‘Ndrangheta in Piemonte, 45 condanne in appello al processo “Minotauro”

Toghe1Si chiude con 45 condanne e 25 assoluzioni il processo di appello a Torino dell'inchiesta Minotauro, sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel torinese. Sono oltre 251 gli anni di carcere il totale delle pene inflitte ai 45 imputati. Il primo grado era terminato con la condanna di 36 imputati su 73, ma le pene erano state mediamente più alte arrivando a un totale di più di 266 anni di carcere.

"È sicuramente una vittoria per la procura generale". Così il procuratore generale di Torino, Antonio Malagnigno, al termine della lettura della sentenza della corte d'appello di Torino "Siamo soddisfatti - ha spiegato il pg - anche se ci sono state delle assoluzioni, l'impianto accusatorio ha retto".

In appello la pena più severa, 17 anni e 3 mesi di reclusione, è stata inflitta a Vincenzo Argirò, considerato esponente del 'Crimine' di Torino, il braccio armato della malavita sul territorio. In primo grado era stata di 21 anni e 6 mesi.

E se ci sono state alcune riduzioni di pena, i giudici hanno invece aumentato di un anno la condanna per l'ex segretario comunale di Rivarolo, Antonino Battaglia, portata a tre anni di carcere, riconoscendolo colpevole di scambio elettorale politico-mafioso. Battaglia è stato anche interdetto dai pubblici uffici per cinque anni.

La corte d'appello ha inoltre disposto che i condannati paghino le spese legali alle parti civili: 15mila euro alla Regione Piemonte, 10mila al Comune di Torino, 5mila euro al Comune di Moncalieri e 10mila a quello di Chivasso, oltre ai 15mila euro per pagare gli avvocati dell'associazione Libera. Diversi i conti e i beni confiscati.

I giudici hanno anche accolto la richiesta della procura generale di sequestro conservativo di un rolex in oro con brillanti a una delle condannate "a garanzia del pagamento della pena pecuniaria" e delle altre spese e somme dovute.