'Ndrangheta in Emilia: chiesto il giudizio per 219 persone

toghe newSono state firmate dai Pm della Dda di Bologna le richieste di rinvio a giudizio per l'inchiesta "Aemilia" contro le infiltrazioni della 'Ndrangheta in Emilia Romagna. Le persone per cui è stato chiesto il processo sono 219. Rispetto agli avvisi di fine indagini di giugno sono state stralciate cinque posizioni, per un vizio di notifica e si pensa di poterle ricongiungere alle altre nell'udienza preliminare. L'udienza dovrà poi essere fissata dal Gup e quasi certamente si terrà a Bologna, in un padiglione della fiera. Nelle scorse settimane si era sollevato il problema del luogo in cui celebrare il procedimento, non essendo la regione Emilia Romagna attrezzata per ospitare maxiprocessi legati alla criminalità organizzata. Le richieste sono firmate dai Pm Marco Mescolini, Beatrice Ronchi e Enrico Cieri, con il visto del procuratore aggiunto reggente, coordinatore della Dda, Massimiliano Serpi. Nell'atto inoltrato all'ufficio Gip non ci sarebbero modifiche sostanziali rispetto all'impostazione degli avvisi di fine indagine inviati a fine giugno. L'inchiesta, che a gennaio aveva portato a 117 misure di custodia cautelare e aveva rappresentato il più importante colpo alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna, aveva contestato a 54 persone l'associazione a delinquere di tipo mafioso. Si trattava di un sodalizio ritenuto legato alla Cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone) operante dal 2004 e tuttora permanente, con epicentro a Reggio Emilia. E finalizzato ad acquisire direttamente o indirettamente la gestione e il controllo di attività economiche, anche nei lavori per il sisma del 2012, oltre che ad acquisire appalti pubblici e privati, ostacolare il libero esercizio del voto nel caso di elezioni dal 2007 al 2012 nelle province di Parma e Reggio Emilia. I capi erano individuati in Nicolino Sarcone, Michele Bolognino, Alfonso Diletto, Francesco Lamanna, Antonio Gualtieri e Romolo Villirillo. Dell'associazione fanno parte, tra gli altri, come organizzatori, l'imprenditore Giuseppe Giglio, Gaetano Blasco e Antonio Valerio, questi ultimi intercettati mentre ridevano dopo le scosse di terremoto. Tra i partecipanti al sodalizio, Giuseppe Iaquinta, il padre dell'ex calciatore della Juventus e della nazionale Vincenzo, anche lui indagato per reati di armi. Confermate erano state le accuse di concorso esterno all'associazione per il consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, l'ex assessore Pdl del Comune di Parma Giovanni Paolo Bernini, il costruttore Augusto Bianchini, la consulente fiscale bolognese Roberta Tattini, il giornalista Marco Gibertini. Tra i prossimi imputati anche Nicolino Grande Aracri, ritenuto un boss della 'Ndrangheta, che non risponde, però, di associazione mafiosa. Tra gli accusati anche esponenti delle forze dell'ordine. Dopo alcuni dubbi sulla possibilità di celebrare l'udienza preliminare a Bologna, per la mancanza di uno spazio adeguato a contenere circa 500 persone tra imputati e avvocati e allo stesso tempo garantire condizioni di sicurezza, sembra essere definitivamente decollata l'ipotesi di allestire l'aula bunker in un padiglione della Fiera. Il risultato è stato ottenuto grazie alla collaborazione tra il presidente del tribunale Francesco Scutellari, la Procura e l'impegno economico della Regione Emilia-Romagna.