Consiglio Regionale, entra nel vivo maratona che dovrà approvare manovra finanziaria

reggiopalazzocampanellaE' iniziato il Consiglio Regionale in una vera e propria maratona di due giorni che dovrà portare all'approvazione della manovra finanziaria, e nello specifico del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria Regionale 2015-2017, del "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2015) ", della "Legge di stabilità regionale per l'anno 2015 e del "Bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017.

Come spiegato nella sua relazione iniziale dall'Onorevole Vincenzo Ciconte, che ha rassicurato su come quello effettuato dalla Seconda Connissione, sia stato un lavoro condotto "con estrema serietà ed impegno".

Subito in discussione il primo punto all'ordine del Giorno: Il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria Regionale 2015-2017

"Un documento che - Come riferisce Ciconte - esprime innanzitutto la forte volontà della Giunta regionale, di porre la programmazione al centro della propria azione di governo, per definire impegni e priorità all'interno di una chiara visione strategica di sviluppo economico e di crescita sociale".

Parole d'ordine: trasparenza.

Consapevoli che per svoltare serve una netta discontinuità con il passato "ed una profonda svolta nelle politiche di bilancio, al fine di limitare l'indebitamento ed evitare i rischi derivanti dall'ulteriore deterioramento dei conti".

"Il risanamento finanziario regionale si impone come un obbligo ed una priorità di estrema urgenza, in ragione del pesante fardello ereditato dal passato governo regionale nonchè delle profonde modifiche intervenute nel contesto normativo in materia di bilancio e dei tagli operati da parte dei governi che si sono succeduti dal 2010 ad oggi.
Da sette anni ormai la Calabria chiude, ogni anno, con una progressiva diminuzione del PIL e riduce costantemente la propria capacità di creare ricchezza abbassando, nello stesso tempo, tutti gli indicatori nel campo dei servizi legati alla qualità della vita a partire dai bisogni sanitari. Aumenta l'isolamento infrastrutturale e l'inadeguatezza dei trasporti. I dati occupazionali sono ancora più preoccupanti. Diminuisce l'occupazione, permangano fasce ampie di precariato, cresce la fuga delle nuove generazioni. Nella popolazione giovanile la disoccupazione raggiunge la cifra allarmante del 65% a fronte del 17% in Europa. Quasi 200.000 giovani non lavorano né studiano ed è ripresa con grande velocità l'emigrazione, in particolare di giovani laureati, il 27% del totale degli emigrati nel 2011. Il bassissimo tasso di occupazione femminile, in particolare delle giovani donne, costituisce uno dei fattori più gravi di freno alla crescita civile e sociale della nostra regione.
L'ultimo rapporto SVIMEZ fornisce un quadro della situazione calabrese contrassegnato da una forte congiuntura ancora in atto a causa della perdurante crisi internazionale e nazionale, le cui conseguenze si fanno sentire sul mercato interno".

Ma non solo.

"L'efficacia delle politiche regionali - spiega ancora - è fortemente condizionata dai ritardi strutturali della società e dell'economia calabrese. Nella nostra regione, così come nelle altre regioni meridionali, si riscontra con elevata frequenza una qualità inferiore dei beni pubblici essenziali, come giustizia, sanità, istruzione, trasporti, lavori pubblici, servizi locali, con ricadute rilevanti sulle condizioni di vita dei cittadini e sul funzionamento dell'economia. Il rischio che si corre è quello che la perdita di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie possa diventare un dato permanente, che potrebbe impedire alla Calabria di agganciare la possibile ripresa prevista per l'anno in corso. Per evitare tale rischio occorrono politiche forti, in grado di incidere e di evitare conseguenze di lungo periodo".

Questo dunque l'impegno prioritario del governo regionale nel quinquennio 2015-2020, anche attraverso una "modernizzazione radicale dell'Ente, lo snellimento amministrativo e la razionalizzazione delle risorse e si interverrà a 360° sull'economia del territorio, valorizzando pienamente il turismo, l'agricoltura, l'artigianato e investendo sui giovani e le imprese soprattutto in termini di innovazione, istruzione e competitività."

E sulla spesa comunitaria rincara la dose, attaccando la precedente legislatura e rivendicando la decisione dello sblocco dei pagamenti per circa 800 milioni di euro, o le task force dedicate ai PISU e ai PISL, la riprogrammazione delle risorse non ancora impegnate, confluite "attraverso il meccanismo della riduzione della quota di cofinanziamento nazionale dei Programmi Operativi, all'interno di nuovi contenitori programmatici afferenti ad un "Piano di Azione e Coesione" (PAC), con il conseguente abbassamento dei target di spesa da raggiungere a fine anno e la possibilità di continuare a sostenere – con le risorse destinate al PAC – obiettivi di crescita regionale, senza i vincoli temporali previsti dai Regolamenti comunitari sui Fondi Strutturali".

Una gigante manovra finanziaria da 7 miliardi, la metà interessano il settore della sanità, mentre le risorse per gli investimenti Por e Fas rappresentano il 25% del bilancio ed il 12% riguarda altre risorse statali.

Per quanto riguarda enti e fondazioni in arrivo taglu di spesa sul personale e di gestione, ma anche l'individuazione di termini precisi per la fine delle gestioni liquidatorie fissate al 31 luglio 2015 per tutte le società in cui la Regione detiene quote di maggioranza.