Pentito svela gli affari delle 'ndrine a Roma: i verbali

pentitodi Claudio Cordova - E' il collaboratore di giustizia Giovanni Cretarola ad aprire importanti squarci di luce sulle dinamiche ricostruite dalla Dda di Roma riguardo alle attività della cosca Pizzata di San Luca nella Capitale. Le dichiarazioni rese dal collaboratore riportano le vicende associative dal momento in cui lui stesso, insieme a Massimiliano Sestito, con cui collabora strettamente già da anni, viene in contatto con il gruppo criminale di Giovanni Pizzata, che con la famiglia Nirta-Pelle, di cui fanno parte anche i Crisafi, svolge attività di narcotraffico. Cretarola, che già con Sestito ed altri svolge attività di narcotraffico in area romana sin dal 2009-2010, nel 2011 viene in contatto con tutto il gruppo, quindi si lega più strettamente ai Pizzata. Le dichiarazioni relative all'intero gruppo coprono fino alla ultima operazione di importazione, i 160 kg di cocaina dell'agosto 2012 e le vicende correlate alla gestione di questo stupefacente. In quanto fiduciario, con Sestito, di Giovanni Pizzata, Cretarola è a conoscenza delle attività di narcotraffico svolte dai sodali e, sia pure indirettamente, apprende diverse informazioni sui traffici gestiti dai Crisafi. La natura unitaria del nucleo associativo iniziale, comprendente i Pelle, i Crisafi, i Pizzata, Sestito, Cretarola, Gusinu e Manca (con i referenti torinesi Fontolan e Longo), si desume dalla convergenza assoluta degli interessi palesati e perseguiti dai soggetti nominati, nonché dai ruoli svolti e mantenuti con rigorosa precisione. Significativa in tal senso è la sinergia attiva di forze registratasi in occasione della conduzione della rilevante operazione di importazione di 160 kg di cocaina.

Cretarola descrive numerose operazioni di cessione, molte delle quali riscontrate. Altre emergono dalle attività tecniche di indagine della Guardia di Finanza.

Il referente di Cretarola all'interno dell'associazione è Giovanni Pizzata, che il collaboratore riconosce come proprio capo indiscusso. Come riferisce Cretarola, nel momento in cui egli incontra Pizzata questi gestisce nella capitale un lucroso traffico internazionale di cocaina, organizzato unitamente ai suoi cugini, Sebastiano Pelle, Antonio Angelo Pelle, Bruno e Vincenzo Crisafi, tutti discendenti di tre rami del medesimo ceppo della cosca "Scalzone"-"Cicero".

Nel corso delle dichiarazioni rese alla D.D.A. di Roma, Cretarola illustra con dovizia di dettagli le fasi iniziali del suo percorso criminale, facendo esplicito riferimento ai primi contatti intrattenuti con appartenenti a nuclei 'ndranghetistici operanti in Liguria.

Prima di essere arrestato per omicidio, si era avvicinato a Massimo Gangemi, nipote del capo locale di Genova Domenico Gangemi, organico alla cosca di Arma di Taggia.

La famiglia del nonno di Cretarola, Pizzi, era imparentata con i Mollica di Africo, i quali, a seguito della faida di "Motticella", si erano allontanati dalla Calabria e alcuni di loro avevano trovato rifugio in Liguria, talora frequentando l'abitazione dello stesso Cretarola

Già all'età di 14-15 anni il Cretarola era entrato in contatto con alcuni gruppi criminali di 'ndrangheta, pur non potendo essere affiliato (non poteva essere attivo), non avendo compiuto i 16 anni. In detta fase storica, i gruppi criminali calabresi stanziati in Liguria gestivano prevalentemente il traffico degli stupefacenti, nonché l'attività di usura ed estorsione, amministrando, in condizioni di sostanziale monopolio, gli appalti edili, pubblici o privati, che assicuravano un introito analogo a quello derivato dal traffico di stupefacenti.

Cretarola: e quindi entro in contatto, sì, prima del mio arresto con queste associazioni 'ndranghetiste. Ovviamente io da non 'ndranghetista ancora, non attivo. Anche perché mi sembra che avessi 15 o 16 anni e il primo battesimo si può fare dopo i 16 anni quindi non avevo neanche l'età per poter accedere.

