Sanità nelle carceri, Medicina e Territorio: "A metà tra salute e Guantanamo"

"La Regione Calabria ha da tempo avviato, e non concluso, il percorso per garantire in ambito penitenziario il diritto alla salute pari a quello dei cittadini liberi. Il percorso è iniziato, sin dal 2009, con il passaggio dei medici specialisti ambulatoriali, voluto dal DPCM 1.4.2008, e che si sarebbe dovuto concludere con il passaggio di tutte le altre figure professionali, fermo restando che nel SSN un medico si può legare solo con un contratto nazionale". Lo si legge in una nota del periodico Medicina e Territorio.

"La malattia in carcere non riguarda solo lo stato di salute, bensì un concetto più ampio di benessere, e nella fattispecie miglioramento delle condizioni di vita della persona.
Per non aver completato il percorso delle figure professionali mediche presenti negli Istituti di Pena in Calabria, oggi, ci si trova con un SSN legittimamente rappresentato dai medici specialisti ambulatoriali e una parte di sanitari che non ha completato il passaggio al SSN. Ovviamente, a qualcuno fa comodo questa confusione e le stesse ASP non prevedono linee di indirizzo e protocolli istituzionali in un ambiente dove il rischio suicidario è altissimo.
Non si comprende, inoltre, come vengono garantiti gli specialisti, gli unici in regola con il contratto di lavoro, nel percorso di visite, cure e somministrazione di farmaci al fine di evitare percorsi tortuosi che possono inficiare il processo assistenziale.
Le conclusioni li tireremo a suo tempo anche perché la Regione Calabria, a seguito della Riforma del 2008, deve porre particolare attenzione alla salute dei cittadini detenuti , che hanno perso la libertà, ma non la dignità. SI deve avviare un processo collaborativo con l'intero apparato penitenziario, che oggi , per una certa confusione, ci auguriamo non voluta, ingenerata da uno pseudo sistema sanitario di "clandestini a bordo", deve ancora accettare le norme giuridiche che consentono lo svolgimento della attività sanitaria come tassativamente prevede il DPCM del 2008".
N.B. Medicina & Territorio ha aderito alla campagna del Partito Radicale sulla Medicina penitenziaria e alla petizione Amnistia per la Repubblica.