Lavoro nero nei campi: la Calabria è al primo posto

La Calabria è al primo posto (con la Campania) per irregolarità nel lavoro in agricoltura. E' il risultato dell'indagine #Sottoterrà Eurispes-Uila, presentata oggi al Congresso del sindacato alimentare. "Dilaga il lavoro nero e irregolare in agricoltura – scrive l'Ansa – che nei primi sei mesi del 2014 raggiunge un'incidenza sul totale del 32%, quasi il 5% in più rispetto al 2011 e lo 0,3% rispetto allo scorso anno. Una piaga sociale oltre che economica, che crea un esercito di 'nuovi schiavi' che lavorano per 20 euro al giorno nei campi di raccolta di tutta Italia". Tale fenomeno, secondo quando è emerso, sarebbe una reazione al perdurare della crisi che potrà essere recuperata solo con una riduzione della pressione fiscale e con nuove politiche del lavoro. Una piaga che colpisce per lo più i lavoratori stranieri. "Non possiamo permetterci di presentarci ad Expo con un'agricoltura di qualità che ha oltre il 30% di lavoro nero o irregolare – ha sottolineato il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza – un dato che impegna sindacato e imprese a cambiare le regole del gioco e governo e parlamento a trasformare in legge la proposta di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil di realizzare una rete del lavoro agricolo per gestire in trasparenza l'incontro domanda-offerta e incentivare le imprese virtuose".