Sostituto Procuratore: e le attività che svolgevano là a Sanremo?

Cretarola: allora, le attività che svolgevano là prevalentemente era traffico di stupefacenti e qualche piccola usura, poco il campo delle estorsioni e moltissimo gli appalti edili. Moltissimo gli appalti edili.

Sostituto Procuratore: in che senso?

Cretarola: gli appalti edili soprattutto in quella zona gli consente di avere un introito economico più o meno come il traffico di stupefacenti.

Sostituto Procuratore: ma lei che cosa intende per appalti edili, quelli diciamo pubblici o...?

Cretarola: sia pubblici che privati.

Sostituto Procuratore: ma perché, nel privato perché? Diciamo perché nel pubblico è più comprensibile come può avvenire ma maggiorato perché dice è un'attività criminale quella di fare gli appalti privati? Cioè non è una...

Cretarola: perché... perché quando, per esempio, c'è una ditta di scavi come poteva essere quella dei fratelli Pellegrino dove tutti gli scavi venivano matematicamente e sistematicamente affidati a loro e le altre persone e le altre ditte che prendevano quegli appalti, il giorno dopo, la settimana successiva gli venivano bruciati gli escavatori era quella l'attività criminale perché si costituisce un monopolio che può lavorare solo una ditta.

Sostituto Procuratore: quindi diciamo era una sorta di, ecco, un'attività estorsiva, se vogliamo sotto quel profilo, no, perché imponevano delle forniture.

Cretarola: sì. Però... Eh! Sì, e il servizio.

Però a titolo di legge è legale perché non costituisce reato e quindi pone queste persone protette a titolo di legge perché è come se stessero facendo un'attività lecita.

Sostituto Procuratore: però poi c'erano questi

danneggiamenti di cui lei ha parlato.

Cretarola: però, per quello in quella zona soprattutto in egual misura il traffico degli stupefacenti per la vicinanza con la Francia c'è l'uso di fare questi appalti. Cioè là una famiglia 'ndranghetistica ha per forza la propria ditta edile perché quello è il primo trampolino di lancio.

Antonio Palamara, oltre ad iniziare Cretarola alle regole ed ai comportamenti della 'ndrangheta, fece da tramite con altri 'ndranghetisti presenti nella struttura penitenziaria di Sanremo, tra i quali Carmelo Gullace, calabrese, indicato dallo stesso Cretarola come 'ndranghetista di spessore, operante in Liguria. Nel corso della propria detenzione, Cretarola avrà modo di conoscere diversi soggetti di spessore nel panorama 'ndranghetista. Tra questi anche Carmine Violi, uomo degli Alvaro di Sinopoli. Ma non solo.

Ind. Cretarola: sì. Ovviamente io non potevo vedere nessuno perché ero sottoposto a questo 14bis. Successivamente la Direzione mi dà la possibilità di andare due ore all'aria con altre persone comuni e quindi vengo dapprima messo in una sezione per poter fare queste due ore d'aria – dove c'erano altri detenuti come me – che però non era la sezione dove stavano tutti i calabresi e che quindi io faccio... domando se mi possono cambiare e mettere in questa sezione. Avviene questo cambiamento e lì conosco tutti quanti. Loro conoscono me per la prima volta e io conosco loro per la prima volta; e lì conosco tutti i calabresi che erano in quella sezione. Conosco a Massimiliano Sestito per la prima volta, Bono Michele già l'avevo conosciuto mentre faceva il barbiere, Giuliano Manzo.

Ind. Cretarola: conosco Paolo Martino di Reggio Calabria operante con la cosca De Stefano; Barbaro – il nome non mi ricordo; Giuseppe Arcadi di primissimo piano della cosca Musitano.

Sostituto Procuratore: operante dove?

Ind. Cretarola: non ho capito.

Sostituto Procuratore: in quale locale?

Ind. Cretarola: Lombardia. Lombardia dalle parti di... Loro sono egemoni a Bovalino però la loro espressione fuori Regione diciamo è la Lombardia dalle parti di Monza e quelle zone là. Carmelo Morabito.

Sostituto Procuratore: Carmelo Morabito invece appartiene?

Ind. Cretarola: alla cosca di Africo operanti anche loro in Lombardia e anche qui a Roma.

Sostituto Procuratore: va bene, su questo qua poi ci torneremo.

