"Rimborsopoli", Tripodi risponde, Adamo no ma presenta richiesta revoca misura

adamonicolaProseguono gli interrogatori degli ex consiglieri regionali indagati nell'ambito dell'inchiesta "Erga omnes", sui rimborsi elettorali di Palazzo Campanella. Oggi è la volta dei politici colpiti dal divieto di dimora in Calabria. Pasquale Tripodi, segretario dimissionario del Centro Democratico calabrese, ha risposto alle domande del Gip Olga Tarzia e dei pm Gaetano Paci e Matteo Centini, accompagnato dai legali di fiducia, gli avvocati Emanuele Genovese e Umberto Abate.

L'ex consigliere regionale del Pd Nicola Adamo ha presentato istanza al Tribunale della libertà di Reggio Calabria per chiedere la revoca del divieto di dimora in Calabria disposto nei suoi confronti nell'ambito dell'inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari della Regione. Adamo, difeso dagli avvocati Ugo Celestino e Fabio Viglione, è giunto stamane negli uffici del tribunale di Reggio Calabria per essere sentito dal giudice per le indagini preliminari che ha emesso il divieto di dimora. Adamo ha tuttavia scelto di non rispondere al Gip, programmando però un interrogatorio con i pm. "Avrei preferito essere interrogato prima di oggi" ha detto Adamo ai giornalisti. Con quell'interrogatorio, Adamo è convinto che sarebbe riuscito a evitarsi la misura cautelare. Adamo è convinto di doversi difendere solo sotto il profilo interpretativo della legge regionale: "La mia coscienza è a posto per quello che emerge dall'ordinanza" ha detto. Adamo, tuttavia, si è detto rammaricato e stupefatto del provvedimento di divieto di dimora: "Anche le motivazioni della misura, che parlano dei miei consolidati rapporti con la Pubblica Amministrazione, sembrano quasi quelle che a volte si leggono per i mafiosi. Questo comunque non significa che io non continui a fare politica, anche perché io ho scelto Roma come mia nuova dimora e lì sono nel cuore del potere politico".

"Siamo assolutamente fiduciosi - affermano in una nota i difensori di Adamo - di poter dimostrare l'assoluta correttezza dell'operato di Nicola Adamo, confortati anche dalla 'natura politica' delle spese contestate e dall'appartenenza dell'ex consigliere al gruppo misto. Nessuna spesa personale, eccentrica o estranea alla funzione svolta. Peraltro, non gli si contesta di aver 'intascato' per sé fondi destinati all'attività politica e istituzionale e tanto non può essere ignorato neanche in una corretta contestualizzazione dei fatti. Convinti delle nostre ragioni in fatto ed in diritto, abbiamo già proposto istanza di riesame per la revoca del divieto di dimora che riteniamo, peraltro, non assistito dalle esigenze cautelari". "Ora - concludono - la completa acquisizione degli atti d'indagine, suscitata dalla nostra richiesta di riesame, ci consentirà di procedere ad un'analitica confutazione della tesi sostenuta dall'accusa".