Il consigliere regionale Greco (Oliverio Presidente) su legge elettorale nazionale: “Con Italicum deriva della democrazia”

"Con l'Italicum si vuole istituzionalizzare il governo del pensiero unico. Sembra evidente come, attraverso l'approvazione della nuova legge elettorale, si vogliano consegnare nelle mani di una sparuta cerchia di uomini, sarebbe meglio dire di un leader, le chiavi per la gestione del Paese e delle istituzioni".

Lo sostiene il capogruppo di "Oliverio Presidente" Orlandino Greco, secondo cui "Ci sono due questioni che si intrecciano. Uno è il diritto sacrosanto di chi viene democraticamente eletto per governare il Paese per cinque anni, superando i limiti degli ultimi sistemi elettorali. L'altro è la reale possibilità di garantire la rappresentanza democratica. Appare evidente che nell'Italicum questo rapporto è totalmente squilibrato e favorisce di gran lunga la governabilità. Una riforma del sistema elettorale, che migliori la governabilità è necessaria, ma è indispensabile che non si istituzionalizzi il pensiero unico tanto in voga nei partiti leaderistici della seconda Repubblica, che porterebbe ad un'equazione pericolosa tra l'assemblea del partito di maggioranza e gli organi di governo del Paese. A dirla tutta - aggiunge - l'Italicum sembra ideato su misura per l'attuale Presidente del Consiglio: un premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, che, attualmente, solo il Partito democratico potrebbe agguantare al primo turno; una soglia di sbarramento bassa, il 3%, con il chiaro intento di frammentare l'opposizione e magari accoglierla nel corso della legislatura; le preferenze, che ci sono, ma vengono dopo i capilista scelti dalle segreterie di partito che potranno candidarsi in dieci collegi". Argomenta Orlandino Greco: "L'approvazione di una nuova legge elettorale è sempre valsa da spartiacque politico per l'Italia. Non si può dimenticare la mole di proteste che seguirono all'approvazione della cosiddetta legge truffa del 1953, abrogata un anno dopo, sancì il fallimento del disegno strategico di De Gasperi e la fine di un'era. Allo stesso modo il Porcellum, bocciato dalla Corte Costituzionale, è stato a lungo il simbolo dell'epoca Berlusconi, un sistema elettorale ricco di incongruenze, meglio sarebbe dire orrori a scapito di un'autentica rappresentatività degli eletti e dell'esigenza di dare agli organismi parlamentari maggioranze stabili e sicure. Ciò posto, non giova che si ritorni ai vecchi sistemi. Non al sistema strettamente proporzionale, perché una eventuale estesa frammentazione del consenso politico non consentirebbe di approdare a quelle sicurezze cui si accennava, lasciando adito ad intese larghe o striminzite nemmeno lontanamente immaginati dagli elettori. Va bene una legge elettorale a doppio turno, va bene anche il premio di maggioranza, ma è necessario che si torni a premiare le coalizioni e non le liste, così da favorire l'eterogeneità di una maggioranza che per il bene del Paese deve governare avendo un confronto democratico con altre forze politiche". Conclude il capogruppo di "Oliverio Presidente": "Bisogna poi impedire le candidature in più collegi e reintrodurre le preferenze per tutti i candidati delle liste, senza postazioni bloccate per garantire un posto al sole indicato dalle segreterie di partito. L'Italicum, che per certi versi ricorda addirittura la legge Acerbo del 1923, ha dei punti di forza ma anche evidenti lacune. L'Italia ha bisogno di maggioranze sicure, di governi solidi, ma un Parlamento con un solo occhio, monoculturale, controllato a vista, lascia presagire pericolose derive per la democrazia del nostro Paese".