Normativa antiracket, Mattiello (Pd) espone le criticità

"Sono quattro le criticità che emergono dall'attuale normativa antiracket: la tempestività della sospensiva (che prevede appunto la sospensione, per 300 giorni, dei pagamenti dovuti da parte di chi denuncia); l'adeguatezza o meno del ristoro economico; il fatto che il provvedimento di sospensiva venga deciso dal pm ed i criteri con i quali viene decisa la stessa sospensiva". I quattro punti critici sono stati evidenziati dal deputato Pd Davide Mattiello al Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Santi Giuffrè, ascoltato in audizione dalla Commissione Antimafia.

"Il caso di Tiberio Bentivoglio - ha spiegato Mattiello - è purtroppo paradigmatico: quest'uomo ha subito 20 anni di attentati e ha ricevuto una cifra molto ingente dallo Stato ma in tempi e in quantità, di volta in volta, tali da non permettergli di girare mai veramente pagina". In particolare, Mattiello ha evidenziato che la sospensiva "arriva spesso con grande ritardo e i 300 giorni di sospensione dei pagamenti dovuti non sono prorogabili. Purtroppo però mai si arriva al risarcimento dovuto alla vittima in quei 300 giorni e questo porta al lastrico gli imprenditori che hanno denunciato. Lo stesso funzionamento della sospensiva, ha spiegato il deputato, è molto critico perchè viene attuato dal pm, e quindi non vi è possibilità di fare opposizione". Infine, Mattiello e il senatore Pd Giuseppe Lumia, hanno chiesto di rivedere alcuni casi "paradigmatici", come quello di Marisa Salerno, moglie di Pino Masciari, imprenditore calabrese che ebbe la forza di denunciare le richieste estorsive della 'ndrangheta. La donna è un medico odontoiatra, affermata titolare di uno studio dentistico "in cui da 13 anni non può mettere piede per motivi di sicurezza" ma non è mai stata riconosciuta come vittima. "Sono tutte storie che raccontano come le norme siano inadeguate o è inadeguata la loro interpretazione", ha concluso Mattiello.