di profonda involuzione. Successivamente alle elezioni, però – ha aggiunto Ciarletta – il nuovo Consiglio regionale ha proceduto con la riforma dello Statuto prevedendo l'obbligo della rappresentanza di genere in Giunta, in misura non inferiore al 30%. La recente scelta statutaria calabrese può essere assunta a modello a livello nazionale. Non basta infatti l'introduzione della doppia preferenza, ma occorre favorire una equilibrata composizione degli esecutivi locali, così come fatto in Regione Calabria. Altrimenti si corre il rischio di operare una riforma a metà, perché non è il mero inserimento di candidate nelle liste elettorali a garantire la parità, bensì l'effettivo coinvolgimento nella gestione delle politiche territoriali".

Ciarletta ha definito "quasi inevitabile che il Parlamento introduca dei principi più stringenti, attraverso l'elencazione degli strumenti che le Regioni dovranno essere obbligate ad introdurre, abbandonando la strategia della mera enunciazione di principi adottata sino ad oggi. Questi strumenti possono sicuramente essere la doppia preferenza di genere e la presenza di almeno il 40 per cento di donne candidate nelle liste con l'ordine di alternanza uomo-donna". Ad avviso della consigliera di parità, infine, "anche il sistema sanzionatorio dovrebbe rientrare tra i principi fondamentali indicati dal legislatore nazionale, con l'inammissibilità della lista come sanzione più efficace in caso di violazione delle prescrizioni".