[...]

Ind. Cretarola: conosco Antonio Ierinò detto... della famiglia Maniglia di Gioiosa Ionica Superiore operanti qui a Roma e su in Lombardia. Conosco Papalia Antonio, figlio... nipote di Nico e Rocco Papaliaoperanti in Milano da Platì. E molti altri cui cercherò di fare più un elenco dettagliato...

Sostituto Procuratore: fa mente locale così...

Ind. Cretarola: sì. Rocco Fedele, Ruga Cosimo e... Molti, molti, molti. Il carcere di Sulmona era un transito molto frequentato.

Ecco, invece, il racconto del collaboratore sulla nascita dei rapporti per i traffici a Roma:

CRETAROLA: In questo periodo nasce il contatto tra Sestito e Domenico Cavaliere. Perché nasce questo contatto? Perché Domenico Cavaliere era carcerato, Sestito era in semilibertà ma andava a fare i permessi al Divino Amore; durante un permesso si incontrano, da lontano si iniziano a studiare, si riconoscono come paesani e iniziano quell'avvicinanza di comparanza. I primi rapporti con Domenico Cavaliere sono stati totalmente fuori da traffici illeciti, quindi sono stati col vino – noi gli abbiamo portato il vino dalla Calabria che c'avevano portato delle casse di vino dalla Calabria.

Sostituto Procuratore: e dove glielo portavate?

Cretarola Gianni: al Divino Amore.

Sostituto Procuratore: dove lui...

Cretarola Gianni: gliel'ho portato direttamente io all'albergo Divino Amore, 4-5 bottiglie di vino rosso. Quindi sono stati col vino, col formaggio e "se vi serve qualcosa, se non vi serve qualcosa", queste cose.

Sostituto Procuratore: quindi per legare diciamo,no.

Cretarola Gianni: sì. Successivamente Sestito con altri incontri durante i... perché loro si vedevano solo ed esclusivamente nei giorni di permesso che aveva Domenico Cavaliere; Sestito faceva la reperibilità la domenica quindi per orari dovevano essere là e si vedevano e parlavano in quella circostanza. Oppure se i permessi di Domenico Cavaliere coincidevano coi permessi di Sestito, avevano più giorni per distribuire questi discorsi.

Cretarola Gianni: Settembre in poi subito si arriva alle feste quindi penso che saremo come periodo tra 2011 e 2012. Un giorno facciamo un incontro, veniamo invitati da Domenico Cavaliere ad andare al Divino Amore. Partiamo io e Sestito pensando di trovare solo lui e invece troviamo anche questo Bruno - che io suppongo sia Nirta, cugino di Francesco Pizzata e di Gianni Pizzata, questo Bruno – e Angelo Antonio Pelle. È la prima volta che noi li vediamo figurativamente queste due persone.

Sostituto Procuratore: non li conoscevate manco di nome?

Cretarola Gianni: non li conoscevamo... No, di nome sì.

Sostituto Procuratore: di nome sì.

Cretarola Gianni: di nome sì. Di nome sì. Conoscevamo non Bruno tanto quanto Antonio Pelle perché Antonio Pelle diciamo su Roma poteva vantare una conoscenza molto vasta perché è conosciuto da tutti come trafficante di cocaina e come possessore di una cocaina di una qualità perfetta. È la prima volta che vediamo queste due persone. Subito vengono abbattuti quei paletti di ognuno sta sulle sue. Perché? Perché Domenico Cavaliere faceva da perno tra noi due e quindi non è che nessuno doveva nascondersi niente. Si parla di un discorso di fare un acquisto di cocaina al prezzo di 15 mila euro.

Sostituto Procuratore: basso.

Cretarola Gianni: bassissimo. Quindi Antonio Angelo Pelle propone a Sestito, dice "noi abbiamo un acquisto di poter fare a 15mila euro però domani mattina dobbiamo mandare i soldi" era pomeriggio, era impensabile totalmente impensabile per qualsiasi dinamica poter concludere quest'affare.

Cretarola Gianni: eh! E rimaniamo con l'accordo però che nonostante... quando il materiale sarebbe arrivato ci avrebbero favorito e Sestito precisa "se ci dovete favorire però che ci sia l'impegno che il materiale come vi arriva così ce lo date", "sì, sì, sì, sì".

