"La Provincia": la protesta dei giornalisti pubblicisti, messi alla porta senza preavviso

Una nota, come tante altre arrivano sempre più frequentemente, quella in cui un gruppo di giornalisti pubblicisti del quotidiano "La Provincia" che "proprio in queste ore ricevono notizie frammentarie circa la presunta e paventata volontà del nuovo gruppo editoriale di voler rinnovare con nuove firme la testata" si vedono costretti a pubblicare.

"Dunque, tagliati fuori senza una spiegazione dall'attuale editore che invece ha pensato bene di organizzare un aperitivo con i giornalai della provincia di Cosenza presso l'ex hotel exsecutive omaggiandoli con bottiglie di vino delle loro cantine. A questo punto appare chiaro che abbiano confuso che un giornale non è fatto da giornalai che vendono esclusivamente un prodotto, bensì da giornalisti che invece riempiono di contenuti il prodotto che il lettore acquista.
Dalla nascita di questo giornale noi cronisti siamo stati contattati per portare avanti quello che doveva essere un ambizioso progetto editoriale. In solo otto mesi abbiamo conosciuto la bellezza di ben tre dirigenze, tra mille difficoltà anche sul piano economico. Dal mese di maggio poi la cessione al nuovo editore ed anche questa volta abbiamo retto sulle nostre spalle un giornale che ha sempre faticato a decollare ma in maniera ostinata abbiamo sempre garantito le nostre firme quotidianamente senza lamentarci, senza pretese alcune e senza essere mai contattati da una redazione fantasma. Oggi arriva, invece, la notizia che siamo stati messi per l'ennesima volta in mezzo ad una strada in quanto il nuovo editore ha deciso di non avvalersi più della nostra collaborazione senza neanche pensare che fosse magari necessario e giusto avvisare quei giornalisti che fino ad oggi hanno riempito di contenuti puntuali "La Provincia" e che nel più totale rispetto non hanno avanzato nessuna richiesta anche sul piano economico ma hanno pensato solo ed esclusivamente a lavorare perché ancora credevano in quell'ambizioso progetto.
In questi ultimi mesi abbiamo visto sparire dalle edicole quotidiani e abbiamo letto di testate in crisi con giornalisti in rivolta. Questa volta tocca a noi de "La Provincia". Siamo profondamente costernati e umiliati sia sul piano professionale che su quello umano per essere sostituiti da nuove penne, da nuove firme o più semplicemente da saltimbanchi del giornalismo. Questo, dunque, pare essere il modus operandi dell'editoria calabrese (o di fantomatici o improvvisati editori) pronti a fruttare chi ancora crede che il giornalismo possa ancora ripagare. La figura del giornalista, dunque, è costantemente bistrattata e noi de "La Provincia" oggi lo sappiamo bene, sostituiti dall'oggi al domani come se ci fossero giornalisti di serie A e serie B come se noi non fossimo più all'altezza eppure fino ad oggi siamo stati le sentinelle sul territorio, abbiamo dato il massimo, ci siamo spesi fino all'ultimo e questa è la giusta ricompensa del nuovo gruppo editoriale.
Chiediamo per questo che l'ordine dei giornalisti della Calabria e i Circoli della Stampa si uniscano a noi con una nota a sostegno di questa vicenda che coinvolge noi giornalisti.
Non per ultimo rimaniamo aperti ad un incontro con l'editore".