Nesci (M5S) scrive a Renzi: “A breve Expo 2015, ma Sud nel fosso a partire da Vibo Valentia”

Questa la lettera che la parlamentare del Movimento 5 Stelle ha indirizzato al presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi:

Signor presidente del Consiglio,

il 28 novembre scorso lei andò a Reggio, allora sciolta per contiguità mafiose. Quel giorno dichiarò che "il Sud riparte solo se riparte la Calabria". Lo disse durante la sua visita alla Officine Meccaniche dell'Ansaldo Breda, simbolo della storica industria italiana. Se ricorda, assicurò a Mario Oliverio, governatore regionale appena eletto: "Noi del governo non ti lasceremo solo e faremo di tutto». I media riportarono, quindi, di una "cabina di regia" di Palazzo Chigi per sollevare la Calabria, inquinata dalla 'ndrangheta perfino nei palazzi, appesa ai sussidi pubblici e sommersa dall'emergenza ospedali e rifiuti.

Passati tre mesi, le Officine Meccaniche sono state vendute a giapponesi, la sanità è finita in coma per la mancata nomina del commissario, abbiamo perduto servizi di base e diverse imprese hanno ceduto – per esempio le vibonesi "Gam Oil", "Infocontact", "Italcementi" e "Marenostro" – con sicura crescita della disoccupazione e potenziale aumento della manovalanza delle 'ndrine, inserite in appalti di "Expo 2015" a Milano; una "fetta", stando ai giornali, da 100 milioni di euro.

A breve inizierà "Expo", che ha giovato solo ad alcune imprese del Nord, oltre che all'organizzazione criminale calabrese lì accasata.

Presidente Renzi, lei promette a fasi di luna interventi per la Calabria che poi dimentica all'istante. Non vede che la Provincia di Vibo Valentia è saltata, gli uffici sono allo sbando e i dipendenti senza stipendio, con sfiducia totale? Nel resto della regione si perdono posti di lavoro e speranze, tra silenzi, indifferenza, incapacità risolutiva e speculazioni politiche.

Perciò, il Nord resta forte e seguìto dall'esecutivo centrale, nonostante i danni delle politiche economiche imposte da Bce, Commissione Ue ed Fmi per ripagare un po' del debito pubblico inarrestabile, creato da banche private, proprietarie dell'euro contro ogni costituzione. Al contrario, il Sud – con la Calabria in testa – è lasciato alle logiche della dipendenza, dell'attesa e della mafia; col suo governo, presidente Renzi, che indifferente concorre, immobile, a sciupare risorse, occasioni e tempo prezioso per il futuro dei calabresi, popolo di emigrati, vittime di 'ndrangheta e delle menzogne della politica.

Oggi non ha più scuse né attenuanti, presidente Renzi. Soprattutto dopo le illusioni che ha venduto in Calabria, che alle urne ha subito il fascino della sua figura mediatica, istrionica e inconcludente.

È arrivato il momento di gettare la maschera, presidente Renzi, e di agire allo scoperto. Dimostri, senza nuove finzioni, che cosa vuol fare in Calabria e della sua gente, che non accetta più il suo dire ingannevole, le sue contraddizioni e la sua irresponsabilità proverbiale.