CREATAROLA:....questo Antonio Angelo Pelle era contento perché stava acquisendo un cliente in più a livello di paesano; noi eravamo contenti perché avevamo 'sto materiale puro che non avevamo. Ce ne andiamo. Dopo un paio di giorni vengono in cantiere. Vengono in cantiere...

Sostituto Procuratore: chi?

Cretarola Gianni: Antonio Angelo Pelle, Francesco Pizzata e questo Bruno.

Sostituto Procuratore: e Francesco Pizzata lei era la prima volta che lo vedeva?

Cretarola Gianni: no, lo vidi una volta precedente prima perché c'erano stati... erano venuti Antonio Angelo Pelle e Francesco Pizzata a presentarci. Quindi poco prima di quei giorni sentiamo suonare; andiamo ad aprire ed era Antonio Angelo Pelle e si porta dentro a Francesco Pizzata per presentarcelo, dice "questo è il figlio di Gianni".

Sostituto Procuratore: e lei Gianni lo conosceva o ancora no?

Cretarola Gianni: no.

Sostituto Procuratore: ancora no.

Cretarola Gianni: no.

Sostituto Procuratore: e perché, quando ha parlato di Gianni lei perché... cioè di nome lo conosceva?

Cretarola Gianni: lo conosceva Sestito perché stava all'interno del carcere.

Sostituto Procuratore: ecco. Allora, quindi diciamo, c'è questo incontro al Divino Amore, diciamo questa conoscenza, questa sorta di accordo sul futuro.

Cretarola Gianni: sì.

Sostituto Procuratore: qualche giorno dopo viene...

Cretarola Gianni: Antonio Angelo Pelle, Bruno e Francesco.

Sostituto Procuratore: con Francesco Pizzata a presentarvi Francesco Pizzata.

Cretarola Gianni: sì.

Sostituto Procuratore: e non succede niente ancora.

Cretarola Gianni: non succede niente. Presentazione due minuti, dalla casa se ne escono subito perché non potevano stare là in casa pregiudicati.

Sostituto Procuratore: e stiamo parlando quindi tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012?

Cretarola Gianni: sì. Sì.

Sostituto Procuratore: dopo qualche giorno...?

Cretarola Gianni: dopo qualche giorno viene Antonio Angelo Pelle, questo Bruno Pizzata e Francesco. In quella circostanza Antonio Angelo Pelle ci disse...

Sostituto Procuratore: no, Bruno Pizzata?

Cretarola Gianni: Bruno forse Nirta, scusi.

Sostituto Procuratore: sì, quel Bruno diciamo di cui ci (incompr. per sovrapp. di voci)

Cretarola Gianni: nella circostanza prima di quando ci venne a fare la presentazione, Pelle precisò "a lui, vedete che se lo volete trovare..." e indicò una casa dove stava appoggiato, ora non mi ricordo.

Sostituto Procuratore: lui, chi?

Cretarola Gianni: a Francesco.

Sostituto Procuratore: Pizzata.

Cretarola Gianni: "andate là e svegliatelo perché dorme fino alle due di pomeriggio. Andate là e svegliatelo che lui sta là. Magari non mi trovate a me. se mi dovete dire qualcosa di importante, andate là che a lui lo trovate". Quindi è stato anche questo, come darci una persona per poter risalire a lui in qualsiasi momento.

Sostituto Procuratore: lo ha accreditato diciamo.

Cretarola Gianni: eh. Cosa succede in questo incontro? Il materiale era arrivato ma ce lo propone a 41 e quindi da 15 a salire a 41 abbiamo rigettato per il motivo che vi ho detto prima. Perché? Se tu mi hai messo a conoscenza di fare questo lavoro insieme non mi puoi ora dare un prezzo di vendita comune a qualsiasi romano contrasto tu applichi perché non mi stai né favorendo e né trattando da paesano e'ndraghetista. Io non dico 15 perché...

Cretarola Gianni: sì. Quindi non vogliamo il 15 ma neanche il 41 e quindi 'st'affare fallì immediatamente.

Sostituto Procuratore: salta.

Cretarola Gianni: subito, subito chiaro chiaro ognuno disse che non era interessato e si è finita 'sta storia. Noi con Bruno non avevamo per niente sintonia, quindi con Antonio Angelo Pelle solo ci rapportavamo a livello locale. Salta, il materiale era arrivato e dopo un po' a loro mi sembra che gli fanno quell'associazione sulla Prenestina della clinica dove c'era anche all'interno questo Gigi Del Papa.

