Servizio civile, cresce il numero di giovani che si occupano di disabili: in Calabria quasi il 40%

È cresciuto del 10,25%, passando dai 27 del 2003 ai 304 del 2015, i giovani tra i 18 e i 26 anni che hanno deciso di dedicarsi, nell'ambito del servizio civile, al volontariato accanto alle persone disabili e malate assistite dall'Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). In totale oltre 1.900 giovani in 12 anni sono stai formati dall'Unitalsi e in particolare negli ultimi anni tutti qualificati come esecutori di BLSD (sigla delle manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco), grazie al servizio nazionale dei medici dell'associazione. Sono alcuni dei dati emersi da un dossier dell'Unione che verrà presentato in occasione dell'incontro nazionale dei referenti sezionali medici che si terrà a Roma dal 6 all'8 marzo prossimi. Sono soprattutto i ragazzi del sud (56,4%) a decidere di effettuare il servizio civile a sostegno del settore della disabilità e della malattia, a seguire le isole (19,8%), il centro (17,3%) ed infine il nord (6,4%). Basilicata, Calabria, Campania e Puglia sono le regioni dove si concentra il maggiore numero di progetti accreditati per il servizio civile a favore delle persone disabili (39,7%), seguono Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Molise con il 27,2% dei progetti; Sardegna e Sicilia 23,8% ed Emilia Romagna e Liguria con il 6,8%. I ragazzi che hanno deciso di intraprendere questo tipo di esperienza credono che sia utile per crescere come persona (87% concordano molto o abbastanza con questa affermazione). Seguono quelli che confidano che queste siano occasioni per arricchire le competenze utili per la vita sociale e lavorativa e anche per incentivare la formazione di cittadini attivi.