Omicidio Lea Garofalo: condanne definitive per gli assassini della collaboratrice di Giustizia

garofaloleaQuattro ergastoli e la condanna a 25 anni emessi dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano a carico dei 5 imputati per l'omicidio della testimone di Giustizia Lea Garofalo, uccisa a Milano il 24 novembre del 2009.
Tra i cinque condannati anche l'ex compagno della Garofalo, Carlo Cosco. Ergastolo anche per Vito Cosco, fratello di Carlo, Rosario Curcio e Massimo Sabatino. Per l'ex fidanzato della figlia di Lea, Carmine Venturino, è scattata invece la condanna a 25 anni.

"Oggi per me spero si chiuda un ciclo della vita e se ne apra un altro" mi ha detto questa giovane donna che ha avuto il coraggio di denunciare gli assassini della madre: Carlo Cosco, suo padre, lo zio Vito e l'ex fidanzato Carmine Venturino. E pochi minuti fa è arrivato il verdetto: la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado. La torturarono, uccisero e ne bruciarono il corpo perché non le avevano perdonato la scelta di raccontare alla magistratura le faide di 'ndrangheta della sua terra. Di fronte a questo orrore, Denise ha tenacemente continuato il percorso intrapreso dalla madre, diventando a sua volta testimone di giustizia e affrontando tutte le tappe del processo con il sostegno di don Luigi Ciotti e di Libera".

Con queste parole il Presidente della Camera, Laura Boldrini, commenta su Facebook l' incontro di stamattina con Denise Cosco, figlia della testimone di giustizia Lea Garofalo, giunta nella Capitale per ascoltare la sentenza definitiva sul feroce omicidio di sua madre.

"Avevo già incontrato Denise alla Camera nel novembre del 2013, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Sua madre, infatti, è stata vittima due volte, di mafia e di femminicidio. Come dimostra la confessione in aula di Carlo Cosco: 'L'ho uccisa ma è stato un raptus, lei non voleva farmi vedere più mia figlia. La storia del processo e le testimonianze raccontano, invece, che, come nella maggior parte dei femminicidi, la vittima era stata più volte oggetto di violenza da parte del suo compagno. A 23 anni, Denise è già un emblema di coraggio e determinazione contro la sopraffazione mafiosa e di genere. Una violenza che, come dimostra questa sentenza, si può combattere e vincere". Conclude con un messaggio di speranza la Boldrini, a commento di una vicenda alla quale non si può mettere la parola fine, ma sulla quale si può dire finalmente che Giustizia è stata fatta.