Il consigliere regionale Graziano: "Contro taglio finanziamenti serve fronte comune"

La riduzione dei finanziamenti destinati al Sud, da parte del Governo centrale e dell'Unione Europea, pone una gravissima ipoteca sul futuro del Meridione e, in particolare, della Calabria. Viviamo in un clima di estrema incertezza. Con la diminuzione dei fondi europei e dei rispettivi cofinanziamenti statali, arriviamo ad un taglio complessivo di risorse finanziarie della programmazione comunitaria pari al 50%. Se a questo aggiungiamo anche i tagli operati sulle risorse finanziarie destinate alle Università, i quali, grazie agli effetti di quel federalismo fiscale rivisitato dalla riforma Delrio, al Sud subiranno, nei prossimi anni, una riduzione di oltre 100 milioni di euro, è facile capire che il processo di sviluppo economico e infrastrutturale, che dovrebbe permettere alla nostra Regione di raggiungere l'obiettivo convergenza, rischia di fatto di subire un pauroso stop. È necessario, quindi, un fronte comune per raggiungere gli obiettivi di una spesa di qualità e di sviluppo, che dia un segnale forte e positivo a tutti i calabresi che, ormai da troppo tempo, attendono il cambiamento.

È questo, in sintesi, l'intervento del Consigliere Regionale Giuseppe Graziano, nel corso dell'ultima Assise di Palazzo Campanella, in cui sono state illustrate le linee guida del Governo Oliverio del Programma Operativo Regionale (POR).

La situazione di precarietà diffusa della nostra Regione – ha affermato Graziano - fanalino di coda in diversi ambiti e in diversi settori, ci pone in un clima di estrema incertezza. Con la riduzione dei fondi comunitari e dei rispettivi cofinanziamenti statali destinati al Sud, si pone un'ipoteca gravissima sul futuro del meridione, in particolare della Calabria. È palese, infatti, che, con questo taglio drastico dei fondi, la Calabria rischia di non mettersi al pari del resto dell'Europa, con tutte le relative conseguenze che una situazione del genere potrà comportare per il futuro della nostra terra e dei nostri giovani. Ovviamente, anche in questo caso, la classe politica non è immune da colpe per l'incapacità dimostrata, non più in là del recente passato, nel non aver saputo sfruttare appieno le grandi risorse della programmazione comunitaria 2007-2013, i cui fondi rischiano di ritornare per quasi la metà nelle casse dell'Europa. Ma il problema concreto e attuale, al quale sono convinto che ancora nessuno abbia sollevato alcuna obiezione, è il meccanismo perverso, silente, attivato proprio dal Governo centrale che, per colpa delle sue scelte, certamente affossa in modo definitivo l'economia e la crescita del Sud. Ecco perché dobbiamo rialzarci e ripartire al più presto! La mia personale speranza – ha continuato il Segretario questore - è che il Presidente della Giunta ed il Consiglio regionale possano applicare il giusto metodo e le giuste misure per il bene di tutti. E non avrò alcun pregiudizio nel dare meriti e garantire il mio supporto ad ogni buona causa per la quale il Governo regionale intenda battersi. Il taglio dei cofinanziamenti europei, i tagli delle risorse finanziarie agli atenei, i finanziamenti inesistenti per gli asili nido sono solo alcuni casi di questo continuo e costante processo di sottrazione di risorse per il meridione.

E' emblematico come nei prossimi anni a causa degli effetti di quel federalismo fiscale rivisitato dalla riforma Delrio, si avrà una riduzione di oltre 100 milioni di euro dei finanziamenti delle università del Meridione, solo perché il loro fatturato è inferiore a quello degli atenei del Centro-Nord. Così, dopo la migrazione verso il Settentrione dei soldi per gli asili-nido, anche i fondi comunitari, insieme a quelli per l'istruzione, andranno a rimpinguare e foraggiare il già fornito Nord! Occorre voltare pagina! Ho ascoltato con interesse le relazioni illustrate in sede di Consiglio Regionale per accelerare la spesa. E penso che sia necessario mettere insieme e coinvolgere quelle istituzioni capaci di progettare e spendere in modo efficace e veloce. Qui mi ricollego, proprio agli Atenei. In Calabria abbiamo Università piene di capacità e risorse, in grado di mettere in campo ottime iniziative, di quelle che potrebbero riuscire a cambiare sul serio e in modo profondo la nostra Calabria. Penso – ha concluso Graziano - che sia necessario un fronte comune per raggiungere gli obiettivi di una spesa di qualità e di sviluppo e che, comunque, travalichi i colori delle appartenenze politiche.