Legge elettorale incostituzionale, in arrivo per Lanzetta relazione di Salazar: “Non previsti adeguati meccanismi di pari opportunità”

Cusumano Salazar 22072014di Anna Zaffino - Era stata pungente con chi ha approvato il 3 giugno scorso la nuova legge elettorale della Calabria: "La nostra è una politica maschilista", aveva detto. Aveva accusato i consiglieri regionali di "aver tirato fuori la forza dei muscoli'", come per dire "la politica è nostra" impedendo, di fatto, una competizione paritaria. Aveva definito la classe politica calabrese "immatura e poco lungimirante". Batte anche oggi sul punto della mancata approvazione della doppia preferenza di genere nella nuova legge elettorale calabrese, la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, Giovanna Cusumano. Sì perché il Consiglio regionale, che con un sonoro "no" ha respinto l'introduzione della doppia preferenza avrebbe, a detta della Cusumano ma anche della costituzionalista Melania Salazar, partorito una legge elettorale incostituzionale sotto questo profilo. Non è stato però di questo avviso il Governo Renzi che, almeno per ora, si rivolgerà alla Corte Costituzionale esclusivamente sul punto della soglia di sbarramento fissata al 15 % per le coalizioni. Ma ad aver fatto "orecchie da mercante", fino ad ora, anche i consiglieri regionali che non hanno accolto le indicazioni e l'appello del ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, che aveva chiesto a chiare lettere di intervenire per tutelare la parità di accesso alle cariche elettive.

Nonostante il ministro fosse favorevole all'opportunità di impugnare la legge elettorale della Regione Calabria sotto il profilo della mancata introduzione della doppia preferenza, non sono stati dello stesso avviso i suoi consulenti tecnici che hanno ritenuto di non poter procedere in tal senso.

Ma la Cusumano e la Salar non mollano.

E sarà proprio la costituzionalista reggina a redigere una relazione tecnica per tentare di "convincere" i consulenti della Lanzetta. E per cercare, quindi, di fare una sintesi in modo che la legge elettorale possa essere impugnata entro il termine perentorio dell'8 agosto. "L'idea – spiega la presidente delle Crpo – è quella di confrontare le due relazioni".

La Salazar ci crede e nella relazione con cui tenterà di ribaltare le idee dei consulenti della Lanzetta si soffermerà nella parte in cui la legge non prevede "un adeguato meccanismo che garantisca la pari opportunità tra i sessi": "Il legislatore – spiega la Salazar – ha introdotto un meccanismo di riequilibrio ma non ha fatto altro che riprodurre quello già presente nella legge del 2005, cioè il divieto delle liste monosessuali. Da allora, però, sono stati introdotti altri strumenti per realizzare le pari opportunità. Quindi adesso si può contestare la legge per la mancata adeguatezza dello strumento introdotto, e la Corte potrebbe dichiarare la legge incostituzionale nella parte in cui non prevede un adeguato meccanismo che assicuri e favorisca la parità di accesso alle cariche elettive".

Ma perché, a detta dei consulenti tecnici della Lanzetta, non sarebbe possibile un'impugnazione? Quali le loro obiezioni? Il ragionamento degli esperti può essersi basato sull'impossibilità di impugnare una legge per "omissione". Ma per la Salazar è un punto superabile: "E' dagli anni '70 che la Corte dichiara l'incostituzionalità del vuoto legislativo. Si può colpire il silenzio del legislatore se questo silenzio è incostituzionale". Nella relazione che presenterà, l'esperta di diritto costituzionale non punterà, tecnicamente parlando, neanche sulla mancata introduzione della doppia preferenza in sè. Contesterà, invece, un meccanismo di riequilibrio, a suo dire, "palesemente inadeguato".

Intanto il 4 agosto ci sarà una nuova seduta del Consiglio regionale. Secondo quanto trapelato ieri, durante la conferenza dei capigruppo a Palazzo Campanella, si modificherà la legge elettorale sul punto delle soglie di sbarramento. E secondo quanto appreso oggi pomeriggio, la presidente della Crpo sostenuta dalle associazioni e dai comitati pari opportunità degli ordini professionali, potrebbe "spingere" affinché i consiglieri ritocchino la legge anche sotto il profilo dell'introduzione della doppia preferenza.