Coronavirus, Cgil Calabria: “Medici e infermieri senza dispositivi di protezione. Disporre produzione, basta temporeggiare”

sposato angelo"Quello che sta accadendo nelle strutture sanitarie, pubbliche, private, di base, in merito ai dispositivi di protezione individuale (mascherine, calzari, guanti) non è più sostenibile. La Calabria ha avuto il tempo per disporre anche linee produttive per la produzione delle mascherine come sta avvenendo in altre regioni d'Italia, ma si continua a temporeggiare". Lo afferma Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria.

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"Molti operatori (medici, infermieri, OO.SS, tecnici, amministrativi), operano – prosegue Sposato - in stato di emergenza a mani nude e non possono esseri lasciati soli. Alcuni hanno risolto individuando soluzioni personali a costi esosi, nel mercato. C'è paura. Il Commissario Cotticelli, non può credere che la sicurezza delle lavoratrici e lavoratori non lo riguarda, è completamente silente, assolutamente inadeguato a gestire la situazione e riteniamo non abbia la percezione del pericolo cui vengono sottoposti le lavoratrici ed i lavoratori della sanità. La Regione Calabria che ha funzioni di protezione civile – continua il segretario generale della Cgil Calabria - sia parte attiva nell'individuare soluzioni. Abbiamo proposto, tra le altre cose, al Presidente Santelli ed al Commissario Cotticelli, la scorsa settimana, attraverso le associazioni di categoria e le camere di commercio, di individuare linee produttive per la fabbricazione di mascherine e calzari. Se non ci saranno risposte immediate, ci rivolgeremo ai Prefetti ed alle Procure competenti".