Femminicidio: le flessioni più rilevanti in Calabria, Campania e Puglia

Nel 2014 sono state 152 le donne uccise nel nostro Paese, vale a dire il 31,9% delle vittime totali. In netta controtendenza rispetto a quanto rilevato nel 2013, il 2014 registra una fortissima contrazione del numero dei femminicidi nelle regioni del Sud (-42,7%, passati da 75 a 43), mentre risultano in aumento i casi nelle regioni del Nord (+8,3%, da 60 a 65) e stabili nel Centro (con 44 vittime in entrambi gli anni considerati, ma in forte crescita rispetto al triennio 2010-2012). Sono i dati contenuti nel Terzo Rapporto Eures sul Femminicidio in Italia.

A livello regionale il più alto numero di femminicidi si rileva in Lombardia, con 30 vittime nel 2014 (in aumento del 57,9% rispetto ai 19 casi del 2013); crescono i femminicidi anche in Toscana (da 13 a 16), in Veneto (da 4 a 7), Basilicata (da 0 a 3), Liguria (da 4 a 5) e Sicilia (da 18 a 19) che, insieme al Lazio, si colloca al secondo posto per numero di vittime censite nel 2014 (19 in entrambe le regioni).

Sul fronte opposto, la flessione più rilevante si osserva in Campania (da 20 a 7 vittime), Puglia (da 15 a 4) e Calabria (da 10 a 3), mentre nessun femminicidio si conta nel 2014 in Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Molise e Valle d'Aosta. A livello provinciale, nel 2014, in linea con la dinamica osservata a livello regionale, è Milano, con 14 vittime, a registrare il maggior numero di donne uccise nel proprio territorio (erano 6 nel 2013), seguita da Roma con 13 femminicidi (due in più rispetto agli 11 del 2013); seguono Torino (con 8 vittime) e Firenze, dove il numero dei femminicidi passa da un solo caso nel 2013 a ben 7 nel 2014.

Anche a seguito della variazione segnalata è il Centro a presentare il più alto indice di rischio tra le diverse aree del Paese, con 7 femmicidi per milione di donne residenti nel 2014, a fronte di 4,5 al Nord ed a 4 per le regioni del Sud.