Sostituto Procuratore: cioè li arrestano? cioè li arrestano?

Cretarola Gianni: sì.

Sostituto Procuratore: chi viene arrestato?

Cretarola Gianni: viene arrestato questo Antonio Angelo Pelle come capo promotore, i cugini di questo Angelo Antonio Pelle, questo Luigi Del Papa, altri romani che stavano all'interno di questa clinica come distributori. Era un'associazione di una decina di persone.

Sostituto Procuratore: un'associazione finalizzata al traffico di sostanze...?

Cretarola Gianni: traffico di stupefacenti internazionale.

Cretarola Gianni: continuiamo i contatti con Domenico Cavaliere. Domenico Cavaliere ci assicura che una volta che lui si sarebbe liberato da questi ultimi mesi, anni di galera che gli rimanevano, la sostanza stupefacente – per come l'avrebbe importata lui – la parte nostra ci sarebbe sempre...

CRETAROLA:.....E come periodo storico siamo a metà del 2012. Cosa succede? Antonio Angelo Pelle mette a conoscenza il cugino Giovanni Pizzata che noi avevamo questa amicizia con Domenico Cavaliere.

Sostituto Procuratore: però era già in carcere Antonio Angelo Pelle?

Cretarola Gianni: no. Prima. Prima che scatta l'associazione.

Sostituto Procuratore: prima che scatta l'arresto, sì.

Cretarola Gianni: allora, noi facciamo l'incontro a quattro... a cinque: io, Sestito Massimiliano, Domenico Cavaliere, Antonio Angelo Pelle e Bruno. Finché Gianni Pizzata era in carcere i cugini fuori la macchina dell'importazione navigava alla perfezione. Perché? Perché i cugini si gestivano la parte fuori, Giovanni Pizzata garantiva il trasporto con Andrea e non avevano rivalità tra di loro e marciavano perfettamente.

Sostituto Procuratore: questo per conoscenze che lei ha tramite queste persone, no perché avete trattato?

Cretarola Gianni: no.

Sostituto Procuratore: perché ancora non avete trattato insieme.

Cretarola Gianni: non abbiamo trattato però per conoscenze dirette sia di Gigi Del Papa – che ha lavorato materiale con Antonio Angelo Pelle – sia per confessioni di Francesco Pizzata, sia di Antonio Pizzata che di Gianni Pizzata.

Sostituto Procuratore: benissimo.

Cretarola Gianni: e sia di Andrea il sardo. Antonio Angelo Pelle mette a conoscenza il cugino che da Domenico Cavaliere ha trovato me e Sestito. Loro erano in galera; Giovanni Pizzata era interessato alla situazione di Sestito perché c'era la guerra dei boschi; San Luca è un po' la camera dei deputati della 'ndrangheta e quindi deve sapere di tutte le guerre, di tutti i dissidi, di tutte le cose anche se sono paesi lontani che a lui non gli dovrebbero riguardare e poi lo fanno per predominio perché sempre appoggiano una delle fazioni per rivendicare successivamente l'entrata in quel territorio – e quindi si avvicina a Sestito qui al carcere. Con questo rafforzamento...

Sostituto Procuratore: cioè, Gianni Pizzata si avvicina a Sestito?

Cretarola Gianni: sì. E Sestito giornalmente a me mi metteva a conoscenza di questo. Perché mi metteva a conoscenza? Perché con la paura della guerra che c'avevamo, se gli succedeva qualcosa io dovevo sapere da dove poteva provenire. In più, con questa cosa che Pelle gli svela a Pizzata, vuole ancora approfondire di più.

Sostituto Procuratore: cioè gli svela che cosa?

Cretarola Gianni: che noi conoscevamo e avevamo questa amicizia con Mico Cavaliere.

Sostituto Procuratore: benissimo.

Cretarola Gianni: e quindi approfondisce l'amicizia con Sestito – poi (parola incompr.) ha conosciuto mio figlio, tutte queste cose qua. Siamo agli arresti. A noi ci serviva questa squama in quel mentre perché avevamo la gessata e la gessata non riuscivamo a farla uscire...

