I sindacati inchiodano l'Anas alle proprie responsabilità

"Le terrificanti notizie di questi giorni diffuse dallo SVIMEZ che individua il Mezzogiorno d'Italia come un territorio più povero della "povera" Grecia, ed il fatto che l'attuale crisi possa determinare un sottosviluppo permanente, sono ambedue dati che esprimono lo stato estremo in cui versa il Sud d' Italia. E' evidente che le cause di questa condizione sono molteplici e andrebbero indagate con metodologie più socio-storico-economiche che non con criteri lombrosiani ;ciò che però è certo è che quando in futuro il periodo che i meridionali stanno vivendo sarà indagato con criteri storici, emergerà come alcuni soggetti più di altri abbiano brillato per rendere il Sud quella landa desolata descritta in questi giorni dallo SVIMEZ. Fra questi soggetti l' ANAS che lascia ad imperituro ricordo il suo operato sulla SA-RC. Sarebbe facile infierire sulla gestione a tutto tondo di un infrastruttura che è diventata sinonimo di quanto di peggio abbia saputo produrre il sistema ITALIA negli ultimi 50 anni. Pensavamo però che le ultime vicende che hanno caratterizzato questa azienda di stato avessero prodotto nel nuovo management una consapevolezza, se non più giusta, almeno diversa da quella della gestione precedente. E invece nulla di tutto questo!La vicenda dell'ammodernamento, che ammodernamento non è, del tratto che da Villa S.G. porta a Reggio Cal. è lì a dimostrare appunto, che l' auspicata presa di coscienza delle proprie responsabilità l´ANAS non l' ha mai operata e che continua con lo stesso atteggiamento di prima se non peggio. Ed infatti se il buon Ciucci almeno aveva l'accortezza di accompagnare il Presidente del Consiglio pro-tempore al taglio dal nastro per il completamento dei lavori sulla SA-RC, cerimonia che per la verità si è realizzata con cadenza annuale per parecchi anni, il dottor Armani, forse non conoscendo le specificità infrastrutturale del territorio, ha deciso di chiudere la città metropolitana di Reggio Cal. per tre anni. E se utilizziamo il termine chiudere è perché, almeno noi, abbiamo ben presente il sistema infrastrutturale di mobilità del territorio reggino. Quello che ci indigna e ci insospettisce, è che nonostante le richieste, si continui a procedere unilateralmente senza sentire il territorio che, a noi pare ha già in maniera evidente dichiarato il suo dissenso rispetto alla realizzazione dell' ammodernamento (sic) del tratto autostradale in questione per come si sta portando avanti. Il nostro intento solo ed esclusivo è quello di garantire ai reggini il diritto alla mobilità, se ci fossero la politica e le istituzioni sarebbe compito loro. Noi possiamo solo denunciare solo le cose che ci indignano". Lo affermano in una nota stampa congiunta Cgil, Cisl e Uil.