Commissione Antimafia propone accesso antindrangheta nel Comune di Verona

bindirosy"Verona è il punto più fragile del Veneto e ci sentiamo di segnalare che la consapevolezza sul livello 'ndranghetista e mafioso nel territorio è ancora insufficiente". Lo hanno detto i membri della Commissione parlamentare bicamerale antimafia che si è riunita oggi a Verona, sotto la guida della presidente Rosy Bindi. Una giornata di audizioni che hanno completato la due giorni della commissione in Veneto. "Questa - ha spiegato Rosy Bindi - è ancora una regione per cui si può usare la parola infiltrazione e non insediamenti e non vorremmo che a episodi sporadici seguisse un radicamento, come avvenuto in altre regioni". Il rischio di una sottovalutazione del fenomeno mafioso nel territorio veronese è stato approfondito nell'audizioni con i vertici provinciali delle forze dell'ordine, il procuratore Mario Giulio Schinaia, i rappresentanti delle associazioni, il presidente della camera di Commercio. "Dagli elementi che abbiamo raccolto - ha aggiunto - ci sentiamo di chiedere alla Prefettura e al Comitato di sicurezza, anche alla luce di recenti fatti analizzati dalle procure di Bologna, Brescia e Catanzaro, di rivalutare la possibilità della nomina di una Commissione di accesso al Comune di Verona e magari anche in altri comuni che hanno visto il verificarsi di fatti inquietanti, di rapporti tra amministrazione ed associazioni criminali".

"Quello che emerso dall'inchiesta Aemilia - ha concluso - ha gettato anche una luce nuova su fatti del passato che erano già stati presi in considerazione e non erano stati ritenuti sufficienti per nominare una Commissione di accesso".

"Quelle fatte in conferenza stampa dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia mi sembrano francamente affermazioni strampalate, che ben si inseriscono nel clima di una campagna elettorale, utili solo a trovare spazio e titoli sui mass media". Lo ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi, commentando le conclusioni delle audizioni della commissione in Prefettura a Verona. «La Commissione presieduta dalla signora Rosy Bindi - ha spiegato Tosi - deve pur simulare una sua qualche utilità che ne giustifichi l'esistenza e la visita in Veneto, ma non pare stia riuscendo nell'impresa». «La richiesta di accesso agli atti del Comune di Verona - ha aggiunto - era già stata avanzata e respinta un anno fa» al tempo - ha ricordato - «della macchina del fango» partita da una trasmissione televisiva: "Il ridicolo della vicenda e' che l'on. Bindi ha convocato la Commissione in Prefettura proprio nell'ultimo giorno di lavoro del Prefetto che da domani sarà in pensione: vale a dire l'ultimo giorno utile per la prossima campagna elettorale prima dell'arrivo del nuovo rappresentante del Governo". "Né il sottoscritto, né alcun amministratore o dirigente comunale - ha continuato - è indagato per le ipotesi avanzate dalla Bindi e nemmeno l'ex vicesindaco è stato indagato per quel motivo". "Quindi la richiesta della Commissione, oltre più che ridicola, è penosa" ha concluso Tosi.