Sostituto Procuratore: piazzarla.

Cretarola Gianni: ...qui su Roma. Quindi a noi ci serviva 'sta squama. Francesco Pizzata ci propone questa squama – come periodo dovremmo essere sempre nel 2012 – precisamente eravamo a piazza Re di Roma, quest'appuntamento è stato fatto a pizza Re di Roma...

Sostituto Procuratore: ma già era stato arrestato Pelle?

Cretarola Gianni: sì, sì, sì, già era stato arrestato.

Sostituto Procuratore: quindi Francesco Pizzata vi propone questa...

Cretarola Gianni: ci propone questa squama e noi vogliamo prendere 100 grammi di 'sta squama.

Sostituto Procuratore: lei e Sestito?

Cretarola Gianni: io e Sestito perché noi con questi 100 grammi avremmo potuto dare i provini alle nostre persone per vedere se 'sto materiale andava bene. Per quel giochetto che vi spiegavo l'altra volta, Francesco non ci vuole dare 100 grammi ma ci vuole dare mezzo chilo.E noi non accettiamo 'sto mezzo chilo, assolutamente. E io, già accordato con Sestito, dico "senti, se è 100 100 sì sennò non c'è nessun problema" e lui dice "no, no, 100 no, non mi conviene" e basta. Quindi noi in questo storico...

Sostituto Procuratore: ma quindi è arrivato già con la droga o era l'accordo finalizzato...?

Cretarola Gianni: era l'accordo.

Sostituto Procuratore: quindi senza droga?

Cretarola Gianni: sì. Quindi noi siamo ancora in quel periodo storico che siamo visti da loro, cugini di Pizzata, come solo acquirenti. Okay? Come solo persone che avrebbero potuto acquistare da loro successivamente.

Sostituto Procuratore: come uno dei canali di smercio diciamo.

Cretarola Gianni: senza nessun interesse e amicizia particolare. Giovanni Pizzata – altra mentalità – capisce invece che la cosa non deve andare così e con Sestito dice "non ti preoccupare che come mi sbroglio io il materiale te lo do io".

Sostituto Procuratore: perché Giovanni Pizzata era detenuto?

Cretarola Gianni: era nel periodo...

Sostituto Procuratore: o era già in semilibertà?

Cretarola Gianni: no, semilibertà no. Era il periodo che era tra la detenzione e l'articolo 21, quindi stava iniziando ad uscire con l'articolo 21, prima con piccoli lavoretti, poi invece aveva preso dei lavori più a lungo tempo.

Sostituto Procuratore: e lei già Pizzata lo aveva conosciuto?

Cretarola Gianni: no.

Sostituto Procuratore: Giovanni Pizzata ancora no?

Cretarola Gianni: no.

Sostituto Procuratore: quindi quando Francesco Pizzata a piazza Re di Roma vi propone quei...

Cretarola Gianni: non conoscevo ancora...

Sostituto Procuratore: lei ancora al padre non lo conosceva?

Cretarola Gianni: assolutamente.

Sostituto Procuratore: e i rapporti li aveva solo Sestito in carcere?

Cretarola Gianni: sì.

Sostituto Procuratore: andiamo avanti.

Cretarola Gianni: siamo ancora visti in questa maniera, quindi totalmente disarticolati dal gruppo Pizzata. Da lì a breve Pizzata sarebbe uscito con l'articolo 21. Andiamo a prenderlo a San Filippo Neri. La prima volta, mi ricordo, siamo andati insieme sia io che Sestito al San Filippo Neri con gli scooter. Addirittura io non feci neanche la tangenziale est per andare al Filippo Neri ma feci la parte di piazza Venezia, Lungotevere.

Sostituto Procuratore: il centro?

Cretarola Gianni: il centro perché sapevo solo quello per arrivare fino a lassù. E lì fu la prima volta che vidi a questo Giovanni Pizzata, al San Filippo Neri fuori dall'uscita del treno – perché loro lavoravano lì nei pressi della stazione del treno – dovevano prendere il treno per ritornare qui al carcere di Rebibbia.

Sostituto Procuratore: cioè quindi voi siete venuti a prenderlo qua in carcere?

Cretarola Gianni: no, al San Filippo Neri.

Sostituto Procuratore: e lui era già là?

Cretarola Gianni: sì.

