Cgil, Cisl e Uil tuonano contro Enel Rete: “Azienda reticente e dilatoria”

"A conclusione del secondo incontro con ENEL Rete non possiamo che constatare che non c'è nulla di nuovo con quanto avevamo già vissuto con la riorganizzazione.

Ci siamo trovati a dover ragionare con un'azienda reticente e dilatoria, molto più impegnata ad abbassare i costi del personale per dare risposte ai mercati finanziari piuttosto che riappropriarsi della vocazione industriale proponendo un progetto di presidio della reperibilità che tenesse conto della reale situazione della rete elettrica calabrese". A scagliarsi contro Enel sono le segreterie regionali Filctem Cgil, Flaei Cisl e Ulitec Uil.

"Di norma – aggiungono i sindacati – si definiscono le attività e si calibrano le risorse per presidiarle, invece,come sempre negli ultimi anni, si parte dalle risorse presenti e si fa quel che si può. "E quel che si può"... condanna la Calabria ed i calabresi ad un pessimo servizio elettrico. E' irricevibile un piano di reperibilità regionale che non tiene conto della situazione impiantistica calabrese. Dopo l'operazione di taglio lineare delle strutture sopprimendo il 50% tra le Zone ed il 40% delle U.O. ora dobbiamo gestire una visione del presidio elettrico che non fa tesoro di esperienza, storicità dei dati, condizioni climatiche, logistica del territorio, per cui da un dato di 103 reperibili contemporanei, Enel ritiene che si possano abbattere ben 14 posizioni (quindi 56 operativi) quando già oggi, in queste condizioni, la fotografia del servizio è chiara – scadente rispetto al Paese – come certificato dall'Authority per l'Energia.

Questo sindacato dice che i reperibili contemporanei devono rimanere immutati in Calabria, per consentire percorsi virtuosi nel futuro in cui le nuove leve sono affiancate dalle risorse più esperte, ed altresì per riaffermare l'esigenza di un presidio efficace e duraturo del sistema contro le carenze di risorse e di investimenti cui Enel ha condannato il nostro territorio.

Il documento Aziendale, nel definire il contesto – spiegano i Sindacati – parla di "rimodulazione dei contemporanei reperibili tenuto conto della compatibilità con i livelli di qualità del servizio" ma non afferma chiaramente che la durata cumulata media nazionale è di 38,9 minuti contro i 68,5 minuti Calabresi (il 50% in più) il trend per il 2015 rispecchia il dato precedente, per cui ancora una volta si fa il contrario di quanto si dichiara,in un contesto così fatto ci saremmo aspettati un adeguato piano di investimenti e un aumento dei contemporanei e non una drastica riduzione. Quindi, c'è una evidente contraddizione tra quanto dichiarato e quanto applicato.

Peraltro, in questa regione il furto di energia ha assunto livelli che non sembra si possano risolvere a breve e per sopperire alla significativa carenza di verificatori, che oltre all'impegno nella normale attività devono far fronte al fenomeno, alcuni operai sono da anni impegnati esclusivamente in tale attività anche al di fuori dal normale orario di lavoro in sopralluoghi per il recupero di energia elettrica e quindi esonerati dalla reperibilità operativa.

Le organizzazioni sindacali regionali "nel non condividere né il metodo né il merito" rivendicano "un tavolo per riprendere la discussione anche con l'intervento dei livelli nazionali per battere le mistificazioni di Enel nei confronti dei cittadini calabresi. Preavvertiamo sin d'ora che – concludono – in mancanza di concreti segnali per il futuro del servizio in Calabria, cominceremo una fase di assemblee sui posti di lavoro dichiarando lo stato di agitazione dei lavoratori della Rete di Enel".