Cadavere occultato nel cosentino, vittima pensava di incontrare boss

carabinieri new2È stato attirato in un tranello Luca Bruni, il reggente dell'omonimo gruppo criminale di Cosenza scomparso nel 2012 , vicenda per la quale oggi la Dda di Catanzaro ha emesso due fermi eseguiti dai carabinieri. Concorso in omicidio, porto e detenzione di armi e occultamento di cadavere nei confronti di Bruni, non più ritrovato. Maurizio Rango, 38 anni, e Adolfo Foggetti, 29 anni, fermati dal reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza sono ritenuti rispettivamente reggente ed esponente di vertice della cosca di 'ndrangheta "Rango-Zingari", egemone in provincia di Cosenza. Bruni, fidandosi dei fermati, decise di partecipare ad un incontro al quale lui pensava sarebbero intervenuti i vertici delle cosche cosentine, Ettore Lanzino e Franco Presta, che all'epoca dei fatti erano latitanti. In realtà l'incontro era un tranello ordito per ucciderlo. Contro Bruni furono sparati diversi colpi d'arma da fuoco e successivamente il cadavere fu fatto sparire.
Secondo le indagini dei Carabinieri, avviate subito dopo la denuncia di scomparsa di Luca Bruni (3 gennaio del 2012), l'uomo era stato da poco scarcerato ed aveva assunto un ruolo verticistico del proprio gruppo criminale a seguito della morte di suo fratello Michele, che stava tentando di organizzarsi per ampliare il raggio d'azione degli interessi illeciti della propria cosca. La decisione di espandersi, però, era evidentemente in contrasto con gli accordi già stabiliti da un "patto" tra la cosca degli "italiani", capeggiata da Ettore Lanzino, con quella degli "zingari", con a capo Franco Bruzzese. Bruni nutriva un forte risentimento nei confronti della cosca capeggiata da Lanzino perchè ritenuta storicamente responsabile della morte di suo padre Francesco, conosciuto come "bella bella".