Sostituto Procuratore: quindi doveva rientrare in carcere?

Cretarola Gianni: sì, sì. Lui alla mattina alle sei e mezza usciva da Rebibbia, andavano a lavorare nei pressi del San Filippo Neri...

Sostituto Procuratore: andavano, chi?

Cretarola Gianni: tutto il gruppo della sua articolo 21.

Sostituto Procuratore: sì.

Cretarola Gianni: poi, quando finivano di lavorare pigliavano il treno per ritornare alla stazione, mi sembra, dall'Ostiense e dall'Ostiense la Linea Blu per arrivare al carcere di Rebibbia. Quel giorno lui questo ritorno l'ha fatto in maniera diversa perché siamo andati noi direttamente a prenderlo.

Sostituto Procuratore: con dei motorini?

Cretarola Gianni: coi motorini, col mio SH bianco e l'SH nero di Sestito.

Sostituto Procuratore: e chi lo ha portato Pizzata?

Cretarola Gianni: l'ho portato io perché a livello di guida Sestito era un pochettino imbranato e quindi...

Sostituto Procuratore: e dietro di Sestito non c'era nessuno?

Cretarola Gianni: assolutamente.

Sostituto Procuratore: quindi lo portate qua a Rebibbia.

Cretarola Gianni: lo portiamo nei pressi di Rebibbia. C'era un bar... c'è un bar qui, qua c'è una rotonda e qua sopra c'è un bar e qui abbiamo parlato di queste cose qua. Quindi lui adesso si sentiva che poteva uscire, ha ribadito questo fatto qua che il materiale non c'è nessun problema, che facevamo tutta una cosa unica, "lascia stare mio figlio perché mio figlio ancora non c'ha la mentalità"...

Sostituto Procuratore: parlava di Francesco?parlava di Francesco?

Cretarola Gianni: sì. Tante cose non erano manco da specificare perché erano implicite tra di loro perché già c'erano stati discorsi all'interno del carcere, no.

Sostituto Procuratore: sì, sì.

Cretarola Gianni: perché loro tutte le sere si vedevano, dalle 9 e mezza quando Sestito rientrava fino alle 10 e mezza, 11 quando li chiudevano materialmente nelle celle avoglia a parlare.

Sostituto Procuratore: e lei come è stato presentato a Pizzata?

Cretarola Gianni: come "un amico nostro". Ma lui mi vide la prima volta come io vidi lui la prima volta ma già lui mi conosceva.

Sostituto Procuratore: ho capito. E allora, quindi, andiamo a Pizzata che c'è questo incontro e si parla di queste dinamiche.

Cretarola Gianni: e quindi si inizia a gestire questo progetto. Intanto Pizzata Giovanni si trova in questa circostanza: con Antonio Angelo Pelle non più disponibile perché arrestato; con Sebastiano Pelle detto "Pelle Pelle" latitante; con Bruno, suo nipote, suo cugino o nipote, presente qui a Roma e con un'altra schiera di cugini e col figlio gestito da questo Bruno. Francesco Pizzata come linea aveva una linea molto distorta da quella del padre quindi mancava negli appuntamenti, doveva venire tipo a Rebibbia a portargli i soldi e non veniva, non si faceva vedere e tutte queste cose qua. Quindi noi, Sestito, lui come strategia vuol fare vedere che noi siamo una cosa totalmente diversa. Pizzata capisce questa cosa e quindi ci inglobiamo, in automatico ci inglobiamo perché noi avevamo bisogno di lui e lui aveva bisogno di noi. Il primo pacco, il primo chilo di droga che lavoriamo insieme non era squama ma era materiale neanche gessato, era una via di mezzo tra brillantata e squama, sicuramente era una cosa rifatta.

A proposito di eventuali collegamenti con altri gruppi calabresi organizzati operanti a Roma, Cretarola riferisce che, per disposizione di Pizzata, lui e Sestito dovevano "stare sotto traccia e non mischiarsi con nessuno". Riferisce inoltre che caratteristica del gruppo criminale era la forza militare. Per questo motivo i sodali erano impegnati nell'acquisto di armi, munizioni e, più in generale, di materiale atto a realizzare azioni di fuoco, per le quali dovevano mantenersi pronti ed operativi, sempre sulla base delle direttive impartite da Pizzata.